Una giornata a Galway

Premessa Capitale europea della cultura nel 2020, culla della lingua gaelica irlandese, famosa per il pesce fresco e i frutti di mare, città di nascita della moglie di James Joyce, Nora Barnacle..Galway è l’Irlanda che mi ha conquistata! Ho trascorso qui sei mesi del mio secondo anno universatario partecipando al programma Erasmus (fatelo!) e ho trovato il luogo che per sempre mi rimarrà nel cuore. Alla classica domanda “cosa c’è da fare a Galway?”, molto semplicemente risponderei “c’è da perdersi per la città e ritrovarsi con una pinta di Galway Hooker in mano al pub!”..un po’ generico? una volta l&i...

I giganti di Belfast

Arrivo a Belfast in un weekend di Maggio, molto semplicemente, con uno dei tanti pullman che partono da Dublino, con l’intenzione di immergermi completamente nella particolare cultura che si respira in questa città. Mi ritrovo in una città tutta in rosa (addirittura le pecore erano rosa), un gran via vai di persone, aperitivi gratuiti ad ogni angolo e nei pub…puoi gustare la tua birra gratis!! Che sogno, il giro d’Italia parte da Belfast! Non perdiamo un attimo di tempo, io Bianca e Valentina, le mie due compagne di viaggio, ci dirigiamo immediatamente al primo pub....alla cultura ci pensiamo domani! Day 1 - serata nei pub Duke of York, John Hewitt, Rotter...

Un weekend nel tufo: Pitigliano, Sovana e Sorano

Un weekend diVino è quello che ho passato a Pitigliano, nel vero senso della parola. Chiamata anche Città del Tufo, Pitigliano è un antico borgo che si erge su una gigantesca rocca di tufo di origini etrusche nel cuore della Maremma toscana dove, insieme ai borghi di Sovana e Sorano, formano il “triangolo del tufo”. Day 1 - Pitigliano Il primo giorno visita di Pitigliano, conosciuta anche come la Piccola Gerusalemme per la storica presenza di una comunità ebraica, passeggiando per i vicoli del paese e perdendomi tra le vetrine delle diverse botteghe artigianali. Una visita al Duomo, alla Chiesa di Sant'Antonio, alla Sinagoga e infine tramonto sorsegg...

Portogallo

PREMESSA: Il Portogallo è un nazione fondamentalmente piccola. Dalle scogliere di Cabo de Roca, punto più occidentale del paese, fino al Parque Natural da Serra de São Mamede, riserva naturale al confine con la Spagna, la distanza è di poco inferiore ai 300 chilometri. Questo però non significa che in Portogallo non ci sia nulla da vedere, anzi. Il vecchio detto nella botte piccola c’è il vino buono infatti, anche in questo caso, non si smentisce. Come prima tappa abbiamo deciso di fermarci a Lisbona per quattro notti. Scelta banale? Assolutamente no. Girare in Portogallo: Viaggiare attraverso il Portogallo è più facile di quant...

Road to Salento

Una macchina, due amiche, 12 giorni a disposizione, zaino in spalla e tanta voglia di guidare, direzione Italia del Sud. Partenza da Genova, prima tappa Porto San Giorgio, nella riviera marchigiana. Giovane e viva, mi raccontano che a ferragosto si festeggia tutta la notte con tanto di dormita in tenda sulla spiaggia. La cena l’abbiamo consumata a Fermo, all’agriturismo Campo di Fiori, cena con prodotti locali. Dopo questa visita di passaggio, sono tornata nelle Marche almeno altre due volte nel giro di poco; le colline, i colori e la cucina….memorabili (ma in quale parte d’Italia non è così?!). Si riparte la mattina e dopo 5 ore di guida un bel panin...

Una giornata a Galway

Premessa

Capitale europea della cultura nel 2020, culla della lingua gaelica irlandese, famosa per il pesce fresco e i frutti di mare, città di nascita della moglie di James Joyce, Nora Barnacle..Galway è l’Irlanda che mi ha conquistata! Ho trascorso qui sei mesi del mio secondo anno universatario partecipando al programma Erasmus (fatelo!) e ho trovato il luogo che per sempre mi rimarrà nel cuore.

Alla classica domanda “cosa c’è da fare a Galway?”, molto semplicemente risponderei “c’è da perdersi per la città e ritrovarsi con una pinta di Galway Hooker in mano al pub!”..un po’ generico? una volta lì mi darete ragione! Cerchiamo di immaginare insieme una passeggiata per la città passando per i MUST DO IN GALWAY.

Cosa fare in una giornata a Galway:

Iniziamo procurandoci una mappa gratuita della città presso il Discover Ireland Centre proprio di fronte alla stazione dei bus dove il nostro pullman arriva. Ci dirigiamo verso Eyre Square, piccolo parco che segna l’ingresso alla vecchia città medievale e punto di incontro di studenti, famiglie, eventi (qui è dove si svolge il Christmas Market), è stato rinominato Kennedy Park dopo che il 35° presidente degli Stati Uniti, di origine irlandese, tenne qui un discorso nel 1963. Da qui scendiamo per Shop Street dove siamo circondati di pub, ristorantini e negozi. Tra i pub più famosi ci sono il The Quays e il King’s Head, uno dei più antichi della città, dove entrando possiamo ascoltare musica dal vivo sorseggiando una pinta di Smithwicks, Kilkenny o Galway Hooker (una pale ale prodotta nella contea di Galway che deve il nome a una tradizionale imbarcazione da pesca). Il pub più tipico è il Tig Coili, piccolo ma pieno di vita e musica irlandese dal vivo ogni sera (la musica non manca mai a Galway!). Facendo una piccola deviazione in Church Lane, arriviamo alla St. Nicholas Church che, costruita intorno al 1320, è la più antica chiesa d’Irlanda ancora in uso oggi. Se capitate di sabato o domenica un motivo in più di visita è il Galway Market dove i locali mettono in vendita oggetti di artigianato.

Tornando su Shop Street, che poi diventa Quay Street, ecco il porto di Galway dove il fiume Corrib, che attraversa tutta la città, sfocia e dove si erge lo storico Spanish Arch, uno dei simboli della città, facente parte delle mura medievali. Oltre l’arco si trova il Galway City Museum, un museo con ingresso gratuito, che potete visitare se siete interessati ad avere qualche notizia in più sulla storia e l’archeologia della città. Vale la pena fare un passo per il porto lungo la Long Walk e il Nimmo’s Pier, e qui, una foto è di rito! Per il pranzo possiamo scegliere di prenderci il fish & chips più famoso di Galway da McDonagh's, una mega burrito da Boojum oppure al Front Door fanno una zuppa di pesce da leccarsi le dita! Comunque lungo Shop Street c’è l’imbarazzo della scelta, fatevi ispirare e seguite il vostro…appetito :)

Dopo pranzo, non c è nulla di più consigliato di una passeggiata. Dal porto prendiamo Claddagh Quay fino al South Park da dove parte Grattan Road, la lunga passeggiata che ci porta a Salthill. L’avrò fatta un miliardo di volte e altrettante volte la rifarei, musica nelle orecchie e via ogni pensiero, lasciatevi trasportare dalla brezza marina, dal verde che vi circonda e dal sorriso delle persone che incontrate ..un vero tocca sana! Rimarrete sorpresi al ritorno, quella che prima era distesa di sabbia dove i padroni correvano insieme ai loro cani ora è uno specchio d’acqua: ecco a voi l’incantevole fenomeno della marea.

Arrivati a Salthill urge riprendersi con una pinta di birra all’O’Connors Pub, famoso per essere il più caratteristico di Galway. Se avete voglia di continuare la passeggiata, sempre lungomare, possiamo arrivare fino a Silversand Beach, la spiaggia per eccellenza della città. Tornando indietro godiamo dell’alta marea e, arrivati nuovamente al porto, l’imperdibile appuntamento del tea time si fa sentire così non ci resta che entrare da Cupan Tea e ordinare uno dei tanti tea a scelta accompagnato da una fetta delle torte del giorno.

Da qui possiamo ripartire ripercorrendo verso nord la sponda orientale del Corrib, la Corrib River Walk, strada pedonale che ci porta fino alla Galway Cathedral, la più giovane cattedrale d’Europa; solo nel 2015 ha compiuto 50 anni! Pensate che le fondamenta della cattedrale una volta erano quelle della prigione di Galway, vennero comprate a soli 10£ dal vescovo Michael Browne. Si dice che aver costruito la cattedrale dove prima sorgeva la prigione fu il simbolo del trionfo di tutte le persone che furono prescritte perchè irlandesi e di religione cattolica.

Proseguendo scorgiamo il Quadrangle, la principale costruzione della National University of Ireland, che il 30 ottobre del 1849 aprì per la prima volta le sue porte ai 68 studenti iscritti. Oggi è riconosciuta tra le migliori università per il panorama internazionale, il continuo investimento nella ricerca e nella crescita sostenibile. È cuore di svariate iniziative organizzate dagli studenti stessi sia per i locali che non.

La cena al pub è un must se volete gustare a 360° l’aria irlandese. Qualiasi pub voi scegliate vi regalerà un’esperienza da mettere nello zaino. Per farvi un esempio, la prima sera che ho passato al pub, allo Spanish Arch Pub, mi è stata offerta una pinta di birra di benvenuto in Irlanda da una coppia di signori ai quali avevo rubato il posto al tavolo..altrove non so se avrei ricevuto lo stesso trattamento..proverò e vi farò sapere :)

Galway è un ottimo punto di partenza per le escursioni alle Aran Islands, le Cliffs of Moher e il Connemara, tutti e tre tours fattibili in giornata che potete organizzare anche sul posto rivolgendovi al Tourist Office che vi darà le informazioni necessarie.

Galway è la migliore espressione della verde Irlanda ,caratteristica, vivace e “disponibile”. Una volta passati di qui, farete fatica ad andare via!

I giganti di Belfast

Arrivo a Belfast in un weekend di Maggio, molto semplicemente, con uno dei tanti pullman che partono da Dublino, con l’intenzione di immergermi completamente nella particolare cultura che si respira in questa città.

Mi ritrovo in una città tutta in rosa (addirittura le pecore erano rosa), un gran via vai di persone, aperitivi gratuiti ad ogni angolo e nei pub…puoi gustare la tua birra gratis!! Che sogno, il giro d’Italia parte da Belfast! Non perdiamo un attimo di tempo, io Bianca e Valentina, le mie due compagne di viaggio, ci dirigiamo immediatamente al primo pub....alla cultura ci pensiamo domani!

Day 1 - serata nei pub

Duke of York, John Hewitt, Rotterdam Bar, The Crown Liquoor Saloon (che oltretutto è considerato patrimonio nazionale), uno più affascinante dell’altro. L’atmosfera che si respira in tutti i pub è magica, giovani, nonni, mamme, intere famiglie, tutti raccolti in un unico posto a chiacchierare del più e del meno, niente pensieri, si lasciano fuori dalla porta. Non vi racconterò le curiosità che ho scoperto in ogni pub, lascio a voi il compito di chiedere ad un qualsiasi irlandese di raccontarvi qualcosa sul pub dove vi trovate, chi meglio di loro? Ma preparatevi..una parola tira l’altra, ma anche una birra tira l’altra, Harp, Guinnes..!

Day 2 - Giant's Causwey

Tour prenotato online su Belfast CitySightSeeing, con 25€ partenza alle 9.30 e rientro la sera con lo zaino pieno di luoghi indimenticabili. Per raggiungere l’anche detto “Sentiero del gigante” percorriamo la Antrim Coast Road, strada panoramica che, a strapiombo sul mare, vi mozzerà il fiato, non a caso è quotata nella Top 5 dei Road Trips.

Il primo pit-stop del tour (o almeno, in quello che ho preso io) è stato il Carrik-a-rede Rope Bridge, dove potrete sgranchirvi le gambe immersi nel verde e attraversare il famoso ponte sospeso, tempo permettendo. Io ho beccato un giorno uggioso e ventoso ma nonostante questo il paesaggio mi è parso stupendo, chissà con sole e cielo azzurro che meraviglia..e che foto!! Ma non scaricate subito tutta la batteria della vostra macchina fotografica perché arrivati al Giant’s Causeway non crederete ai vostri occhi o alle vostre orecchie sentendo che quelle rocce perfettamente esagonali incastrate uno vicino all’altra come un puzzle sono frutto della natura e del tempo.

Per chi non vuole credere a questa versione così scientifica ne esiste una alternativa, adatta ai più sognatori. Secondo la gente del posto fu il gigante Fionn a dare vita a questo posto. Il gigante infatti, furioso contro Benandonner il gigante scozzese che stava minacciando l'Irlanda, afferrò le rocce della costa dell'Antrim e le lanciò nel mare, formando un sentiero per andare a dare una lezione a Benandonner. L’idea non fu delle migliori perchè Benandonner era un gigante esageratamente gigante! Fionn battè subito in ritirata ma ormai era inseguito dal gigante nemico. Una volta ritornato su terra irlandese ecco che l’acumen femminile salvò ancora una volta la situazione: la moglie lo travestì da bambino. Lo scozzese vedendo la mole del bimbo, si convinse che il padre doveva essere davvero gigantesco, quindi si arrese e ripartì in ritirata.

In effetti per uno scenario così mitico la lotta tra giganti cade a pennello! Per farci rinsavire alla relatà (o forse no) altra tappa è la Bushmills Distellery dove è possibile gustare il famoso whisky iralndese.

Ma è giusto che, oltre alle favole, si vivano anche i Troubles che Belfast ha passato.

Day 3 - Giro della città

Il giorno successivo ci dedichiamo alla visita del Peace Wall che divide Falls Road da Shankill Road, un muro che vi racconterà più di mille parole. Per addolcire un po’ l’atmosfera abbiamo poi optato per una mega full English Breakfast, tipica di Belfast è l'Ulster Fry, al Maggie Mays Cafè, locale che ci è stato consigliato da alcuni ragazzi autoctoni e che io riconsiglio a mia volta.

Una bella passeggiata per le vie della città passando per la Queen’s University, l’Ulster Museum, i Giardini Botanici, il Palazzo del Municipio per concludere la giornata nel Cathedral Quarter la zona più moderna e vivace di Belfast.

Altra nota positiva di questi giorni passati a Belfast è stato il Vagabonds, l’ostello dove abbiamo alloggiato a bassissimo prezzo ma a buona qualità, ambiente super giovane, dinamico e divertente. Qui abbiamo incontrato Bob, ragazzo italiano che gestisce la struttura insieme al resto del gruppo e che si è reso disponibile a darci consigli e suggerimenti sulla città. Bob ci ha conquistate anche grazie alle sue lasagne alla bolognese che per noi, data la lunga permanenza irlandese di cui eravamo reduci, sono state una coccola che ci ha fatte sentire un pochino più vicine a casa.

Un weekend nel tufo: Pitigliano, Sovana e Sorano

Un weekend diVino è quello che ho passato a Pitigliano, nel vero senso della parola. Chiamata anche Città del Tufo, Pitigliano è un antico borgo che si erge su una gigantesca rocca di tufo di origini etrusche nel cuore della Maremma toscana dove, insieme ai borghi di Sovana e Sorano, formano il “triangolo del tufo”.

Day 1 - Pitigliano

Il primo giorno visita di Pitigliano, conosciuta anche come la Piccola Gerusalemme per la storica presenza di una comunità ebraica, passeggiando per i vicoli del paese e perdendomi tra le vetrine delle diverse botteghe artigianali. Una visita al Duomo, alla Chiesa di Sant'Antonio, alla Sinagoga e infine tramonto sorseggiando un bicchiere di buon vino al PanCaciUa, molto sfizioso e dove si gode la vista dell’acquedotto Mediceo; qui ho scoperto che il marchio del Gallo nero che distingue le bottiglie di Chianti Classico ha una simpatica leggenda alle spalle che risale al medioevo. Ve la racconto brevemente!

Quando la Repubblica di Firenze e di Siena si contendevano il territorio del Chianti, per terminare le contese si decise di definire i confini facendo cavalcare due cavalieri che, partendo dal proprio capoluogo, avrebbero delimitato il confine nel punto del loro incontro . La partenza fu fissata per l’alba al canto del gallo, I senesi ne scelsero uno bianco, mentre i fiorentini optarono per uno nero il quale, la mattina seguente, iniziò a cantare ben prima dell’alba permettendo al cavaliere fiorentino di anticipare la partenza e percorrere molta più strada tanto da permettere alla Repubblica di Firenze di ottenere il controllo del Chianti.

Comunque, Gallo nero a parte, la mia serata si trasforma in una grande sorpresa, tutta Pitigliano prende vita e mi ritrovo circondata da musica e una marea di persone che ballano e mangiano, tutti con in mano un bicchiere di vino locale..è iniziata la festa delle cantine nel tufo! Un grande evento che si tiene tutti gli anni a fine agosto e primi di settembre (qui trovate le date fino al 2021 http://www.pitigliano.org/settembre_divino_mercato_it.html) che coinvolge tutta la città, cibo servito alla griglia e la possibilità di visitare le cantine ricavate nel tufo con annessa spiegazione. In queste zone, come potete ben immaginare, la questione del vino è presa molto sul serio tanto che le 10 cantine più importanti del paese durante la serata si sfidano a colpi di musica, divertimento e ovviamente di vino fino alla proclamazione della cantina vincitrice. Che serata!

Day 2- Sorano e Sovana

Il giorno seguente, con un bel mal di testa (non causato dal vino che era ottimo ma dal poco sonno alle spalle!) lo e il mio compagno di viaggio Tommaso, lo abbiamo dedicato a Sorano la mattina e a Sovana il pomeriggio essendo due borghi non distanti uno dall’altro.

A Sorano (anch’esso borgo adagiato su una rupe di tufo vulcanico) una passeggiata per le stradine del centro fino a raggiungere la terrazza del Masso Leopoldino da dove la vista si rivela mozzafiato su tutto il borgo è stata rigenerante.

Sovana, insieme a Sorano e Pitigliano, è parte del Parco Archeologico del tufo caratterizzato dalle Vie Cave che, causa forte pioggia ho potuto visitare solo in piccola parte ma anche con una breve passeggiata sono riuscita ad immedesimarmi in questi sentieri senza tempo. Sono state fatte numerose ipotesi sulla loro reale funzione: canali per convogliare le acque piovane dai pianori alle valli, semplici vie di comunicazione, passaggi strategici studiati contro i nemici, sentieri cerimoniali ecc.. Sono sentieri ripidi, tortuosi e profondamente scavati nella roccia tufacea, scorciatoie che collegavano i centri abitati, la campagna coltivata sulle alture, le necropoli e gli altri insediamenti. Un’esperienza che consiglio, ancora meglio se accompagnati da qualcuno che conosce la storia e le curiosità di questi luoghi incantati e che può per esempio spiegarvi che le immagini sacre dipinte lungo il percorso non risalgono all’età etrusca ma sono postere dell’età cristiana e utilizzate per rassicurare il viandante che attraversava questi sentieri così oscuri.

Comunque per sopperire alla pioggia abbiamo optato per l’ Enoteca di Vittorio nel centro di Sovana dove proprio Vittorio ci ha viziati con prelibatezze locali e un ottimo calice di vino per accompagnare il tutto..a quel punto anche la pioggia si è arresa regalandoci un tramonto pazzesco che ci siamo goduti nella piscina de “I Tre Casali” che ci ha ospitati per questi tre giorni alla scoperta della Maremma etrusca e dove l’accoglienza di Alessandro ci ha fatto innamorare dell’atmosfera che si respira tra gli ulivi e i vigneti della zona.

Portogallo

PREMESSA:

Il Portogallo è un nazione fondamentalmente piccola. Dalle scogliere di Cabo de Roca, punto più occidentale del paese, fino al Parque Natural da Serra de São Mamede, riserva naturale al confine con la Spagna, la distanza è di poco inferiore ai 300 chilometri. Questo però non significa che in Portogallo non ci sia nulla da vedere, anzi. Il vecchio detto nella botte piccola c’è il vino buono infatti, anche in questo caso, non si smentisce. Come prima tappa abbiamo deciso di fermarci a Lisbona per quattro notti. Scelta banale? Assolutamente no.

Girare in Portogallo: Viaggiare attraverso il Portogallo è più facile di quanto si possa pensare. La nazione offre un servizio autostradale perfettamente efficente con un pagamento fruibile anche attraverso il dispositivo telepass. I servizi pubblici, all'interno delle città più grandi come Lisbona e Porto, offrono un servizio utile grazie alla metropolitana e i tipici tram gialli. Se volete come noi girare il paese e vedere più cose possibili il consiglio più utile è quello di affittare una macchina per esempio tramite il concessionario rentcar Guerin. 

Telefono: siccome il Portogallo è una nazione all'interno della Comunità europea non c'è nessun problema per quanto riguarda l'utilizzo dello smartphone. 

Settembre: questo è sicuramente un buon periodo per viaggiare in Portogallo. Le temperature sono calde ma sopportabili durante il giorno e piacevolmente fresche durante la notte. 

Italiani: pensavamo di vederne di più. Pur sapendo che molti italiani, soprattutto pensionati che decisono di andare a vivere in laggiù  dati i costi bassi della vita, ne abbiamo incontrati davvero pochi. 

DAY 1/4 - LISBONA

 Lisboa, come la scrivono i portoghesi, è una città che non delude nessun tipo di aspettativa. Capitale del mondo sin dai tempi del medioevo, oggi, con i suoi 500 mila abitanti, è uno dei centri portuali più importanti d’Europa nonché fondamentale luogo di meeting internazionali. E’ stato proprio qui che nel 2007 i capi di stato europei si incontrarono per firmare il Trattato di Lisbona (uno dei più importanti), apportando ampie modifiche al Trattato sull'Unione europea. Ma Lisbona è anche una città ricca di storia e divertimento. Meta ideale per giovani vogliosi di far festa, è una città perfetta per scoprire e gustare le più antiche e curiose tradizioni del luogo. A dimostrazione di ciò lo è il forte incremento nell’ultimo periodo degli studenti erasmus che hanno scelto proprio la capitale come luogo per trascorrere un periodo di studio all’estero. Tutto questo semplicemente perché Lisbona è una mix perfetto di divertimento e cultura. Il nostro appartamento si trovava nel quartiere di Bairro Alto, fulcro della movida cittadina, che ogni notte attraeva, e attrae, migliaia di persone nei suoi ristoranti e locali. Per fermasi a gustare una birra ghiacciata (vi consiglio di provare la Sagres!) o mangiare qualche specialità del posto (per esempio il baccalà) c’è semplicemente l’imbarazzo della scelta. A far apprezzare ancor di più tutto l’insieme erano i bassi, anzi bassissimi, costi del Portogallo. Un rapporto qualità-prezzo fantastico che vi farà innamorare di questa particolare città. Dal punto di vista culturale, oltre alle passeggiate nel centro storico percorrendo i ripidi vicoli attraversati dai tram, vi consiglio vivamente di recarvi al quartiere di Santa Maria de Belém a visitare l’omonima torre, non ne resterete delusi.

DAY 5 - SINTRA

Dopo quattro giorni così abbiamo deciso di affittare una macchina e iniziare il nostro viaggio attraverso il Portogallo. Dopo esser passati dai delizioso paesino di Cascais, ome prima meta ci siamo recati a Cabo de Roca. Il poeta Luís Vaz de Camões definì questo luogo come “Qui... dove la terra finisce e il mare comincia”, e arrivati sul posto ci si rene conto che effettivamente aveva ragione. Vedere il mare davanti a se è una cosa a cui noi italiani siamo piuttosto abituati. Trovarsi però per la prima volta davanti all’oceano atlantico e rendersi conto che per migliaia di chilometri non c’è altro che mare è una sensazione che affascina e intimorisce allo stesso tempo. Tuttavia Cabo de Roca, punto dove il vecchio continente (geograficamente parlando) finisce, con le sua scogliere a picco sul mare è un luogo che difficilmente riuscirete a dimenticarvi. Dopo questa piccola sosta ci siamo rimessi in macchina per passare la notte a Sintra. Piccolo paesino molto suggestivo nelle alture di Lisbona. I luoghi più interessanti del posto sono il Palàcio de Pena, singolare costruzione che spicca sulla cima del monte soprattutto per le sue folcloristiche tonalità cromatiche. Ma ancora più bello è la passeggiata del limitrofo parco naturale seguendo il percorso e passeggiando nelle mura dell'antica fortezza del Castelo dos Mouros

DAY 6 - OBIDOS

 Nei giorni seguenti abbiamo deciso di fermarci per una notte nel piccolo villaggio medioevale di Òbidos. Questo piccolo centro abitato, di poco più di 10 mila abitanti, si trova anch’esso nel distretto di Leira. Dopo una bella passeggiata tra le torri e le mura merlate della città vi consiglio di gustarvi il Ginjinha (detta anche Ginja) liquore di amarene, da assaggiare insieme al cioccolato, che ha reso Òbidos famoso in tutto il Portogallo.

DAY 7 - NAZARE'

Proseguendo per la nostra strada abbiamo imboccato la via in direzione Nazaré. Situata nel distretto di Leiria, Nazaré è una località balneare della Costa da Prata, famosa in tutto il mondo per le sue onde. Ogni anno, in autunno, i più spericolati surfisti del mondo si recano proprio in questo luogo per cavalcare onde che arrivano oltre i 25 metri. E’ stato proprio qui che nel novembre del 2011 il surfista Garret McNamara riuscì a surfare un’onda alta 24 metri stabilendo il primato mondiale. Se stavate quindi cercando l’acqua cristallina per fare una piacevole nuotata, scoratevela. Tuttavia Nazaré è un paese molto affascinante, ottimo per il cibo, per la compagnia e ricco di spettacolari point of view per scattare eccezionali fotografie.

DAY 8 - COIMBRA

Coimbra per che volesse visitare il portogallo è sicuramente una tappa da non saltare. Città di 140 mila abitanti è il capoluofo dell'omonimo distretto e sorge sulle sponde del fiume Mondego. Il centro abitato di Coimbra è divenuto famoso soprattutto per la sua Università fondata nel 1290. Rimane molto suggestivo il quartire universitario dove è possibile ammirare le maestose aule delle facoltà. Non è un caso imbattersi in alcuni studenti con le classiche tuniche tipiche dell'ambiente universitario. Quello che vi consigliamo vivamente è di sedervi in uno dei numerossimi bar della città e gustarvi una bella brocca di Sangria fredda. 

DAY 9 - AVEIRO

 Dirigendoci ancora ppiù a nord abbiamo passato la nostra ottava notte in terra portoghese nel paesino di Aveiro. Considerata la Venezia del Portogallo, Aveiro (cittadina con 70 mila abitanti) è la capitale dell'omonimo distretto, e la sua particolarità sta tutta nei suggestivi canali d'acqua che attraversano la città. La parte più bella sono senza dubbio le bellissime imbarcazioni chiamate moliceiros, dove è possibile, al costo di pochi euro, fare un piccolo tour per la città. La città è resta ancora pià partcolare dalla sua discontinuità territoriale dovuta dalle tante "isole" limitrofe alla città. 

DAY 10/12 - PORTO

Come ultima tappa, dopo aver fatto una breve sosta nei laghetti della Serra da Estrela (il più alto gruppo montuoso del paese) ci siamo diretti per gli ultimi giorni a Porto. Seconda città per numero di abitanti del Portogallo, si contende, ormai da centinaia di anni, con Lisbona il posto di città più popolare della nazione. Importante polo universitario, commerciale e sportivo (il Futebol Clube do Porto è la squadra più forte e tifata del Portogallo) è diventata famosa nel mondo grazie all’omonimo vino. Prodotto esclusivamente da uve provenienti dalla regione del Douro, nel nord del Portogallo, è una bevanda liquorosa che vi consiglio di guastarvi in uno dei numerosi locali nel quartiere di Cais da Ribeir sulle sponde del fiume Duoro, con la vista sul ponte Dom Luís I progettato dall’ingegnere belga Théophile Seyrig allievo del più famoso Gustave Eiffel. Porto è quindi una città ricca di storia e tradizione ma allo stesso tempo moderna e molto dinamica che riesce ad offrire ai propri visitatori mezzi di trasporto e infrastrutture all’avanguardia, degne di una città dell’Unione europea.

Road to Salento

Una macchina, due amiche, 12 giorni a disposizione, zaino in spalla e tanta voglia di guidare, direzione Italia del Sud.

Partenza da Genova, prima tappa Porto San Giorgio, nella riviera marchigiana. Giovane e viva, mi raccontano che a ferragosto si festeggia tutta la notte con tanto di dormita in tenda sulla spiaggia. La cena l’abbiamo consumata a Fermo, all’agriturismo Campo di Fiori, cena con prodotti locali. Dopo questa visita di passaggio, sono tornata nelle Marche almeno altre due volte nel giro di poco; le colline, i colori e la cucina….memorabili (ma in quale parte d’Italia non è così?!).

Si riparte la mattina e dopo 5 ore di guida un bel panino ad Alberobello tra i bianchi trulli pugliesi non ce lo leva nessuno! Nel pomeriggio tappa volante a Cisternino e Ostuni, “la città bianca” dove raggiungiamo la Concattedrale di Ostuni posta in cima al colle più alto della città attraversando tutto il centro storico che merita una sosta più attenta di quella che abbiamo potuto dare noi. La sera arriviamo a Gallipoli, la Perla dello Ionio, che per i prossimi giorni sarà la nostra base di partenza per la visita del SALENTO.

Ho sempre pensato a Gallipoli come la città del divertimento, la Ibiza italiana dove o vai a ballare o vai a ballare ma in realtà invece di innamorarmi di qualche pugliese mi sono innamorata della Gallipoli antica, il cuore storico circondato da una cinta bastionata che da circa 600 anni la protegge da attacchi nemici e che oggi la incornicia. Il borgo antico oggi è collegato alla parte nuova da un ponte costruito intorno al 1600 per ricollegare i due estremi di istmo che era stato tagliato nel 1400 sempre in difesa del piccolo borgo ( una Alcatraz inattaccabile!!). Inutile dire che una passeggiata per le strette viuzze è d’obbligo ma attenzione tra artigiani e botteghe di alimentari salentini il portafoglio si svuota in un attimo. A proposito di cibo e portafoglio, abbiamo cenato alla Maruzzella, localino tipico, molto alla mano, non per tutti i tipi di turista ma sicuramente per tutti i portafogli. Pesce fresco a volontà a prezzi più che ragionevoli.

Dopo aver provato un po’ di spiagge a Gallipoli, decidiamo di visitare anche i dintorni passando una giornata al mare a Santa Maria di Leuca dove il mar Adriatico e lo Ionio s’incontrano, facendo visita alla cittadina più a est d’Italia, Otranto (splendida è dire poco), e alla scoperta di Acaya e Lecce, città cuore del Salento. Altra giornata di super mare all’Isola dei Conigli raggiungibile in motoscafo da Porto Cesareo, isola poco battuta, molto selvaggia e acqua cristallina. Armatevi di acqua e vivande al sacco perché non ci sono bar ne alcun altro tipo di ristoro.

Devo dire che il Salento è la soluzione ideale sia per chi vuole rilassarsi sulle dorate spiagge sabbiose sia per chi ha un animo più esploratore e ha voglia di andare alla scoperta delle cittadine dell’entroterra come Acaya… noi sostando a Gallipoli abbiamo potuto variare molto le nostre giornate perché in un ora puoi raggiungere più posti, Lecce, Otranto, Santa Maria di Leuca, Trani, Porto Cesareo…

Tempo di invertire la marcia per cui rimpacchettiamo tutto nello zaino e risaliamo la costa tirrenica dedicando gli ultimi giorni facendo tappa in Costiera Amalfitana, Napoli e Caserta per poi rientrare a Genova con qualche chilo in più e sempre più innamorata del mio paese.

Che dire...viva l'Italia!!

Irlanda

Premessa: A quattro anni di distanza dalla nostra ultima vacanza tutti insieme, quest’anno finalmente siamo riusciti a organizzare di nuovo il nostro road trip estivo. La meta su cui tutti eravamo d’accordo fin dall’inizio è stata l’Irlanda: isola del nord Europa divenuta ormai meta battuta da turisti provenienti da tutti gli angoli del mondo, giunti fin qui per ammirare le scogliere a picco sul mare e le verdi colline tipiche dell’Eire.

CONSIGLI:

Girare in Irlanda: L'irlanda è certamente uno dei paesi più civilizzati dell'Unione Europea. Trattandosi ovviamente di uno stato anglosassone l'unico consiglio che mi sento di darvi è quello di tenere sempre la sinistra. Quando si scendono le scale, quando si cammina per strada ma soprattutto quando si guida. Negli incorci e nelle rotonde tenetevi sempreon the left, non dimenticatevelo.

Telefono: Qui i cosigli sono favvero pochi. Essendo all'interno della comunità europe non c'è nessun problema con l'uso di internet tramite lo smartphone.

Documenti: Come per il cellulare per viaggiare basta la Carta d'Identità. Tuttavia, come dico sempre, per qualsiasi evenienza vi conviene portavi dietro anche il passaporto.

Visite: L'Irlanda da questo punto di vista offre moltissimo. Soprattutto dal punto di vista naturalistico la nazione presenta molti parchi e aree protette da ammirare dove è possibile godersi un'aria priva di inquinamento. Ma anche le città, a volte quelle più piccole, riservano molte attrazioni interessanti.

Frontiere: L'unica "frontiera" cher abbiamo vacrato è stata quella dell'aeroporto. Quindi non possiamo dire di averne attraversato davvero una. Se doveste recarvi nell'Irlanda del Nord (cosa che noi non abbiamo fatto) ora che è entrata in vigore la Brexit dovrete essere muniti di passaporto.

Agosto: Data la nostra esperienza Luglio/Agosto sono i mesi migliori per visitare l'isola. Clima temperato e le precipitazioni ridotte al minimo. Per esempio in dieci giorni di vacanza, solo due sono stati di pioggia: non male per essere in una delle nazioni più piovese d'Europa.

Italiani: Pochissimi. La sopresa più grande è stata quella di incontrate moltissime persone provenienti da tutti gli angoli del pianeta ma pochissimi compatrioti.  

DAY 1 - KILKENNY

Il nostro viaggio, dopo aver affittato la macchina all’Aeroporto di Dublino, è partito da Kilkenny. Cittadina di circa 25 mila abitanti situata a 160 km a sud dalla capitale. Nonostante le sue modeste dimensioni Kilkenny offre numerose attività: prima tra tutti la visita al Birrificio Smithwick's che si trova nella via principale della città. Il tour (munito di audio guida in italiano) ripercorre, servendosi di moderni strumenti interattivi, tutta la storia della birra e i processi di lavorazione della pianta di luppolo fino alla creazione della famosa bevanda irlandese. Seppur meno popolare della Guinness, la Smithwick’s è di gran lunga una delle birra più apprezzate della nazione. Il consiglio che posso darvi è quello di gustarvi la Smithwick’s Red Ale (la rossa per intenderci) in uno dei tradizionali pub della St Kieran’s Street.

DAY 2 - CORK

Il giorno dopo ci siamo rimessi in viaggio lungo l’autostrada M8 alla volta di Cork. Seconda città per numero di abitanti del paese è divenuta con il tempo un importante snodo commerciale grazie al porto che sorge sulle sponde della foce del fiume Lee. Se doveste passare una giorno nella città, il luogo più piacevole dove fare una passeggiata è la St Patrick Street, arteria principale in cui potete trovare negozi, pub e ristoranti per passarvi una piacevole serata. Del tutto casualmente passeggiando nella Old Town ci siamo imbattuti in un locale molto alla mano, in cui è possibile bere e mangiare in mezzo alla movida giovanile di Cork. Il posto si chiama The Courtyard on Sober Lane (facilmente raggiungibile con Goole Maps) consigliabile soprattutto nei mesi estivi così da poter stare nei tavoli all’aperto.

DAY 3 – KILLARNEY NATIONAL PARK

Il terzo giorno è iniziato alla volta del Killarney National Park. Con i suoi 10 mila ettari di estensione è il parco nazionale più antico dell’Irlanda. Tutto questo ha reso il parco una delle attrazioni più frequentate dagli escursionisti ma anche uno dei luoghi più incontaminati della nazione. Dopo un breve passaggio al Ross Castel, situato sulle sponde del Lough Lean e alle Torc Waterfall, abbiamo imboccato la statale N71 inoltrandoci così nel parco. La strada (punto di partenza del Ring of Kerry) si snoda in salita all’interno della riserva naturale giungendo fino alla Lady’s View, favoloso punto panoramico che si affaccia sulla vallata del parco. Una volta scattati i consueti selfie e le foto in modalità panorama, abbiamo posteggiato la macchina alla Derrycunihy Church imboccando il sentiero dentro il bosco. Con lo zaino in spalla ci siamo messi in cammino in direzione della Black Valley sulle sponde dell’Upper Lake dove abbiamo deciso di accamparci con le tende e passare la nostra prima notte wild irlandese.

DAY 4 – RING OF KERRY

La mattina seguente, dopo una piacevole colazione al Lady’s Viwe Industries, abbiamo continuato a percorrere il Ring of Kerry lungo la statale N71. Passato il Moll’s Gap, deviando poi sulla N70, finalmente ci siamo trovati di fronte all’oceano Atlantico. Lungo il percorso si possono ammirare fantastici scorci e deliziose spiagge dove è possibile fermarsi per mangiare un boccone. Questa parte dell’Irlanda fa parte della famosa Wild Atlantic Way, strada statale che percorre tutta la costa atlantica del paese da sud fino alla punta più settentrionale dell’isola. Dopo circa 80 km di strada tortuosa siamo giunti a Valentia Island. Da qui (dal porto di Portmagee) partono i traghetti per le famose isole Great Skelling che purtroppo non abbiamo potuto visitare per la mancanza di posti disponibili. Il nostro consiglio è quello di prenotare con un paio di mesi di anticipo il biglietto così da avere il posto assicurato. Dopo aver passato in macchina Valentia Island, visitando le Fogher Cliff (le scogliere dell’isola) ci siamo fermati a dormire, del tutto casualmente, nel paesino di Chaersiveen.

DAY 5 – DINGLE PENISULA

Dopo una piacevole dormita e una classica colazione irlandese, abbiamo proseguito alla volta della Penisola di Dingle. La prima tappa è stato proprio l’omonimo paesino (Dingle appunto), piccolo villaggio di pescatori divenuto oggi meta di turisti curiosi di osservare la classica vita di provincia irlandese. Continuando lungo la penisola ci siamo recati verso le The Three Sisters: verdissime e scoscese colline a picco sul mare. La particolarità del posto è resa soprattutto dalla copiosa presenza di pecore lungo le praterie e soprattutto da una piccola insegna che ricorda che nel posto sono state girate alcune scene del settimo episodio della saga di Star Wars. Tornati indietro a circa sette chilometri sopra il villaggio di Dingle si trova il Conor Pass: valico stradale che collega la parte meridionale con quella settentrionale della penisola. Da qui è possibile ammirare tutta la valle fino alla foce del fiume Owenmore. E’ proprio da quel punto che abbiamo deciso di posteggiare la macchina e iniziare la nostra seconda escursione verso il Monte Brandon, 953 metri sul livello del mare e seconda cima più alta d’Irlanda. Seguendo il sentiero ci siamo inoltrati sempre di più all’interno della valle, composta da rocce e laghetti che rendono il paesaggio veramente unico. Giunti in cima al monte, dopo aver percorso l’ultima parte del sentiero non consigliabile per chi soffre di vertigini, ci siamo ritrovati sulla vetta del monte, godendo di una vista davvero mozzafiato. Tornati indietro abbiamo trovato un posto in piano per piantare le tende e passare la seconda notte wild con una magnifica vista sulla valle sottostante.

DAY 6 – GALWAY

La mattina seguente dopo aver smontato le tende ci siamo rimessi in cammino verso il fondo valle per rimetterci in viaggio. La tappa successiva, dove ci siamo fermati per due notti, è stata Galway: deliziosa cittadina della west cost e fulcro della vita notturna irlandese. Una volta sistemati i bagagli in ostello ci siamo messi a fare due passi per le vie della città. Quello che salta subito all’occhio è l’incredibile vivacità del posto. Pub, ristoranti, negozi e discoteche compongono il cuore della city: divenuta da anni ormai nell’immaginario collettivo il simbolo del divertimento della nazione. Camminando per la Quay Street, soprattutto la sera, rimarrete frastornati dalla quantità di locali da scegliere per andare a guastarvi una birra e mangiarvi un classico piatto di fish and chips.

DAY 7 – CLIFF OF MOHER

Dopo aver passato una bella serata fino a tardi nelle vie e i pub della città ci siamo messi in macchina per andare alle Cliff of Moher. Tappa obbligatoria per tutti i turisti, queste scogliere a picco sul mare sono divenute negli anni il vero simbolo dell’Irlanda. Con uno strapiombo di circa duecento metri, le cliff sono un vero e proprio spettacolo della natura che potrete guastarvi percorrendo il sentiero sul ciglio del precipizio; sconsigliabile, anche questo, per chi soffre di vertigini. Dopo aver camminato lungo il tracciato abbiamo fatto un piccolo brack al Centro Visitatori (molto grande e ben localizzato) dove è possibile pranzare o comprare i classici souveniers.

DAY 8 – ARAN ISLANDS

Passata la nostra seconda notte in ostello a Galway abbiamo continuato a percorrere la Wild Atlatic Way alla volta del piccolo porto di Rossaveel per imbarcarci nel traghetto per le isole Aran. Dopo circa 45 minuti di navigazione ci siamo trovati di fronte all’arcipelago di tre isole (Inis Mòr, Inis Meàin, Inis Oirr) situate nel mezzo della baia di Galway. Sbarcati nell’isola più grande (Inis Mòr) abbiamo preso in affitto le biciclette e percorso il circuito dell’isola (15 chilometri andata e ritorno). La particolarità del posto, oltre all’innumerevole quantità di staccionate in pietra, è il grande numero di case abbandonate sparpagliate qua e là. Un tempo grande centro commerciale di pescatori e agricoltori, negli ultimi decenni l’isola si è svuotata sempre di più, diventando quasi del tutto disabitata e rendendo il luogo assai più suggestivo; un po come se si fosse fermato il tempo. Tutte queste particolarità hanno reso l’isola un sito molto visitato dai turisti, curiosi nel ammirare una delle zone più particolari e rurali dell’Irlanda.

DAY 9 – DUBLINO

Saltata l’escursione nel Connemara National Park a causa delle forti piogge, abbiamo deciso di passare i nostri ultimi due giorni di vacanza nella capitale. Dublino è il vero cuore culturale, economico e politico del paese. Città di circa 600 mila abitanti, nel passato è sempre stata considerata una metropoli di serie B ma negli ultimi anni, grazie anche al suo ingresso nell’Unione Europea, è diventata una comunità moderna e dinamica, al pari delle più importanti capitali europee. Dubh Linn, ovvero "stagno nero", offre moltissime attività culturali: dalla affascinante biblioteca del Trinity Collage, alla famosa terrazza del Guinness store. Il primo luogo che abbiamo deciso di visitare è stato il Kilmainham Gaol ex prigione di Dublino oggi adibita a museo. Divenuta famosa nella storia del paese per essere stata il luogo dove furono detenuti e giustiziati i leader dei ribelli irlandesi contro il governo inglese nel XIX Secolo. Passeggiando poi sul piacevole lungofiume la tappa obbligatoria è il quartiere del Temple Bar. Questo luogo è il vero cuore della movida di Dublino. Il Temple Bar, famosissimo pub della città, oltre ad aver dato il proprio nome a un intero quartiere è divenuti negli ultimi decenni un vero e proprio brand a livello mondiale. Scattare un foto da soli con lo sfondo del locale è quasi impossibile dato l’enorme flusso di turisti e persone che a qualsiasi ora del giorno si recano nel posto.

Ovviamente non abbiamo potuto vedere tutta l'isola. Con dieci giorni a disposizione tagliare alcune zone è stato inevitabile. Come avete potuto notare ci siamo concentrati soprattutto sul sud e la costa atraltica. Quello mi sento di consigliarvi è di vivitare la Contea del Donegal. Semnpre sulla costa occidentale ma nell'estremo nord dell'isola. 

Parco Nazionale del Gran Sasso

Si è vero, lo sappiamo. L’Italia è un paese dal punto di vista naturalistico “polivalente”. Ormai ci siamo quasi abituati alle spiagge con il mare cristallino della Costa Smeralda o alle pendici innevate delle Alpi. Tutto questo quasi non ci suona più come una novità per decidere il prossimo viaggio. Ma sapete che vi dico? Il nostro stivale è ancora pieno di luoghi, forse poco famosi, ma assolutamente spettacolari e tutti da scoprire.

Uno di questi è il Parco Nazionale del Gran Sasso e i Monti della Laga. Il Parco, istituito nel 1991 è il grande polmone verde del centro Italia: ad oggi, con i suoi 141 mila ettari di estensione, è la terza riserva naturale più grande del paese. Luogo che non ha nulla da invidiare alle Dolomiti, si trova immerso nel cuore dell’Abruzzo a poche chilometri di distanza dall’Aquila, luogo ideale per fare la prima tappa del vostro piccolo viaggio. Infatti proprio nel capoluogo abruzzese abbiamo deciso di fissare la partenza del tour. Giunti in macchina in prossimità dell’uscita al casello autostradale quello che colpisce subito la vista è l’immensa quantità di gru che formano la singolare skyline della città. Quella che infatti un tempo doveva essere il fulcro di tutte le attività culturali, politiche e sociali della regione è, ancora oggi a nove anni di distanza dal terremoto, un gigantesco cantiere a celo aperto. Tuttavia quello che si respira in città è un grande ottimismo, spinto dalla voglia di vivere degli aquilani che non perdono l’occasione di affollare tutti i ristoranti e locali del centro storico della città.

Una volta lasciatoci alle spalle il capoluogo, ci siamo messi in strada in direzione del parco. Percorsa la SS17 abbiamo svoltato a sinistra in prossimità del centro abitato di Barisciano per iniziare la salita verso i monti della Laga che sovrastano la valle. Il primo paesino che abbiamo incontrato è Calascio: tutto interamente in pietra, nasce ai piedi del più famoso castello di Rocca Calascio. Ormai ridotta allo scheletro di quella che un tempo doveva essere una delle grandi fortezze del medioevo, oggi Rocca Calascio è forse uno dei simboli più famosi dell’Abruzzo. Il nostro consiglio è quello di andare a piedi fino in cima alla rocca per godere di una vista mozzafiato a 360 gradi. Una volta scesi dal castello fatevi, come abbiamo fatto noi, un piacevole coffé break nella bellissima piazzetta del piccolo centro storico.

Dopo questa piacevole sosta ci siamo rimessi in macchina per dirigerci verso il Valico Capo la Serra, dove in prossimità del passo, sorge il centro abitato di Catel del Monte: classificato come uno dei borghi più belli d’Italia. Giunti finalmente al valico, a quota 1600 metro sul livello del mare, si percorre la bellissima strada statale 17bis: un tortuoso serpente asfaltato immerso nel verde incontaminato del parco. Dopo un paio di chilometri un paesaggio di una bellezza incredibile si è finalmente presentato davanti ai nostri occhi. Un immenso altopiano avente come sfondo il massiccio del Gran Sasso. Una vista senz’altro unica, che non ha nulla da invidiare ai grandi parchi nazionali degli Stati Uniti. Questa piana, creatasi milioni di anni fa con lo scioglimento dei ghiacci, è stata set di numerose pellicole cinematografiche, come il cult del genere spaghetti western Lo continuavano a chiamare Trinità nel 1975. Se vi è venuta fame allora fermatevi, come abbiamo fatto noi, al Ristoro Mucciante: ranch in classico stile western dove è possibile acquistare e grigliare, nelle apposite strutture aperte al pubblico, ottimi arrosticini e carni del posto. Siamo quasi giunti al termine della nostra escursione.

L’ultima tappa del nostro piccolo tour non poteva che non essere la cima di Campo Imperatore. Rifugio posto a 2136 metri di altitudine (raggiungibile con la macchina) e importante stazione sciistica che offre numerose pista da sci per gli appassionati degli sport invernali. Capo Imperatore è stato anche il luogo dove venne imprigionato Mussolini nel settembre del 1943 e successivamente liberato da dalle forze speciali naziste comandate dal capitano delle SS Otto Skorzeny. Oggi Campo Imperatore è un hotel posto sulla vetta che si affaccia sulla valle e da dove partono numerosi sentieri che si inerpicano sul Gran Sasso. Quindi che dire: il consiglio che vi posso dare è quello di andare a scoprire questi favolosi posti che il nostro paese riserva ancora. Luoghi incontaminati, dove si respira aria pulita e ricchi, come solo il nostro paese sa offrire, di curiosità naturalistiche e storiche. L’Italia è ancora un bel posto, scopriamolo.

Riga

Se stavate cercando un paese caldo, soleggiato, dove in qualsiasi stagione si può andare al mare, allora ve lo dico subito, fermatevi qui e non leggete questo articolo. Se invece siete persone curiose, desiderose di viaggiare e scoprire culture differenti dalla nostra, allora vi do un consiglio, continuate a leggere. In questo piccolo articolo voglio condividere con voi la mia esperienza di studio all’estero. Il paese, dove ho deciso di trascorrere nove mesi della mia vita, è la Lettonia.

La Repubblica della Lettonia, con poco più di due milioni di abitanti, è un paese non molto conosciuto nella cultura popolare italiana. Il suo territorio, grande quasi come tutto il nord Italia, si trova alla stessa latitudine della Scozia e questo la dice lunga sulle rigide temperature del luogo. La mia piccola avventura è iniziata il 1° settembre del 2014, quando, con volo low cost Ryanair, sono atterrato all’aeroporto internazionale di Riga. La capitale della Lettonia (Riga appunto) è il più grande centro culturale, universitario e commerciale di tutti e tre i paesi baltici. Capitale della cultura europea nel 2014, con i suoi 700 mila abitanti, negli ultimi anni è diventata una città sempre più moderna, giovanile e cosmopolita. Quando vi troverete a fare un giro per il centro storico infatti resterete facilmente sorpresi dalla quantità di foreign people che affollano la movida notturna della capitale. Orientarsi nella città è tutt’altro che difficile: essendo una metropoli relativamente grande, il centro storico, tuttavia, è molto piccolo. A delimitare la Old Town dalla New Town è il canale d’acqua, percorribile anche in battello, utilizzato un tempo come fossato per difendere la città dagli attacchi dei nemici. Oggi invece, grazie a un programma di risistemazione urbana, quello che era un fossato, è diventata una bellissima oasi verde incastonata nel cuore del centro cittadino. Nella Città Vecchia, quindi, è possibile trovare qualsiasi cosa vogliate. Dagli ostelli più economici fino agli hotel di lusso più rinomati; ma anche ristoranti, pub, supermercati, chiese, monumenti e musei. Se siete amanti della cucina e soprattutto curiosi di provare nuove ricette allora vi consiglio di pranzare al Lido, famosa catena di ristorazione lettone; non ne resterete assolutamente delusi. Locale spartano, semplice, pulito e con un servizio self service, ma con un rapporto qualità prezzo a dir poco eccellente. Dopo aver visitato il campanile della Cattedrale di San Pietro e passeggiato nel lungofiume Daugava, per l’ora di aperitivo recatevi senza dubbio al Radisson Hotel. Se stavate cercando un buon point of view per scattarvi un selfie allora questo è il posto giusto. Una volta entrati nella hall dell’albergo prendete l’ascensore per lo skybar situato al ventiseiesimo piano. Vi assicuro che sorseggiare una birra ammirando il tramonto sulla città è qualcosa che difficilmente riuscirete a dimenticare. Infine per l’ora di cena, per inserirvi definitivamente nel tessuto sociale della città, recatevi in uno dei locali più tipici, e più affollati del centro: ALA Bar. Situato in Peldu iela (nel pieno della città vecchia) il locale è uno dei più belli, famosi e caratteristici di tutta la Lettonia, con musical dal vivo, ottimo cibo e una clientela molto giovanile.

Nei miei tre trimestri di permanenza nella città ho avuto la fortuna di vivere tutte e quattro le stagioni, e posso confermarvi che la più bella e affascinante è l’autunno. In primo luogo per le tipiche alternanze cromatiche della stagione, che rendono la città di una bellezza mozzafiato, e in secondo perché il 18 novembre è festa nazionale, rendendo più affascinante e caratteristica la vostra permanenza nella città. Riga, come già detto, non offre solamente divertimento o relax. Grazie all’entrata nell’Unione Europea, e ai massicci investimenti da parte del governo nel settore del turismo e soprattutto nell’istruzione, la capitale è diventata un’ambita meta universitaria dei giovani studenti erasmus come il sottoscritto. Numerosissimi sono i poli universitari della capitale come la Latvijas Universitāte fondata nel 1919 o la Rīga Stradiņš Universitāte, famosa soprattutto per gli avanzati corsi di medicina. Strutture all’avanguardia come la Biblioteca Nazionale della Lettonia (dove si sono svolti importanti meeting internazionali) hanno creato una vera e propria vetrina sul mondo per una città che, fino a pochi anni fa, era ancora incatenata al grigio ricordo dell’occupazione sovietica. Finita la seconda guerra mondiale infatti la Lettonia, insieme all’Estonia e Lituania, fu ri-occupata dai russi e divenne una paese satellite dell’URSS. Una repressione, durata più di quarant’anni, che ancora oggi i lettoni non vogliono dimenticare per rispetto delle numerosissime vittime delle deportazioni, decidendo così di istituire il museo dell’Occupazione, che vi consiglio vivamente di visitare. Una volta Caduto il muro di Berlino, nel 1989, la Lettonia fuggì letteralmente dal mondo comunista, abbracciando le nuove politiche della comunità europea e divenendo in poco tempo uno dei baluardi dell’occidente nell’Europa dell’est. Nel 1999 infatti vennero aperti i negoziati di adesione per l’entrata nell’Unione, conclusi nel 2003 quando venne firmato il definitivo trattato. Dieci anni più tardi, il 1° gennaio 2014, invece la Lettonia entra ufficialmente nella zona euro divenendo così il primo paese baltico ad adottare la moneta unica. Ma la Lettonia non è solamente Riga.

La particolarità geografica di questa nazione è soprattutto una: le montagne, o meglio, le non montagne. La Lettonia infatti, salvo alcuni sporadici rilievi, è interamente piatta e coperta da foreste. La monotonia geografica della paese, può sembrare di primo impatto un punto a sfavore per il turismo del paese; ma in realtà, soprattutto per noi italiani, visitare ed esplorare paesaggi totalmente differenti dai nostri attribuisce al posto quel pizzico di novità e curiosità necessario per quando ci troviamo all’estero. Detto questo non perdetevi di visitare la cittadina sul mare di Jūrmala, raggiungibile con venti minuti di treno dalla capitale, per fare lunghe passeggiate, possibilmente in primavera o estate, nei suoi chilometrici litorali. Oppure recarvi al parco nazionale del Gauja, istituito nel 1973, e divenuto oggi uno dei gioielli naturalistici della nazione.

Norimberga

Norimberga è forse una delle città più famose ma anche tra le meno visitate della Germania. La moderna capitale Berlino e la goliardica Monica di Baviera esercitano senza dubbio una fascino maggiore sulla scelta dei turisti, condannando quindi Nürnberg a diventare la “ruota di scorta” dei viaggiatori amanti della Germania. Ma Norimberga è un luogo capace di offrire tutto quel che si voglia da una città. Cultura, musei, parchi, negozi e divertimento.

Quando la sentì pronunciare per la prima volta fu sui libri di storia, quando appresi che nel 1935, proprio in questo luogo, furono emanate le famose leggi di Norimberga che diedero il via alla persecuzione degli ebrei. Il fascino della classica città medioevale bavarese misto al contesto storico sulla quale è diventata tristemente famosa nel Novecento, ha fatto di Nämberch (come viene scritta nel dialetto germanico) una città, dal mio punto di vista, da consigliare ad amici e conoscenti. Ma andiamo con ordine. Atterrati all’aeroporto internazionale Albrecht Dürer (in onore al famoso pittore) pur essendo fine dicembre il clima era ottimo. Freddo ma secco; con qualche brezza di vento ma tuttavia quasi piacevole. Un clima adatto per lunghe passeggiate nel centro storico della città e ideale per fermarsi nei tradizionali banchetti di natale senza congelare dal freddo.

DAY 1

La prima cosa che lascia sorpresi è la straordinaria efficienza dei mezzi pubblici. Pur essendo una città di modeste dimensioni (500 mila abitanti) il servizio di trasporto urbano è stato eccezionale. Dalla stazione metro dell’aeroporto dopo appena sette fermate della linea U3 (quella rossa per intenderci) ci siamo trovati alle porta della Old Town della città. Per nostra scelta abbiamo deciso di alloggiare in un residence situato a pochi passi dalla cattedrale di San Lorenzo, esattamente nel cuore del centro storico. Tuttavia con la minima ricerca sui portali online dedicati al turismo (Airbnb, Booking, Trivago) potete trovare facilmente sistemazioni economiche e vicine al centro.

Ma che cosa offre Norimberga? Seconda città per importanza e per numero di abitanti del Land della Baviera, dal punto di vista culinario non ha nulla da invidiare ad altri luoghi della nazione. Piatto tipico del posto è la salsiccia bianca. Vi consiglio di assaggiarla con una fetta di pane nei numerosissimi chioschi che sorgono come funghi tra le piazze e vie delle aree turistiche. Con appena 4 euro potete gustarvi una birra con un eccezionale panino con la salsiccia.

Ma il vero piatto forte della città è il suo fascino storico e culturale. Città natale del pittore Albrecht Dürer, Norimberga presenta numerosissime chiese e piazze da ammirare nell’arco della vostra vacanza. Quello che vi consiglio è di recarvi ad ammirare il tramonto sulla città dal bellissimo point of views del Castello Imperiale. Se doveste decidere di andare nella città a capodanno, come abbiamo fatto noi, non arrivateci troppo tardi perché rischierete di non trovare posto. Tuttavia la vista dal Castello vi lascerà, soprattutto allo scoccare della mezzanotte, a bocca aperta.

DAY 2

Il secondo giorno abbiamo deciso di dedicarli esclusivamente ai musei: il primo è stato il Palazzo della Giustizia. Fu proprio qui che tra il novembre del 1945 e ottobre del 1946 i principali gerarchi nazisti furono processati e giudicati dal primo tribunale internazionale della storia, in quello che passò agli annali come Processo di Norimberga. Il museo offre l’opportunità di ascoltare (con appositi auricolari con audio in italiano) spezzoni inediti dei dibattiti che si tennero nella aula 600 del palazzo. Quello che compisce maggiormente una volta entrati nella sala è la vista della tribuna degli imputati dove settant’anni fa sedettero personalità del calibro di Hermann Göring.

DAY 3

Secondo luogo da non perdere è la famosa Area dei raduni di Norimberga. Progettata dall’architetto nazista Albert Speer, il gigantesco complesso di anfiteatri, tribune e piazze fu costruito a partire dal 1933 e solo parzialmente concluso a causa dello scoppio della guerra nel 1939. Quello che possiamo ammirare oggi è solamente lo scheletro di quello che sarebbe dovuto diventare quel posto. Norimberga infatti, nell’idea originali di Hitler, doveva diventare il simbolo stesso del nazionalsocialismo e fu scelta, proprio per questa ragione, come città per ospitare annualmente i raduni nazionali del partito. Per raggiungere il luogo dovete prendere il tram 6 o 8 e scendere al capolinea Doku-Zentrum. Una volta sul posto vi consiglio di recarvi soprattutto a visitare quel che rimane della tribuna del Campo Zeppelin, dove ogni anno Adolf Hitler tenne i suoi famosi comizi davanti a folle di migliaia di persone.

La nostra piccola esperienza purtroppo si è conclusa dopo questa interessante visita. Tuttavia in appena tre giorni abbiamo potuto assaporare la tipica ambientazione tedesca bavarese, ammirando una delle città più famose della Germania.

Tallinn

Si vi piace la classica ambientazione dal nord europa con un misto di lugubre e affascinante ritocco ambientazione in stile post Unione Sovietica allora la vostra meta ideale è Tallinn.

Capitale dell'Estonia, da alcuni decenni si contende il primato con le rivali Riga e Villnius come città più bella dei paesi baltici. Tallinn, dal mio punto di vista è il vero gioiellino delle tre repubbliche del nord est europa. Con un centro storico tirato a lucido e una efficiente rete di comunicazioni, è diventata negli ultimi anni una delle tappe preferite da turisti di qualsiasi genere di età e provenienza. Il centro abitato è anche un importante snodo di comunicazione con la Finlandia (la città dista solo 80 km di navigazione dalla capitale Helsinki) e la Russia. Come dicevo, la parte più affascinante del luogo è la Città Vecchia. Questa zona si trova in una collina che sovrasta la parte più moderna della città e il porto sottostante. Il centro storico è stata inoltre decretato patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO e quindi contenente la maggior parte della attrazioni culturali. Il primo luogo più interessante è il Castello di Tompea, un tempo residenza degli zar di Russia, oggi invece sede del parlamento estone. In prossimità del castello potete godere di una vista a 360 gradi che sovrasta tutta la città e sbizzarrirvi con tutti i selfie o le Instagram story che volete. Tappa fondamentale è anche una visita al famoso palazzo di Rigigoku oggi sede del parlamento. Situato nel mezzo della Città Vecchia il parlamento ha una forte valore simbolico per i cittadini estoni, essendo stati per moltissimi anni soprassi dall'influenza dell'Urss. Infine girando per il centro storico fermatevi ad ammirare la bellezza della Piazza del Municipio, vero cuore pulsante della città soprattutto nel mesi pre natalizi con i loro favolosi mercatini.

Ma Tallin è una città che offre anche grande divertimento. La sera, sempre nella Old Town, potete trovare una grande quantità di locali e birrerie adatti per chiunque voglia passare una piacevole serata a costo praticamente zero. Insomma il mio consiglio è quello di andare a Tallin, forse non di inverno a causa delle rigide temperature (la longitudine è uguale a quella della Scozia) ma in primavera o autunno invece potrebbe essere una piacevole esperienza.

Annecy

Se avete poco tempo a disposizione e soprattutto il desiderio di abbandonare la città, allora questo posto fa sicuramente al caso vostro. Annecy è un comune francese di 50 mila abitanti e capoluogo del dipartimento dell'Alta Savoia. Un tempo situata in territorio italiano, questa cittadina, insieme a Megévé, è il vero gioiello delle alpi francesi. Affacciata sull'omonimo lago, Annecy è una cittadina che offre moltissime cose da fare: dalla bici, alla canoa fino al parapendio. Le sue acque, grazie a un programma di risanamento avviato negli anni '50, sono state classificate di recente come le più pulite d'Europa. Infatti, quello che colpisce una volta arrivati sulle sponde del lago è il forte colore azzuro-verde cristallino; un mix assolutamente affascinante.

Il nostro soggiorno ad Annecy è durato un paio di giorni ma è stato assolutamente pieno di cose da fare: il day 1 abbiamo affittato un tandem (bicicletta per due persone) lanciandoci in una pedalata intorno al lago. Il tragitto è lungo 40 chilometri e interamente percorribile nella in pista ciclabile, senza quindi il pericolo delle macchine. Per fare uno spuntino o una pausa potete fermarvi nei numerosi punti di ristoro situtati lungo il percorso. Il secondo giorno invece abbiamo decido di affittare una canoa per addentrarci nelle splendide acque del lago. Questa sicuramente è stata l'escursione più bella e faticosa della vacanza perchè permette di vedere tutto sotto un altro punto di vista. Quindi che dire, per un week end di primavera o estate questo può essere un posto che fa per voi.

Sicilia

Fantastica. Forse non esiste un miglior aggettivo per definire questa regione d'Italia. Seppur con una storia passata e presente molto travagliata, la Sicilia (regione più grande del paese) è un luogo che unisce bellezze naturalistiche e storiche uniche nel loro genere. Dato il poco tempo a disposizione vederla tutta è stato quasi impossibile. Nonostante questo però siamo riusciti a gestire i nostri sei giorni nel miglior modo possibile:

DAY 1 - SCOPELLO

Il primo giorno l'abbiamo dedicato a Scopello, più preciamente alla Tonnaro di Scopello. Questo luogo, in antichità piccolissimo borgo di pescatatori, oggi è diventato una delle mete più frequentate dai turisti. Il nostro consiglio è di recarvi sul posto abbastanza presto e munirvi di maschera o occhialini per immergervi nelle splendide acque cristalline.

DAY 2 - SAN VITO LO CAPO

Il secondo giorno abbiamo continuato il nostro tour verso San Vito lo Capo. Gioiellino turistico dell'isola, è diventato famosissimo soprattutto per la spiaggia chilometrica con il promontorio del monte Monaco sullo sfondo. Non proprio economico però ne vale assolutamente la pena.

DAY 3 - ERICE

 Passata la notte a San Vito la mattina seguente abbiamo deciso di recarci in cima al paesino di Erice. In antichità roccaforte degli spagnoli, oggi è un delizioso borgo in pietra situtato a 750 metri sul livello del mare. La passeggiata nelle mura della città con la vista sulla città di Trapani è qualcosa di davvero unico ed è stata scelta come location principale da Pif per il film In guerra per amore.

DAY 4 - SCALA DEI TURCHI

Il giorno successivo, dopo una breve sosta al Tempio di Segesta, siamo andati a Realmonte, cittadina che si trova in prossimita della Scala dei Turchi in provincia di Agrigento. Questo luogo (la Scala dei Turchi) è una roccia calcarea a picco sul mare di colore bianchissimo. Recarsi sul posto nelle ore più calde della giornata permette di ammirare il vero colore bianchissimo della roccia. Questa tappa è assolutamente obbligatoria per chiunque voglia andare in Sicilia.

DAY 5 - VALLE DEI TEMPLI

 Il nostro quinto giorno l'abbiamo dedicato allla Valle dei Templi. Questo luogo, in prossimità della città di Agrigento, è uno dei siti archeologici, insieme Partenone di Atene, meglio conservati del mondo. Andare a visitare i templi nelle ultime ore del giorno con la luce del tramonto vi permetterà di scattare delle foto davvero uniche.

DAY 6 - PALERMO

 L'ultima tappa infine è stato tutta dedicata alla città di Palermo. Dopo aver fatto un tuffo nella favolosa spiaggia di Mondello ci siamo recati a visitare i monumenti eretti in ricordo dei giudici Falcone e Borsellino, uccisi dalla mafia nella primavera ed estate del 1992. Capaci e via d'Amelio sono tappe obbligatorie per commemorare due persone che hanno fatto della lotta alla mafia la loro ragione di vita.

Paesi Baschi

L’unico modo per conoscere a fondo una nazione, secondo me, è quella di andare a scoprire i posti più peculiari del luogo. Proprio per questo motivo, durante il nostro road trip spagnolo, abbiamo deciso di recarci nella regione dei Paesi Baschi.

Area autonoma della Spagna, insieme alla Navarra, formano quello che è chiamato territorio bascofono spagnolo, detto anche Euskal Herria. La prima impressione, una volta entrati in territorio basco, è quella di non trovarsi in Spagna. Situata nel nord della nazione, al confine con la Francia, questa regione presenta caratteristiche geografiche diverse rispetto a tutta la nazione. Verdissime montagne ricoperte di alberi di pino con grosse scogliere a picco sul mare la rendono diversa rispetto agli standard tipici della Spagna. Proprio per questo motivo i Paesi Baschi sono diventati una della aree più affascinanti del paese. Le prime notti abbiamo decise di passarla nella città di Bilbao. Nonostante sia il centro abitato più grande della regione non le è stato riconosciuto il ruolo di capoluogo, essendo la sede amministrativa situata nella città di Vitoria-Gasteiz. Bilbao tuttavia, con i suoi 350 mila abitanti, è una città molto moderna, importante snodo portuario e dotata di un’efficientissima rete di comunicazione urbana. Situata lungo il fiume Nervión, la città, si estende fino al golfo di Biscaglia, posto perfetto per passare una giornata al mare e dedicarsi al surf. I luoghi più interessanti invece sono soprattutto il Guggenheim Museum Bilbao, museo d’arte contemporanea situato sulle sponde del fiume. La parte più particolare dell’esposizione è soprattutto il Ragno, enorme statua a forma di ragno costruita dalla scultrice francese Louise Bourgeois nel 2001. Passati due giorni a Bilbao ci siamo rimessi in viaggio in direzione San Sebastián. Agglomerato urbano di 150 mila abitanti è il vero gioiello dei Paesi Baschi. Il consiglio è quello di andare nel posto nella settimana di ferragosto durante la semana grande; settimana in cui 24h su 24h la città si immerge in una festa continua con balli e concerti in tutte le via e piazze. Il suo golfo, con le enormi spiagge che durante il giorno avanzano e arretrano a causa della marea, la rende una delle zone più visitate dei Paesi Baschi. Quindi che dire, forse non saranno famosi come le Canarie o Barcello, ma i Paesi Baschi meritano assolutamente una visita.

Sri Lanka

Sri Lanka Sri Lanka, la lacrima dell’India

Un piccolo Paese nel quale si racchiudono tre differenti culture, estremamente diverse le une delle altre, nel quale è possibile apprezzare una natura incontaminata e lussureggiante, dal mare alla montagna. Questi sono alcuni dei motivi che hanno spinto me e altri quattro amici a partire. Oltre a questo, la possibilità di unire il surf alla scoperta di questi paesaggi ha giocato un ruolo importante. Inoltre l’unicità dei singalesi è facilmente dimostrabile raccontando questo loro “strano” modo di comunicare: per dire “si” scuotono la testa nel modo che noi interpretiamo come “no” (questo ha creato diversi attimi di perplessità durante il viaggio).

Il mio viaggio è iniziato a Colombo, capitale dello Sri Lanka, in cui non siamo rimasti oltre il tempo necessario per conoscere la nostra guida Rajith. Con lui, infatti, ci siamo subito diretti verso la tappa successiva, Galle, con una doverosa sosta a Hikkaduwa, piccolo paesino di pescatori in cui abbiamo potuto fare il primo bagno dopo il lungo viaggio. Dopo circa 3 ore di macchina siamo arrivati a Galle, una città di chiaro stampo coloniale inglese. Tipico della città, il faro che svetta sul lungomare. Una volta visitata la città, ci siamo spostati poco più a est sulla costa, a Unawatuna, per la notte. La mattina seguente ci siamo goduti le splendide spiagge che si susseguono sulla costa con uno stop obbligato per provare le onde dello Sri Lanka.

Verso sera ci siamo recati a Tissamaharama, poco più nell’entroterra. Questo piccolo paesino è situato in una posizione strategica perché si trova alle porte di una delle due grandi riserve delle Sri Lanka, Yala, che è stata la meta del nostro terzo giorno. Svegli ancor prima dell’alba, ci siamo diretti verso la riserva, dove abbiamo potuto godere di una delle più belle albe mai viste.

All’interno del parco giravano liberi ogni sorta di animali: scimmie, cinghiali, coccodrilli, bufali, elefanti (che purtroppo siamo riusciti a vedere solo in lontananza) e ghepardi. Questi ultimi va detto che però non sono così facile da incontrare: parlando con altri turisti conosciuti nel corso della vacanza, abbiamo scoperto che molto spesso non si riescono a vedere affatto.

Una volta terminato il giro all’interno della riserva, ci siamo spostati ad Arugam Bay, meta famosissima per il surf e in quanto tale molto turistica e piena di giovani. Purtroppo in questa spiaggia sono riuscito oltre che a rompere le pinnette della tavola urtando uno scoglio, a tagliarmi un piede contro il corallo. Questo mi ha permesso di capire che persone meravigliose siano i singalesi: tornato al noleggio, il ragazzo, vedendo il mio piede che sanguinava copiosamente, ha subito attivato una rete di amici e colleghi che nel giro di pochi minuti gli hanno fatto avere ghiaccio, garze e bende per potermi medicare la ferita. Nonostante questo piccolo inconveniente il soggiorno ad Arugam Bay è stato estremamente positivo, complici anche le varie feste in spiaggia o nei bar dove abbiamo potuto conoscere ragazzi da tutto il mondo.

Il nostro viaggio quindi è proseguito nell’entroterra, in particolare ad Ella, cittadina situata sul fondo di una profonda valle e punto di partenza di diversi percorsi di trekking. Quello scelto dalla nostra guida è stato quello verso Ella’s Rock, una terrazza di roccia a strapiombo sulla valle. Circa 2 ore e mezza di cammino, da effettuare all’inizio sulle rotaie della ferrovia (ferrovia assolutamente funzionante!) per poi deviare e iniziare la vera salita, scortati da un signore locale che saliva munito di un semplice paio di ciabatte ad una velocità difficilmente sostenibile. Inutile dire che lo spettacolo che si è aperto ai nostri occhi una volta arrivati in cima era di rara bellezza (ovviamente apprezzabile solo una volta recuperato fiato!). Tornati giù a valle all’imbrunire, abbiamo cenato e siamo andati a dormire preparandoci per il giorno dopo, in cui avremmo fatto una delle esperienze più belle di tutta la vacanza: il treno.

Partiti dalla stazione di Ella, abbiamo preso questo treno, che, attraversando tutto l’entroterra e passando in mezzo alla giungla, regala, a noi turisti, panorami mozzafiato nonché scorci di vita quotidiana all’interno dei vagoni. Una volta scesi dal treno, ad attenderci c’era sempre il nostro Rajith che ci ha accompagnato nella cittadina di Nuwara Elya. Inutile dire che le temperature delle spiagge del sud ormai ci avevano abbandonati, dovendo ricorrere, complice anche la pioggia, ad un abbigliamento più pesante. La cittadina di per sé non era nulla di che, ma la campagna che la circondava compensava abbondantemente: piantagioni di tè a perdita d’occhio, cascate, giungla, montagne e colline.

Tappa successiva è stata la vecchia capitale, Kandy, estremamente viva e ricca di storia. Assolutamente consigliato il parco botanico, dove siamo stati “assaliti” dalle scolaresche locali in gita come se fossimo dei VIP. Il nostro soggiorno a Kandy è valso ulteriormente la pena per un altro motivo: siamo capitati, infatti, in quel periodo dell’anno in cui si celebra la festa chiamata Esala Perahera, una cerimonia in onore di Buddha, in cui viene onorata la sacra reliquia del dente di Buddha, portata in trionfo per 10 giorni, da elefanti, danzatori e acrobati. La festa ha un’importanza tale che ci siamo trovati a camminare la mattina sotto un sole cocente, scansando i fedeli già appostati sui marciapiedi per guadagnarsi le posizioni migliori in vista della celebrazione della sera. Assolutamente da visitare, poi, il palazzo imperiale, nel quale per il resto dell’anno viene custodito il dente di Buddha.

Lasciata Kandy ci siamo diretti verso Dambulla, altra cittadina posizionata strategicamente per visitare due siti archeologici estremamente unici nei loro generi: il tempio d’oro di Dambulla e Sigiriya Rock. Il primo è un insieme di cinque templi scavati nella roccia, all’interno dei quali si trovano sculture raffiguranti Buddha in diverse posizioni con altrettanti diversi significati. Come molte delle mete di pellegrinaggio in Sri Lanka, anche il tempio d’oro si trova in cima a una lunga scalinata, al termine della quale è possibile apprezzare un bellissimo panorama.

Sigiriya Rock invece merita una menzione speciale perché unisce lo spettacolo della natura alla storia dello Sri Lanka. Si tratta di un’enorme roccia alta 370 metri situata nel mezzo della pianura, sulla cui sommità sono presenti le rovine di un antico palazzo. Va da sé che la vista dalla cima è a dir poco incredibile. Una delle curiosità riguardanti questo sito sono le api: nell’ultimo tratto della salita sono presenti diversi cartelli che ammoniscono turisti e non, a non fare rumore per evitare di essere attaccati. È possibile infatti osservare gli enormi alveari attaccati alla roccia, pochi metri più in là rispetto alle scale, e, in alcuni momenti, anche il loro ronzio.

Lasciata Dambulla, ci siamo diretti verso la nostra ultima tappa, Trincomalee, villaggio di pescatori situato sulla costa est. Qui la nostra guida ci ha salutati, con l’accordo di ritrovarci a Colombo prima della partenza. Da Trincomalee è possibile partire in motoscafo in escursioni organizzate, verso Pigeon Island, un parco naturale in cui fare snorkeling fra pesci colorati, coralli e squali. La bellezza dell’isola, e soprattutto del mare, è veramente di difficile descrizione. Inoltre per gli amanti del diving, davanti a Trincomalee sono presenti diversi siti in cui fare immersioni. Uno dei più caratteristici è la scogliera sotto il tempio indù di Trincomalee dove sono immerse diverse statuette provenienti dal tempio stesso. Anche qui abbiamo potuto apprezzare la bontà di questo popolo grazie al proprietario dell’ostello in cui eravamo, che ci ha offerto 2 piatti di “roti” (uno degli snack tipici dello Sri Lanka composto da un sottile strato di sfoglia ripieno di verdura o carne o pesce debitamente speziati) mentre eravamo in veranda ad ammirare il tramonto sulla spiaggia.

Da Trincomalee, nostro malgrado, ci siamo spostati di nuovo a Colombo in treno (un viaggio che nonostante fosse di poche centinaia di km è durato circa 11 ore a causa della velocità del treno che non supera mai i 40km/h). Nemmeno a dirlo, a Colombo ci aspettava Rajith, che ci ha ospitato a casa sua, presentandoci la famiglia e preparandoci la nostra ultima cena singalese.

Concludendo si può dire che lo Sri Lanka è un paese di rara bellezza, sia naturalistica che storica, reso ancora più bello dalla popolazione che lo abita.

Bratislava

Una sera di metà settembre io e il mio amico Michele abbiamo deciso che Bratislava sarebbe stata la nostra prossima avventura. Sicuramente meno conosciuta delle città più famose dell'est come Praga o Budapest, Bratislava (capitale della Slovacchia) si è rivelata negli ultimi anni un importante polo turistico e  commerciale. Con i suoi 500 mila abitanti è la città più grande e ovviamente importante della nazione. Il suo centro storico nasce sulle rive del Danubio dove sorge il famoso ponte di Novy Most costruzione all'avanguardia che collega il quartiere di Petrzalka con la Città Vecchia. Seppur costruito in piano periodo sovietico il ponte è diventato un simbolo della città che nonostante tutto rievoca un passato non troppo lontano della città. 

Girando per il centro storico (visitabile tranquillamente in un giorno a piedi) la prima tappa che dovete assolutamente provare è quella di recarvi al Castello. Situato sulla sommità della collina che sovrasta il Danubio e la città, il castello, un tempo dimora del re di Ungheria, oggi è la sede di incontri di governo o summit internazionali. Dalla sommità è possibile ammirare tutta la bellezza della città soprattutto la sera quando vengono proiettate sulle mura una diversa tonalità di luci che rendono il tutto molto affascinante. Tornando a piedi nella città vecchia l'edificio storico più alto che svetta sopra tutto le case è la Cattedrale di San Martino. Seppur non essendo nulla di entusiasmante al suo interno tuttavia merita una rapida visita essendo stato il luogo dove vennero incoronati tutti i re ungheresi nell'antichità. Poco fuori il centro invece si trova il Palazzo Grasalkovic, considerato il palazzo più importante della nazione e oggi sede del Presidente della Slovacchia. Il palazzo munito di un giardino francese e con decorazioni in stile tardo barocco merita assolutamente una visita. 

 

Lasciandoci alle spalle tutta la cultura dedichiamoci adesso al divertimento: Bratislava per questo offre una quantità di locali, pub e discoteche a presso stracciato con la possibilità di completare un serata con cena, birre e tavolo in discoteca con non più di 30 euro a persona. Il nostro consiglio è anche quello di recarvi all'Samsung Arena dove ogni settimana gioca la HC Slovan Bratislava la più forte squadra slovacca di hockey. Andare a vedere i giocatori professionisti immersi nel tifo di casa è qualcosa di unico. 

 

Tokyo

GIAPPONE:

Premessa:

voglio sfatare il mito che se non si è pieni di soldi in giappone non ci si può andare, in realtà non ci si può andare solo se si è pieni di ehm... "storie" , infatti,  se non avete troppe pretese, potrete affrontare il Giappone "on the road" o "on the bus" come me, con un budget davvero davvero limitato! 

..sul Giappone c'è davvero tanto da dire.. sono una popolazione davvero strana.. ma alla fine una cosa vi rimarrà nel cuore più di tutte... nelle foto avete visto il wc giapponese? Lo sapete che fa un sacco di cose? Musichette per coprire i vostri rumorini, tavoletta riscaldata, spruzzata d'acqua per lavarvi e spruzzata di deodorante post voi sapete cosa! Non potrete più farne a meno... 

CONSIGLI E COSE DA SAPERE: 

- VISTO: si ottiene gratuitamente all'arrivo in aeroporto

- TELEFONO: All'arrivo in aeroporto a Tokyo  ci sono delle macchinette che vi scannerizzeranno il passaporto e vi rilasceranno dei codici con cui accedere a tantissime linee wi-fi che incontrate in giro per Tokyo.                                    In generale comunque i wi-fi sono ovunque 

- il Giappone offre agli stranieri in visita la possibilità di acquistare il "Japan Rail Pass" (da acquistare  prima della partenza dall'Italia, una volta in Giappone non sarà più acquistabile) è un pass della durata di 7,14 o 21 giorni consecutivi al prezzo di 211, 336 o 431 euro, con il quale potrete  viaggiare sui famosissimi treni "supersupervelocissimi" Shinkansen ,  che collegano tutte le città giapponesi! Per carità... fighissimi, ma a mio parere però non convenientissimi! 

- Se anche voi, come me, andate al risparmio vi consiglio la compagnia di Autobus "Willer Bus" che collega le varie città giapponesi con  trasferimenti notturni in pullman (sono anche molto comodi). Per il costo di 73, 88 o 110 euro  la compagnia vi offrirà la possibilità di viaggiare a bordo dei bus per 3, 5 o 7 giorni NON consecutivi nell'arco di 2 mesi, palesemente molto più economici ma anche più pratico perché viaggiando di notte sui bus non si perde tempo sui treni diurni. 

- Per i mezzi pubblici invece io vi consiglio di acquistare un "must have"  giapponese le carte "Suica" "Pasmo" o "Icoca" (valide a seconda delle città dove andrete), sono carte ricaricabili contactless che si acquistano alle macchinette nelle stazioni, con quelle potrete pagare quasi tutto, spesa al supermercato, mezzi pubblici, distributori automatici (frequentissimi in tutto il Giappone).

- Ricordatevi che in  qualsiasi mezzo pubblico c'è sempre silenzio, molto silenzio! Comportatevi bene, non parlate a voce alta, al telefono, NON portate cibi e bevande, i giapponesi non lo apprezzano. 

- Una cosa importante.. non soffiatevi mai, MAI il naso per strada, per loro è una cosa tremenda, se proprio avete bisogno di farlo nascondevi da qualche parte, o andate in un bagno. 

- Tornando al discorso di prima,  se cercate di risparmiare il più possibile vi consiglio anche una soluzione per dormire in centro città con pochi soldi (astenetevi se non siete avventurieri squattrinati) gli Internet Cafè, non nascono per dormirci, ma spesso anche i giapponesi lo fanno, sono piccole stanzette che vengono teoricamente affittate per giocare ai video games o leggere i fumetti Manga, nessuno però vi vieta di dormire, quindi con 15 euro a notte e magari una bella copertina portata nello zaino, probabilmente quella fregata in aereo (ma ricordatevi che rubare è un reato penale) ... ah... e in quasi tutti gli i.c. c'è la doccia!

- Se continuate ad essere squattrinati, o se semplicemente siete in giro,  avete lasciato l'albergo e non avete voglia di portarvi dietro tutto il giorno la valigia, in quasi tutte le stazioni e sparsi per la città troverete un deposito bagagli, sono degli armadietti chiamati "coin locker", nei quali per qualche euro al giorno potrete lasciare i bagagli per massimo 3 giorni consecutivi; 

- Ricordatevi di iscrivervi sul sito del Ministero degli Esteri "Dove siamo nel mondo"  indicando tutte le tappe del vostro viaggio, sperando non accada mai nulla, ma è sempre meglio essere previdenti.

Alla fine di tutto però vorrei dirvi una cosa, io per questo super viaggione, arrangiandomela un po' da squattrinata, sono riuscita a spendere "solo" 1.135 euro, che per carità, so che sono soldi e me li guadagno anche io, però per 2 settimane dall'altra parte del mondo penso sia una cifra più che accettabile!

 

Ecco le cose che non potete proprio perdervi in un Viaggio a Tokyo!

1) La zona di Shinjuku (quella che i Giapponesi chiamano "il secondo cuore di Tokyo")

- fate assolutamente un passo sulle terrazze panoramiche gratuite al 45° del "Tokyo Metropolitan Government Building", e siccome sono gratis ed aperte alternativamente tutti i giorni dalle 9.30 alle 23, vi consiglierei dei andarci sia di giorno che di sera.

- Shinjuku Gyoen, un parco di 57 ettari, voluto nei primi del novecento come parco all'occidentale, anche se ospita, un giardino giapponese con un laghetto dove nuotano carpe giganti ed una serra con piante tropicali.

- La stazione di Shinjuku è la stazione più frequentata del mondo, con oltre 3,5 milioni di persone che transitano ogni giorno, che equivalgono a circa 200.000 persone ogni ora. Attenzione a non perdervi dentro questa stazione, ci sono varie stazioni appartenenti a diverse compagnie, ma la principale e la più famosa è quella della JR nella quale potete trovare anche la celebre linea Yamanote, nella quale nelle ore di punta potrete vedere gli addetti ai treni spingere letteralmente dentro i treni i passeggeri!

- Kabukicho, è la zona a luci rosse più famosa di Tokyo ad ogni angolo troverete locali di streap-tease e love-hotel (hotel a ore molto riservati) e sale assordanti dove si gioca il pachinko, un gioco d'azzardo che ad oggi non ho ancora capito. Nasce come zona per far svagare i pendolari prima che tornassero in periferia.

In zona troverete anche il santuario Hanazono-ja, che al contrario del Pachinko sarà moto rilassante e silenzioso, se riuscite andateci al tramonto, ci sono delle lucine veramente carine! - Non perdetevi Golden Gai, è un luogo veramente magico. Si tratta di una zona con circa 200 minuscoli bar in cui possono entrare dai cinque ai dieci clienti ciascuno.

2) La zona di SHIBUYA-KU e HARAJUKU

Lo Shibuya Crossing è sicuramente l'incrocio più trafficato e conosciuto al mondo, si stima che ad ogni attraversamento, nelle ore di punta, si incrocino circa 1000 persone!

Davanti alla stazione c'è la statua di Hachiko, il cane più famoso del Giappone, molto gettonata ma non un granchè. Shibuya è molto conosciuta per la vita notturna, ad ogni angolo troverete club con musica dal vivo In questa zona potrete trovare altre due particolari attrazioni, la "Love Hotel Hill" una collina brulicante dei love hotel che vi dicevo prima, nel caso vi interessasse, sappiate che non verrete neanche a contatto con il personale degli "alberghi" pagherete attraverso una fessura senza vedere in faccia nessuno!

Santuario Meiji e Yoyogi Park: E' il Santuario Shintoista più grande di Tokyo. Vi consiglio di andarci la domenica quando al parco si riversano orde di Corsplayer, passatempo molto in voga nei giapponesi, che consiste nel travestirsi da personaggi di cartoni, videogiochi o fumetti.

3) zona di ASAKUSA. Asakusa

è il quartiere più vecchio e famoso di Tokyo, potrete trovarvi molti templi.

Arrivateci dal parco Ueno, attraversando il mercato di Ameyoko, tradizionale e stranamente rumoroso rispetto ai soliti giapponesi.

Ad Asakusa noterete che l'architettura cambia drasticamente, le case sono piccole in legno e troverete tanti ristoranti e negozi dove potrete darvi alla pazza gioia.

- Il Tempio Senso-ji: Attraversando la Nakamise Dori, una strada brulicante di negozietti carinissimi e pieni di abiti e oggetti tradizionali giapponesi, arriverete al tempio. Passando attraverso uno dei simboli di Tokyo, la Porta Hozo Mon dove di brucia l'incenso, arriverete alla sala principale dove troverete la statua originale della Dea Cannon.

Aperto tutti i giorni, 6:00 – 17:00 – Entrata libera

- Gita su fiume a Tokyo: Se volete fare una gita sul fiume Sumida, recatevi al ponte Azuma-bashi, ogni mezz'ora parte un bus acquatico che arriva fino al giardino del Hamarikuu-teien, molto tranquillo e sereno, li vicino troverete anche Kappabashi-dōri un mercato famosissimo per le riproduzioni in plastica del cibo, gettonatissimi in ogni ristorante.

- Stadio di Sumo: Se volete assistere ad un allenamento di Sumo, dovrete fare sicuramente un saldo a Ryogoku, quartiere brulicante di palestre, facendo un offerta o talvolta anche gratuitamente, potrete assistere ad un allenamento. E' difficile però entrare se non parlate il giapponese, chiedete un aiuto a qualche giapponese simpatico che avete conosciuto, magari gli farà piacere accompagnarvici.

- Tokyo Sky Tree: E' una torre di comunicazioni per rimpiazzare la Tokyo tower. Si può salire per vedere il panorama mozzafiato. Aperto tutti i giorni, 8:00 – 22:00 - Entrata, 2.060 Yen (circa 15 euro).

4) zona di ODAIBA

In quest'Isola artificiale costituita nel 1853 troverete un sacco di attrazioni.

- palazzo Fuji TV, ospita Hachitama, un belvedere in una sfera sospesa da cui vedere Tokyo, il porto di Tokyo, la baia e se ce bel tempo, anche, lontano, il Fuji, l'ingresso costa 500 yen orario belvedere: aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18, ultimo ingresso fino alle 17,30

- Rainbow Bridge: L'isola è collegata alla città dal Rainbow Bridge, un un ponte lungo circa 700 metri che ha due livelli uno superiore per le auto, ed uno inferiore dove transita la linea Metropolitana, la Yurikamome, una particolare monorotaia senza macchinista... Da Odaiba osservarlo dopo il tramonto, è un vero spettacolo.

- Leisureland: E’ un parco di divertimenti in un edificio. L’ingresso è gratuito ma se volete giocare a qualcosa dovete pagare. 

- Ruota Panoramica: Oedo onsen monogotari, una ruota panoramica alta più di cento metri, anche se però la vista non è spettacolare. Ingresso 920 yen.

- Statua della libertà: Eretta nel 2000 è solo una delle centinaia di repliche presenti nel mondo.

- Tokyo Trick Art Museum: All’interno del centro commerciale Decks di Odaiba c’è il Tokyo Trick Art Museum, presente in varie zone del mondo. E’ fondamentale portare una macchina fotografica ed immortalarsi mentre si “entra” nelle opere d’arte che sono fatte con la tecnica del trompe-l’oeil. Costo 1.300 yen

5) zona di AKIHABARA

E' il quartiere più strano di Tokyo, per i più perversi questo è davvero un paese dei balocchi!

- Tempio Yushima Seido, questo tempio è un’istituzione di inestimabile valore storico e culturale per il Giappone. Ingresso Gratuito (200 Yen per entrare nell'edificio principale solo durante i fine settimana)

- Santuario Kanda Myojin, frequentato da tantissimi uomini d'affari in cerca di fortuna per la loro attività, il santuario shintoista di Kanda Myojin si trova nel quartiere esclusivo di Chiyoda. Ingresso gratuito

6) zona di GINZA

amici poveri, attenti a voi!!! è la zona più cara di Tokyo, potreste pagare un caffè 7 euro!!

- Wako: Il palazzo dell'orologio di Ginza, costruito nel 1932 con uno stile neorinascimentale, Wako è un grande magazzino giapponese, questa è la sede più conosciuta, il suo orologio è un simbolo del quartiere.

- Tokyo International Forum: L'edificio architettonico più bello della città, il Tokyo International Forum è un grande centro congressi dove avvengono incontri, spettacoli, concerti e mostre.

7) TSUKIJI FISH MARKET

E' il mercato ittico più grande del mondo. Per poter assistere all'asta dei tonni, alle 2 di notte bisogna mettersi in lista al "fish information centre" e sperare di essere tra i primi 120, fanno entrare in 2 gruppi di 60 (aperto tutti i giorni tranne la domenica ed alcune volte il mercoledì). Io non ci sono andata, ho reputato che fare una notte insonne senza avere neanche la certezza di vederla non ne valesse la pena, in compenso però ci sono andata in mattinata e mi sono abbuffata di pesce crudo, cosa che vi consiglio vivamente, perché quel sashimi ragazzi mi è rimasto nel cuore.

8) ROPPONGI

E' la zona più "occidentale"del Giappone, ottimo se cercate ristoranti non giapponesi e discoteche ma attenzione, dicono che alcuni siano poco raccomandabili. Io purtroppo non ho fatto minimamente vita notturna, quindi non so davvero consigliarvi nulla!

- Roppongi Hills, sovrastata dalla Mori Tower, troverete un meraviglioso spazio verde, un giardino pensile da cui potrete ammirare "Maman" il ragno gigante di Louise Bourgeois, non è semplicemente “un ragno” ma è un’opera d’arte, ricca di significato. Bourgeois infatti considera questa opera come una lode a sua madre e la paragona ad un ragno: intelligente, furba, utile e protettiva.. All'interno del grattacielo vi è un museo d'arte contemporanea, col biglietto del museo potrete vedere il panoraman della città. Troverete anche un centro commerciale oltre negozi e ristoranti.

- Museo d'arte nazionale: una struttura di per se da non perdere, un'onda di vetro che accoglie mostre d'arte. aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 17 costo 620 yen

- Tokyo Tower: una torre molto simile alla Torre Eiffel anche se la Tokyo Tower è alcuni metri più alta di quella di Parigi. Andateci alla tramonto e aspettate che faccia buio, è un vero spettacolo! Entrata al primo piano 820y ultimo piano 1.420 yen. aperta tutti i giorni, 9:30 – 22:00

- Tempio Zojo-ji: un luogo sacro molto importante per gli appartenenti al Buddismo Jodo Shu, questo tempio rappresenta la culla del buddismo Jodo Shu i cui principi ancora oggi vengono diffusi e insegnati ai fedeli e ai giovani monaci.

- Mori Tower: E’ un palazzo di 54 piani, al suo interno ci sono vari uffici di importanti società tra le quali Ferrari, TV Asahi, Yahoo, l’hotel Grand Hyatt ed altri. I primi sei piani contengono negozi e ristoranti mentre negli ultimi sei piani si trova il Mori Art Museum, un museo di arte moderna e contemporanea.

C’è una zona chiamata Tokyo City View dove è possibile ammirare il panorama, la vista è molto bella, ma quella che si può vedere delle torri del Tokyo Metropolitan Government, tra l'altro, come vi avevo detto gratuita, è ancora più bella. Il costo è di 1500Yen per poter salire con l’ascensore, non è possibile salire a piedi. E'aperta ogni giorno orario 10/23, fino alle 1 di notte il venerdì e il sabato.

9) BUNKYO. Bunkyo Civic Center

E’ possibile salire gratuitamente al punto panoramico al 25esimo piano. Il panorama non è bellissimo e si è a “solo” 130 metri d’altezza, ma potete scattare la foto simbolo di Tokyo, con i grattacieli di Shinjuku e il Monte Fuji sullo sfondo. Veniteci non appena apre la mattina alle 9, accertandovi che ci sia bel tempo. Chiude alle 20:30. E’ chiuso la 3° domenica di maggio e dal 29 /12 al 3/1.

10) UENO

Ueno è un quartiere tranquillo e affascinante. Recatevi al mercato di Ameyoko e acquistate alghe, tè verde, o altre specialità, poi dirigetevi al Parco di Ueno, dove all'interno potete visitare anche uno zoo, se poi siete capitati durante la fioritura dei ciliegi, questo parco è uno spettacolo.

11) CHIDOYA

- Santuario Yasukuni:  E’ un santuario per ricordare i caduti della guerra.

- Chidorigafuchi Vicino al Santuario Yasukuni c’è il parco Chidorigafuchi dove potrete noleggiare un pedalò per ammirare i ciliegi dall’acqua, davvero favoloso durante la fioritura.

Questi sono i posti che vi consiglio io, li ho divisi per zone in modo che potesse essere più facile organizzare le giornate, ma se voleste ulteriori info, SCRIVETEMI!!!!

Osaka

Osaka ovviamente è molto più piccola di Tokyo, ma comunque carina.

Queste sono le principali attrazioni che non dovete perdervi:

UMEDA SKY BUILDING

L’Umeda Sky Building è l’edificio più alto nonché simbolo indiscusso della città di Osaka: è composto da due torri di 40 piani, collegate tra loro mediante ponti e una scala mobile, potete salire sul famoso "giardino galleggiante"situato al 39° piano, a 173 metri, da dove potrete godere una fantastica vista panoramica a 360 gradi sulla città. Alla base delle torri si trova un giardino con percorsi pedonali e giochi d’acqua, un’ oasi di pace nel cuore della città. 10:00-22:30 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura) COSTO 800 yen

CASTELLO DI OSAKA

domina il profilo della città, è un imponente riproduzione in cemento poggiata sugli antichi resti delle mura originarie e immersa nel pià grande parco cittadino, se ci capitaste durante la primavera, ci sono molti ciliegi

 

MINAMI (NAMBA)

Situato vicino alla stazione di Namba, Minami ("Sud") è uno dei due quartieri principali della città. E' il quartiere dei divertimenti e offre molti ristoranti e negozi. L'altro quartiere princiapale della città è Kita ("Nord"), che si trova vicino alle stazioni di Osaka e Umeda. A Namba si possono trovare posti come Dotonbori, Shinsaibashi Shopping Arcade, Amerikamura, Den Den Town, Namba Parks.

TEMPIO HOZENJI

E’ un piccolo tempio a pochi minuti dalla stazione di Namba, uscita 14. DOTONBORI Il quartiere di Dotonbori è certamente una delle mete turistiche più popolari di Osaka: famoso per la vibrante vita notturna e per i numerosi bar e ristoranti presenti in zona, il quartiere è composto essenzialmente da una strada parallela all'adiacente e omonimo canale. Luci al neon e insegne colorate attirano ogni giorno migliaia di visitatori e locali, che qui giungono per passeggiare, mangiare e godersi la vivace vita notturna.

TEMPIO SHITENNOJI

Shitennō-ji è un complesso di templi buddisti situati nella città di Osaka, considerato il più importante sito buddista di tutta la città. Un’antica tradizione accompagna da secoli questo luogo, come testimoniato dalle diverse celebrazioni che si tengono annualmente, tra cui il Doya-Doya, il Shoryoe ed il Shitennoji Wasso.

Nara

Nara è una cittadina davvero carina, basta una giornata per visitarla, massimo 2.

Cosa non vi potete perdere?

Tempio Todaiji

letteralmente significa Grande Tempio Orientale, è uno dei monumenti più importanti della città di Nara, che anticamente fu la capitale del Giappone. Al suo interno si trova la Grande Sala del Buddha, con il suo frontale alto 57 metri, per 50 metri di profondità, è realizzata interamente in legno e rappresenta il più grande edificio in legno del mondo.

Nel cortile si possono ammirare esemplari di cervi scorrazzanti, vengono considerati dei messaggeri divini. Guerre, incendi e terremoti hanno danneggiato seriamente le strutture del tempio nel corso dei secoli.

Ciò che attualmente si può ammirare risale all’inizio del 18° secolo ed è circa il 30% più piccolo rispetto alla dimensione originale.

Si dice che la grande statua del Buddha abbia richiesto una quantità tale di bronzo da aver mandato quasi in bancarotta l’economia giapponese.

Giardino Isuien

Il nome Isuien significa “giardino sorto sull’acqua”. Il giardino si estende per 13.500 mq.

Nel lago centrale del giardino, emergono due isolotti raffiguranti una gru e una tartaruga;  animali che nella cultura giapponese simboleggiano la longevità.

Accanto al lago si trova la sala da tè Sanshutei.

Santuario Kasuga Taisha

fu costruito nel 768, oggi è uno dei tre santuari più importanti del paese.

Ci sono circa 3000 lanterne in bronzo e pietra che in passato venivano accese ogni sera, oggi vengono accese solo in alcune occasioni speciali, come eventi e festival.

Tempio Kofuku-ji

fu uno dei “Quattro Grandi Templi” del periodo Nara.

È la sede principale della scuola buddista Hosso al suo interno custodisce innumerevoli tesori artistici e architettonici. All'interno del tempio troverete 3 sale dorate.

Tempio Yakushi-ji

Sede della scuola buddista Hosso, la più antica del Giappone.

Questo tempio, oggi è Patrimonio dell’Umanità UNESCO. 

Ammirate le due sale principali e le due pagode di tre piani.

Palazzo Heijo

Passeggiando qui sarete catapultati nell’antichità grazie a piccole ricostruzioni e modelli degli edifici, tra laghetti, sentierini e aree verdi che permettono di staccare dalla frenesia della città e rilassarsi.

Kyoto

E' stata a mio parere, la tappa più bella del mio viaggio.

Molto meno caotica di Tokyo, una città più a misura d'uomo e molto caratteristica.

Non perdetevi:

1) ARASHIYAMA

- Tempio Tenryu-ji è uno dei templi zen più famosi di Kyoto, fu costruito nel 1339, il nome Tenryu significa drago che sale verso il cielo. L'edificio ha subito tantissimi incendi per questo della struttura originale non rimane nulla ed è una ricostruzione del XIX secolo.

- Giardino Tenryu-ji Uno dei giardini zen più visitati del Giappone, attraversate i laghetti osservate le sue pietre e i suoi sentieri che ne fanno un giardino così detto di "passaggio".

- Foresta di Bambù Una delle icone del Giappone, molto bello durante la fioritura dei ciliegi, ma anche negli altri periodi dell'anno, il verdissimo bosco di bambù non vi lascerà delusi, ci sono anche dei negozietti dove comprare qualsiasi cosa in bambu, io ho comprato dei bicchieri!

- Il ponte Togetsukyo (“Il ponte che attraversa la luna”) Questo ponte e il panorama che si gode attraversandolo rappresentano l’immagine caratteristica di Arashiyama. Il ponte originale fu costruito durante l’Era Heian 794-1185, ma è stato recentemente ricostruito nel 1930.

2) KINKAKUJI, IL TEMPIO D'ORO

uno degli edifici più popolari e visitati, tra le sue particolarità, il bellissimo giardino. Il nome del tempio deriva dalla foglia d’oro con cui è ricoperto il padiglione: l’oro ha infatti un forte valore simbolico di purificazione da ogni tipo di inquinamento o pensiero negativo ed è inoltre funzionale a creare un particolare riflesso sullo stagno, grazie alla luce del sole. Costo: 400yen

3) GINKAKU-JI IL PADIGLIONE D'ARGENTO

nasce come residenza privata di uno shogun Yoshimasa e successivamente diventò un giardino zen, nacque qui la famosa cerimonia del tè, rilassetevi nei suoi giardini, che a mio parere, sono più belli del tempio.

4) SANTUARIO FUSHIMI INARI

Il Fushimi-inari è forse, all'estero, il santuario più famoso ed un simbolo del Giappone,. Sorge dal IX secolo, il santuario dedicato al kami Inari, il dio in primo luogo del riso e poi dei commerci e degli artigiani, in una parola sola il Dio degli affari. Il santuario originariamente sorgeva nel VIIsec. a sud ovest di Kyoto, ma poi fu spostato. Le strutture odierne principali sono del XV-XVI secolo, come la porta principale. L'attrattiva principale del Fushimi-inari taisha sono le centinaia di torii rossi che vi accompagneranno fino alla sommità del colle, da cui si domina la città. Il Fushimi Inari è il principale dei circa 32.000 santuari dedicati al Dio sparsi in tutto il Giappone. Costo: Gratuito orario 9-17.

5) TEMPIO KIYOMIZUDERA 

E'  un tempio storico dell’8° secolo, dal 1994 è stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO, mentre nel 2007, è stato nominato tra i possibili monumenti da inserire tra le Nuove Sette Meraviglie del Mondo, pur non ottenendo il riconoscimento. Nonostante sia stato fondato verso la fine dell’8° secolo, l’attuale complesso risale però al 1633, il nome deriva dalla cascata che scorre all’interno del complesso: Kiyomizu significa infatti “acqua chiara” o “acqua pura”. Qui nasce l’espressione “saltare dalla veranda a Kiyomizu” è l’equivalente giapponese dell’espressione “fare il grande passo” e si riferisce ad una tradizione del periodo Edo secondo cui chi avesse saltato con successo dalla veranda del tempio, avrebbe avuto il privilegio di veder esaudito il proprio desiderio, ma visto l’alto numero di incidenti verificatisi durante questi salti, la pratica è stata proibita. Costo: 300 yen.

6) NISHIKI MARKET

E' un affascinante e storico mercato dove poter trovare un’enorme varietà di cibi, che agli occhi degli stranieri possono risultare “strani”, se però non vi volete lanciare nelle novità ma andare sul classico andateci all'ora di pranzo e fate il pieno di pesce, vendono porzioni monodosi da gustare sul momento di qualsiasi cosa, se vi capitasse provate anche qui le vaschette di sashimi, le vostre papille gustative piangeranno dalla gioia!

7) GION

è un antico quartiere di Kyoto, uno dei quartieri più celebri per la presenza delle geishe. Le geishe del quartiere di Gion vengono indicate con il termine locale “geiko”, che indica essenzialmente una “donna di arte”, sono da sempre considerate delle fini intrattenitrici, mai delle prostitute. Il numero delle geiko in circolazione si sia notevolmente ridotto, il quartiere conserva un fascino particolare, visibile anche in molte forme architettoniche. Il quartiere è ancora oggi brulicante di case giapponesi in vecchio stile, molte di esse sono state per secoli i luoghi di incontro tra le geishe e gli uomini di affari. Famosissime anche la case da tè, dove avvengono invece intrattenimenti serali, cocktail, performances musicali, canti, balli e giochi.

8) IL TEMPIO DI YASAKA

un santuario scintoista che comprende diversi edifici, tra cui porte, una sala principale e un palco. La sua costruzione iniziò nel 656, il tempio accoglie ogni capodanno moltissime persone che giungono qui per festeggiare l’anno nuovo con varie celebrazioni tradizionali.

9) SANTUARIO KITANO TENMANGU

E’ uno dei templi più famosi di tutto il Giappone, questo santuario nasce nel 947. Entrate attraverso il cancello molto alto e decorato, custodito da due Koma-inu (cani-leoni) e poi procedete lungo il sentiero per ammirare i principali edifici, verso nord. I tesori del santuario Kitano Tenmangu includono nove pergamene illustrate del santuario, dipinte da Yukumitsu Tosa nel 14° secolo e tre pergamene realizzate dal suo discendente Mitsuoki Tosa, e risalenti al periodo Edo. Il tesoro si può visitare il 25 di ogni mese, in concomitanza con il mercato delle pulci gigantesco, dove tantissime bancarelle vendono oggetti d’antiquariato. I giardini di Kitano Tenmangu Non potete non fare una rilassante passeggiata in questo parco, curatissimo nei dettagli, come usanza di tutti i giardini giapponesi, questo parco vi catturerà! La sera, centinaia di alberi di acero, tutti in fila lungo il fiume, si illuminano, per creare un suggestivo spettacolo d’altri tempi. Il giardino vanta un bosco con più di 2000 esemplari tra aceri, susini, e altre specie.

10) TEMPIO RYOANJI

Il Tempio del Drago Pacifico, sprigiona un fascino unico con la sua magnifica architettura e i splendidi giardini, l’attrazione principale è il giardino zen karesansui. Si trova nella zona nord-ovest di Kyoto ed appartiene alla scuola Rinzai del Buddismo Zen. Il tempio è il rifugio ideale in cui recarsi per sfuggire al caos cittadino e trascorrere del tempo immersi nella quiete del giardino zen: il luogo perfetto per la meditazione.

11) PONTOCHO

è meno famoso di Gion ma è comunque ricco di case da te e case di geisha dove vengono intrattenuti importanti personalità. E’ una zona stupenda soprattutto la sera, momento in cui gli storici edifici vengono illuminati con le tradizionali lanterne giapponesi ed è possibile mangiare qualcosa dagli economici cibi venduti direttamente in strada ai più prelibati piatti giapponesi. Non lontano da Pontocho si trova il fiume Kamogawa presso il quale si può fare una passeggiata e soprattutto in primavera con i ciliegi in fiore è davvero spettacolare.

12) PASSEGGIATA DEL FILOSOFO

Nella zona Nord del quartiere di Higashiyama si trova la “passeggiata del filosofo, che si snoda nei pressi del Ginkakuji per un paio di chilometri. E’ molto frequentata soprattutto in primavera durante il periodo dei ciliegi in fiore. Il nome deriva dal fatto che Nishida Kitaro, professore di filosofia vissuto a cavallo tra tra la fine del 1800 e la metà del 1900 vi passeggiava ogni giorno per recarsi al lavoro all’Università di Kyoto. Oltre alla primavera e al tiepido autunno se vi passeggiate in altre stagioni non dà il meglio di se.

13)HEIAN-JINGU – SANTUARIO HEIAN

Oltre ad essere considerato uno dei migliori santuari shintoisti di Kyoto dal punto di vista architettonico, il santuario Heian rappresenta un elemento molto importante del patrimonio culturale giapponese, anche se la sua storia è abbastanza recente. Questo luogo è visitato ogni anno da migliaia di turisti e non solo: è anche un centro religioso molto importante per tutti i giapponesi ed, in particolare, per coloro che sono animati da un forte spirito patriottico, poiché il santuario è dedicato a due figure fondamentali, due imperatori, che hanno contribuito a cambiare il volto non solo di Kyoto, ma anche del Giappone. E così il santuario di Heian è diventato un simbolo del cambiamento e della rinascita di una città e di un paese, in cui le antiche tradizioni convivono con la modernità con uno sguardo rivolto verso lo sviluppo economico e la promozione dell’istruzione e della cultura. Costo: Santuario gratuito. Giardini: 600yen.

14) STAZIONE DI KYOTO

Kyoto è una città ricca di tradizione con edifici antichi e pregiati, al contrario la stazione è decisamente moderna e al primo impatto può sembrare un controsenso che in una città come Kyoto l’edificio della stazione sia un enorme complesso di 15 piani prevalentemente in acciaio, vetro e calcestruzzo armato. Essendo la stazione principale è servita praticamente da tutte le linee JR, compresi i treni shinkansen che arrivano da tutto il Giappone, e da molte linee degli autobus che vi servono per andare nei luoghi turistici principali di Kyoto e nelle zone vicine alla città. E’ possibile salire gratuitamente all’ultimo piano per ammirare la vista dall’alto ed è anche possibile camminare nello Skyway, una passerella che passa sopra l’atrio principale della stazione.

15) CASTELLO DI NIJO

Nel centro di Kyoto, su un’area di 275,000 mq, sorge il castello di Nijo, un baluardo della cultura giapponese che accompagna i visitatori in un viaggio nel passato ripercorrendo la storia dell’impero nipponico. La sua maestosità cattura immediatamente lo sguardo dei visitatori e sembra che questo palazzo sia stato costruito per essere ammirato più che per essere utilizzato come fortezza. All’interno delle sue mura, il castello di Nijo vanta numerosi giardini reali e diversi edifici, tra cui il palazzo Ninomaru, i resti del palazzo Honmaru e due fortezze (Kuruwa). Questo palazzo-fortezza è uno dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO oltre che uno dei monumento storici più importanti di Kyoto, perciò non potete assolutamente perdervelo.

16) TOFUKU-JI Tofuku-ji

è uno dei cinque grandi templi buddisti di Kyoto. Il tempio è sede della scuola del Buddismo Zen Rinzai. Nel corso dei secoli questo tempio è stato danneggiato da guerre e incendi, mantenendo però inalterato il suo fascino che ogni anno attira tantissimi turisti e pellegrini. Le sue caratteristiche ci riportano indietro nel tempo e fanno riaffiorare nella memoria di chi visita questo luogo il ricordo dei magnifici templi Zen medievali. Il tempio Tofuku-ji fu costruito nel 1236, il tempio originale fu distrutto in un incendio e poi completamente ricostruito nel XV secolo e con questa ricostruzione iniziò un periodo molto prospero per questo luogo: il tempio iniziò ad acquisire un’importanza sempre maggiore fino a diventare uno dei cinque maggiori templi di Kyoto. Costo: 400yen.

17) MARUYAMA PARK

Un parco dove rilassarsi, passeggiare e se è il periodo, ammirare i Ciliegi in fiore. 18) KYOTO TOWER Se volete fare una pausa dal tour di templi e musei e passare qualche ora all’insegna del più totale relax, recatevi ad uno dei luoghi più amati dai turisti: Kyoto Tower. Questa torre in acciaio offre un punto di osservazione unico sulla città e con la sua altezza, che supera i 100 metri, regala ai visitatori un panorama suggestivo e mozzafiato sulla città di Kyoto. Costo 770 yen

Un week-end Polacco

POLONIA: 

 

PREMESSA: 

La Polonia è un paese bellissimo, si mangia bene, ci si sposta comodamente con i bus che collegano tutta la nazione e soprattutto, è davvero economica!!!

 

CONSIGLI  E COSE DA SAPERE: 

- se avete intenzione di visitare Auschwitz, prenotate dall'Italia un tour in Italiano, senza la guida che vi racconti le atrocità successe, non sarebbe la stessa cosa. Costa circa 30 euro e dura un giorno intero. 

- moneta: 1euro = 4,20 zloty 

- cibo: buono ed economico, non perdetevi:

- Pierogi (ravioloni ripieni di carne) 

- Zurek (zuppa di segale e patate) 

- Zapiekanka (baguette ripiena di formaggio, funghi ecc) 

- Bigos (spezzatino di carne, crauti e spezie) 

 

Qui di seguito vi racconterò i miei brevi, ma super intensi, 3 gelidi giorni Polacchi. Eh si.. Faceva freschetto, tanto freschetto! … mi direte, in Polonia a novembre pensavi di trovare un clima tropicale? No di certo.

Coooomunque, da tanti anni avevo il desiderio di andare a visitare il Campo di concentramento nazista per antonomasia, Auschwitz, perché per quanto si possa leggere nei libri, o vedere nei documentari, visitarlo vi assicuro che fa tutto un altro effetto.

Certo, pensare che in quel paio di chilometri quadrati abbiano perso la vita 1.300.000 persone fa impressione, forse sembra solo un numero ma fermandosi a pensare … UN MILIONE E TRECENTO MILA PERSONE, avete presente Milano? Ecco, Milano fa esattamente 1.300.000 abitanti!

Passeggiare tra quei "Blocchi", pensare e vedere con i propri occhi le torture a cui erano sottoposti i deportati penso che sia una grande lezione di vita. Potrebbe, anzi, dovrebbe aiutare a capire che l'odio nella vita non ha mai portato a grandi risultati, o meglio in questo caso ha portato a grandi risultati, ma purtroppo in senso negativo. Ma non voglio dilungarmi troppo, Auschwitz è davvero un argomento troppo lungo e pesante da affrontare, non mi basterebbero ottantordici pagine per raccontarvi e sicuramente diventerei mooooolto pesante!

Riprendendo da capo, allora...

DAY 1 ARRIVO A VARSAVIA

Sono partita giovedì pomeriggio, qualche giorno prima ho pubblicato un passaggio su un sito di Car Sharing , da Genova all'aeroporto di Bergamo, caricando 3 passeggeri sono arrivata a destinazione praticamente gratis, nel caso potete anche cercare dei passaggi per l'aeroporto come passeggeri e vi costerà sicuramente meno del treno ed è senza ombra di dubbio molto più comodo!

Il mio aereo partiva alle 21.10, arrivata a Varsavia ho preso il BUS che porta in centro (che avevo già prenotato dall'Italia dal sito Modlin Bus) ed ho dormito in un ostello con camera privata e bagno in comune, un po' in periferia ma molto carino, pulito e soprattutto ECONOMICO! 

DAY 2 CRACOVIA

La mattina successiva alle 7 ho preso il BUS per Cracovia, anche quello prenotato dall'Italia sul sito Polski Bus, 5 ore di bus ma viaggiate comodamente, i bus possono essere paragonati ai flixbus per intenderci.

Arrivata a Cracovia ho visitato la Città Vecchia, in particolare la famosa Rynek Glowny che i polacchi dicono essere la piazza più grande d'Europa, io, se devo essere sincera, non mi sono informata sulla veridicità di questa notizia, ma comunque, se aveste conferme o smentite fatemele assolutamente sapere! 

Sono giunta alla conclusione che la mia top5 di cosa vedere in centro a Cracovia in un giorno è:

1) Rynek Glowny, con il suo Mercato dei tessuti e la Chiesa di Santa Maria con 2 differenti torri, ad ogni ora da una delle due torri, un uomo si affaccia e suona 4 volte una tradizionale tromba, il Hejnal Mariacki, in memoria di un trombettiere che nel XIII secolo, nell'avvisare la città dell'invasione dei tartari venne trafitto da una freccia ed ucciso;

2) Il Castello Reale Wawel, all'ingresso troverete un drago di ferro, che ogni paio di minuti sputa fuoco, se volete entrare è aperto dal martedì al sabato 9.30 alle 16, la domenica dalle 10 alle 16, il lunedì il castello è chiuso. Il biglietto d'ingresso costa 17 zloti circa 4 euro;

3) Brama Florianska, l'ultima porta rimasta ancora in piedi della cinta muraria medievale, le leggende narrano che quando ci passate in mezzo dobbiate esprimete un desiderio.

4) Tutti i musei e le case di Papa Wojtyla in via "Grodza Kanonicza";

5) Per ultima, ma non di certo ultima , Kazimierz, la zona ebraica, ci sono tante sinagoghe molto belle da Visitare e dove gli alberghi costano un po' meno, infatti io ho alloggiato li.

Purtroppo stavano allestendo i mercatini di Natale ed addobbando la città, mi hanno detto che sotto Natale si respira un'aria davvero Natalizia.

Quindi ve la consiglio anche durante le feste, non rimaneteci male come ho fatto io andandoci poco prima e non gustandovi le decorazioni... uff!

 

DAY 3 AUSCHWITZ:

La mattina del sabato alle 10.30 è partito il bus per Auschwitz (partono quasi sempre vicino all'ingresso del castello di Wawel) il tour lo ho prenotato dall'Italia perché volevo assolutamente che fosse in Italiano, per vivere a 360° quest'esperienza, dura circa 7 ore, vi consiglio di portarvi qualcosa da mangiare e dell'acqua perché li sono difficili da reperire ed ovviamente i prezzi non sono proprio modici.

All'interno del campo si possono portare solo delle borsette di dimensioni massime di 20x30x10 , un foglio A4 per intenderci (non la profondità ahahah), ma è possibile lasciare i bagagli sul pullman.

Rientrata a Cracovia sono corsa a prendere l'ultimo Bus per Varsavia che partiva alle 18.10. Ho dormito nel solito ostello con camera privata e bagno condiviso.

DAY 4 VARSAVIA:

La mattina ho preso la metro e sono andata in centro , la metro di Varsavia costa 3,40 zloti (circa 1 euro) per 20 minuti, convenientissima per tragitti corti, se no se preferite c'è l'abbonamento giornaliero 15 zloti (poco meno di 4 euro) o l'abbonamento per 3 giorni 24 zloti (6 euro).

Per quanto riguarda invece le cose da vedere a Varsavia in un giorno è:

1) Stare Miasto, la città vecchia, nella quale potrete visitare:
- Il Barbacane, una torre difensiva semicircolare di mattoni rossi;
- Il monumento all'insurrezione (Monument to the Warsaw Uprising Fighters);
- La piazza del mercato

 

Purtroppo io non sono riuscita ad andare alle miniere di sale, che dicono essere molto belle. Oltre a quelle se riuscite visitate anche Poznan e Breslavia, dopo  raccontatecele in un articolo, magari ci farete venir voglia di andarci! 

 

Il Nord del Sud Africa!

Si, lo so, il titolo è destabilizzante, è solo che in questo viaggio volevo raccontarvi le principali cose da vedere a Nord di questo bellissimo paese... e... non sapevo che titolo mettere!

Johannesburg: Sicuramente ci sarà da vedere molto più di quello che ho visto io, ma ho reputato meglio, per il mio ideale di viaggio, "tagliare" la città per dedicarmi più alla natura. Io comunque posso segnalarvi le poche cose che ho visto:

Soweto (south western township), costruita nel 1904 per i lavoratori delle miniere, in zona troverete:

- Il Museo dell'Apartheid (costa circa 5 euro). 
- L'ospedale Chris Hani Baragwanath, che è l'ospedale pubblico più grande del mondo con 5000 letti, potrete riconoscerlo da un lungo muro pieno di murales.
-Infine il simbolo di Soweto, le enormi ciminiere di una centrale idroelettrica, il murales su una di esse riflette la cultura della gente di Soweto, mentre la seconda si concentra sulla banca che ha finanziato i murales.

Le Grotte Sterkfontein, esiste un biglietto combinato per il museo Maropeng + le grotte e costa 14 euro ma è disponibile solo fino alle h.13.

 

Panorama Route: Partendo da Johannesburg arrivate a Graskop (circa 5 ore di macchina) la Panorama Route è un percorso a tappe, vi consiglio di dormire a Graskop e la mattina iniziare il tuor, anche se complessivamente sono circa 100 km una giornata ci vorrà tutta perché vi fermerete molte volte e troverete dei brevi percorsi da fare a piedi.

In ogni tappa è tutto molto organizzato, ci sono i parcheggi per accedere alle varie riserve e spesso si paga una piccola tassa di ingresso. Come prima tappa (anche se non fa parte della Panorama Route, vi segnalo le cascate "Mac Mac Falls", che in realtà sono un po' prima dell'arrivo a Graskop, a me sinceramente non hanno entusiasmata tantissimo, ma di certo passandoci davanti una tappa è d'obbligo.

Solitamente questa "Route" non è compresa nella maggior parte degli itinerari consigliati, ma io vi consiglio di non perderla assolutamente, incontrerete dei panorami davvero mozzafiato. Le tappe della Panorama Route sono:

- Colonna di Roccia The Pinnacle
- Wonder View - God's Window
- Berlin Falls
- Bourke's Luke Potholes (senza ombra di dubbio il mio preferito)
- Three Rondavels.
 

Se riuscite avvicinatevi a Phalaborwa, il gate più vicino per entrare nel Kruger.

Parco del Kruger: Il parco è stato fondato come riserva di caccia di Paul Kruger nel 1884, al suo interno ci sono 147 tipi di mammiferi, 517 di uccelli, 49 di pesci, 34 di anfibi, 114 rettili e 336 alberi, tra cui il famosissimo baobab. Di certo non potete pensare di organizzare un viaggio in Sudafrica senza fermarsi qualche giorno nel Kruger, potete accedere con la vostra macchina, non è affatto necessario che sia 4x4, nei cartelli le strade sono segnalate molto bene, strade rosse asfaltate, gialle sterrate, bianche solo per 4x4.

E' molto sponsorizzata la Wild Card per avere accesso gratuito agli oltre 80 parchi nazionali sudaricani, fate un po' i conti, ragionando su quali parchi vorrete visitare e guardate se vi conviene, a me non conveniva affatto, potete cercare più info sul sito "South African National Parks".

All'ingresso del parco, al quale potrete accedere solamente attraverso i gate, dovrete registrarvi e pagare 22 € al giorno di biglietto di ingresso, vendono anche delle mappe con le foto degli animali per identificare. All'interno del parco ci sono diversi supermercati, bagni e zone picnic, tutte ovviamente rigorosamente recintate, ricordatevi che non sono vicinissime tra loro e quindi vi conviene andare in bagno e fare rifornimento di cibo, nel caso ne foste sprovvisti.

Cercate di arrivare il più presto possibile, l'orario del parco varia a seconda delle stagioni, ma comunque apre all'alba e chiude al tramonto, ricordatevi che è il parco più grande del Sudafrica, che è grosso poco meno della lombardia e non è consentito viaggiare a più di 40 km/h, quindi per attraversarlo tutto ci metterete un bel po', dicono che la zona migliore sia la zona sud del parco. Se alloggiate in uno dei Rest Camp all'interno del parco ricordatevi che dovrete essere all'interno del camp prima del tramonto, i cellulari spesso non prendono, se non vicino ai ristoranti o ai rest camp, la maggior parte dei camp (da prenotare con molto anticipo, solo attraverso il sito "South African National Parks") organizza Safari quotidiani (anche loro da prenotare in anticipo) sia in jeep che a piedi, ovviamente accompagnati in entrambi i casi dai Ranger, i quali possono accedere anche a delle zone alle quali le macchine dei normali turisti non possono accedere, ed ovviamente sanno dove stazionano solitamente gli animali o se lo comunicano tra loro via radio.

Potrete incontrare veramente qualsiasi animale e questo parco è davvero un'emozione, vedere gli animali nel loro habitat naturale non è di certo come vedere un'elefante dentro ad uno zoo, andate sempre piano quando passate vicino agli animali, ma comunque loro appariranno incuranti della vostra presenza. La sera poi godetevi il cielo stellato, se sarete fortunati potrete ammirare un vero e proprio tappeto di stelle.

Costeggiando: dal Kruger a Cape Town

Swaziland: Dopo tante ore di guida, dopo aver attraversato il confine, dopo aver fatto 2 controlli passaporti, mentre cantavamo allegramente in macchina, scopriamo una tragedia, non avevamo pensato che essendo un altro stato, le nostre sim sudafricane non sarebbero state attive!

Ci ritroviamo a vagare nello Swaziland, che per quanto non sia grandissimo, senza un navigatore, diciamo che è un po' difficilino muoversi, dopo non poche peripezie, arriviamo finalmente al "Milwane Wild Life Sanctuary" un carinissimo parco, all'interno del quale ci sono alcuni Ostelli e camping, che vi consiglio tantissimo, scegliete quello che fa a caso vostro su internet (ce ne sono per tutte le tasche) si dorme in piccole capanne, dalle quali uscendo la mattina troverete a scorrazzare qua e la facoceri, impala , e tantissimi uccelli anche di notevoli dimensioni.

E' uno dei pochi parchi dove è possibile girare a piedi senza essere accompagnati da un ranger e no, non ci sono i leoni, ma potrete incontrare un sacco di altri animali, la zona dei coccodrilli e degli ippopotami però ovviamente è recintata e sorvegliata da un guardiano! Questo parco mi è particolarmente piaciuto, perchè come vi ho appena detto si poteva girare a piedi, ma soprattutto ha, quello che fa per me subito africa, la terra battuta rossa, è una mia grande passione, sarà che mi ricorda tanto il mio amato Burundi...

Volevo anche raccontarvi un piccolo episodio avvenuto all'interno del rest camp, ho incontrato nelle aree comuni due simpaticissimi ragazzi Israeliani che stavano facendo il barbeque, grigliavano della carne e poi in una pentola stavano cuocendo degli spaghetti, ci hanno prima offerto un po' di carne che abbiamo accettato volentieri, poi abbiamo ricambiato offrendogli qualche piccolo snack che avevamo, poco dopo arrivano con sta pentolata di spaghetti, scolati ma non conditi, scotti, un blocco unico, si siedono di nuovo a fianco a noi, prendono un piatto ci mettono dentro un po' di spaghetti, condiscono con una super spruzzata di ketchup e si divorano sto piattone. Io iniziavo ad avere i conati, ma subito dopo iniziano ad insistere perché assaggiassimo i loro spaghetti, non ho più resistito, mi è uscita spontaneamente una frase: "if you killed my mother, for me would be better than this" in inglese non significherà niente, ma mi è uscito così, senza pensarci, che poi il succo per me era "se tu uccidessi mia madre, per me sarebbe meglio di questo"! Alchè interviene un francese che gli dice "MAI, MAI offrire della pasta ad un italiano" l'istraeliano si rassegna e finisce i suoi spaghetti! E niente questa storiella non centrava proprio nulla però quegli spaghetti al kechup mi hanno perseguitata per molto tempo e quindi volevo raccontarvela :)

Seconda tappa: Porth Elizabeth (e dintorni): Come prima cosa vi segnalo l'Addo National Park, parco nazionale piccolino ma davvero carino, ho avuto un incontro super ravvicinato con gli elefanti, è stato qualcosa di davvero impagabile. Per girarlo tutto vi servirà poco più di mezza giornata, all'ingresso del parco c'è una mappa dove quotidianamente scrivono dove sono stati avvistati i vari animali l'ultima volta, non è una certezza, ma se andate alla ricerca di qualcosa di specifico, sapere la zona in cui cercarlo può essere d'aiuto. Solite regole come per il Kruger, non si scende dall'auto se non nelle zone recintate, andate in bagno e mangiate quando trovate una zona ristoro perchè non ce ne sono moltissime. A Porth Elizabeth invece vi consiglio la piazza del municipio, dove c'è il carillon più grande del sudafrica.

Il giorno successivo all'alba ho raggiunto il Tsitsikamma National Park, un altro dei miei posti preferiti in Sudafrica, se come me non avete molto tempo per visitarlo vi consiglio il percorso "Mouth Trail", che si snoda per 2 km lungo le passerelle che attraversano il fiume Storms, noi siamo arrivate all'alba e non c'era nessun altro, se riuscite vi consiglio di arrivare molto presto perchè è davvero bello, costa circa 196 rand, ma ne valgono la pena!

Questa giornata è stata ricca di emozioni, dopo la passerella sospesa sul fiume ho deciso di andare a lanciarmi dal Bloukrans Bridge, il ponte più alto del mondo da cui fare bungee jumping, ebbene si, siete interessati anche voi a fare un salto nel vuoto da 216 metri? Allora il Bloukrans Bridge fa al caso vosto!

Come ultima cosa di questa intensissima giornata abbiamo deciso di fare un tour al "Monkeyland Primate Sanctuary" , un parco con tantissime scimmie di ogni tipologia e specie, provenienti da tutto il mondo, che vivono nel loro habitat naturale, attraversando una foresta insieme ad una guida del parco, passerete anche su un simpatico ponte sospeso, il tuor non è molto lungo, dura circa 45 minuti e costa 190 rand, non poco per la breve durata, ma a me è piaciuto molto e anche se non proprio economico, ve lo consiglio comunque .

Fate anche una tappa a Oudtshoorn: Vedrete un sacco di struzzi, l'economia li gira grazie a loro! Abbiamo fatto un tour sulla vita degli struzzi al "Cango Ostrich Farm". La prima parte è un po' più didattica, la seconda più ruspante, si può dar da mangiare e farsi abbracciare dagli struzzi, attività nelle quali, come si può notare dalle foto, io ero totalmente a mio agio! I bambini che non superano un certo limite di peso possono addirittura cavalcarne uno, mi sembra che il limite fosse 40kg, io lo sorpassavo solo per qualche etto! Comunque è un'oretta alternativa, gli struzzi non mi stanno simpatici, come tutti i pennuti del resto, ma ve lo consiglio, costa 100 rand.

Già che siete nei dintorni dovreste anche fare una breve tappa li vicino, a circa 15 minuti di macchina, potrete visitare le "Cango Caves" grotte molto grandi, nel quale potrete fare un tour di gruppo accompagnati da una guida della durata di un'ora per circa 110 rand.

Sulla via del ritorno ho visto una zipline, ho deciso di provare anche quel giorno un po' di adrenalina, ma ovviamente in confronto al Bungee del giorno prima questa era una sciocchezza, dura pochi minuti e costa circa 15euro, ma se non ve la sentite di saltare da un ponte, questa può essere un'alternativa carina.

L'ultima tappa di questo viaggio: Namaqua National Park: Un deserto che ogni estate fiorisce. Le previsioni erano tutte a nostro favore, il periodo in cui sarei andata io doveva essere il periodo "bum" della fioritura.. o almeno dicono che solitamente in quel periodo sia così. Però... io con le fioriture "c'ho sfiga"!

E niente dopo aver attraversato mezza nazione in macchina, fatto una quantità infinita di km su sterrato, in cui per ore non incontravi macchine, case, niente! Dopo aver passato paesi in cui non hanno mai visto un turista, dopo aver rischiato di dover dormire in macchina perché non trovavamo un posto dove dormire, arriviamo al Namaqua National Park, entriamo allo "Skilpad Wild Flower Reserve" nel quale c'è un percorso circolare con punti panoramici e brevi sentieri naturistici e.... la delusione più grande di questo viaggio, la fioritura era molto in ritardo, quindi abbiamo fatto retrofont. 

Ci aspettano 550 km in direzione cape town, facciamo tappa in una guest house in mezzo al niente, non prendeva il telefono, il proprietario ci ha accolte mentre rincasava dopo aver pascolato le sue pecore, tempo poco e scende la notte, guardo il cielo e forse non è andata poi così male , un cielo stellato così l'ho visto poche volte.

In definitiva non vi consiglio il Namaqua, se vi succedesse come a me, sarebbe davvero deludente, passereste 3 giorni in macchina, rischiando di arrivare e non vedere niente.

Soprattutto perchè..... colpo di scena.... nella strada che riporta a Cape Town, ho scoperto esserci il "Postberg Reserve Nature".. che non mi ha lasciata per niente delusa, anzi, direi che le foto possano parlare da sole, uno stuolo di fiorellini fioriti in ogni angolo per km e km. Da Cape Town è circa un'ora e mezza, quindi se partire la mattina presto, nel primo pomeriggio potreste già essere di ritorno e vi assicuro che ne vale davvero la pena!

Uno spettacolo unico.

Cape Town, limitrofi, balene e pinguini!

Partiamo subito da Cape Town: è una città enorme e dicono pericolosa, quindi state sempre mooolto attenti (è la vecchiaia che mi ha resa così premurosa e ansiosa, quando ero una balda e spensierata giovane non lo facevo).

Le cose che dovreste assolutamente fare durante un soggiorno a Cape Town Sono:

⦁ Una Gita a Robben Island, prigione di massima sicurezza, dove è stato anche rinchiuso Nelson Mandela. Vi accompagnerà durante la visita un ex detenuto che vi racconterà come era la vita all'interno del carcere, davvero emozionante! Le visite partono dal Nelson Mandela Gateway (9-20.30) circa 16 €;

⦁ Salire sulla Table Mountain con la funivia, la vista sulla città dicono che vi lascerà senza fiato, io e Sandro non siamo riusciti a salire, c'era troppo vento e quindi era momentaneamente fuori uso (notare l'immensa delusione nei suoi occhi);

Cape of Good Hope (il Capo di Buona Speranza) potrete raggiungere la cima "Cape Point" con una funicolare, dove potrete avvistare balene, delfini, zebre struzzi e antilopi;

⦁ Andate a Vedere il tramonto dalla spiaggia di "Woodsbridge Isle", uno dei posti migliori dove gustarsi il tramonto con sfondo Table Mountain;

Bo-Kapp, il quartiere Musulmano Malese con le sue famosissime casette colorate;

Heritage street e long street (la strada più vecchia della città in stile Vittoriano);

Victor e Halfred Waterfront, dove fare una passeggiata e rilassarvi;

Castle od Good Hope e il centro storico;

⦁ Un giorno andate a pranzo ad Hout Bay, un po' fuori città ma è la patria del pesce fritto, che tra l'altro costa anche pochissimo;

⦁ Vicino ad Hout Bay troverete anche la "Chapman's peak Drive" una strada panoramica davvero unica, da percorrere in macchina con scenari a picco sul mare mozzafiato.

Route 44: 

Avrei mai potuto andarmene dal Sudafrica senza aver visto i pinguini? Non credo proprio, sono così dolci e teneri che dicono che se ti avvicini troppo con quel beccuccio carino possono anche distruggerti una mano, quindi ricordatevi... mai accarezzare un pinguino!

La Route 44 dicono sia la strada più bella del Sudafrica, km e km sul mare; il giro che vi consiglio di fare (all'incirca ci metterete una giornata) è questo:

Boulders Beach con la sua famosissima colonia di pinguini;

Gordon's Bay, non c'è nulla in particolare ma è una cittadina carina;

Kogel Baai Beach, è la spiaggia più bella del Sudafrica e dicono sia possibile avvistare le balene;

Stony Point, molto meno famosa di Boulders Beach, con altrettanti pinguini ma decisamente molti meno turisti, a mio parere forse merita di più della cugina famosa, anche solo per la mole di turisti!

⦁ Ultima tappa, ma di certo non ultima per bellezza, Hermanus, è il posto migliore al mondo da dove avvistare le balene da terra, prendetevi un paio d'ore, ci sono molti posti per gli avvistamenti, anche direttamente accostandovi con la macchina nelle piazzole segnalate. Non abbiate fretta, accampatevi li, potrete aspettare delle ore guardando l'orizzonte (diciamo che i panorami aiutano), se sarete fortunati come noi, le balene passeranno davanti a voi vicino alla terra, tanto da essere viste ad occhio nudo senza problemi, se invece volete provare il brivido di vederle ancora più vicine, potrete prendere parte ai tour che organizzano in barca per l'avvistamento, noi non l'abbiamo fatto, ma nel caso decideste di farlo, o l'aveste già fatto raccontatemi la vostra esperienza, che sono curiosissima.

Portatevi comunque un binocolo, vi sarà utilissimo sia per le balene che nei parchi.

Questa è stata la mia ultima tappa sudafricana. Come ho già detto è stato uno dei viaggi più belli che io abbia mai fatto... e voi, quando partite?

Ps. se come me decideste di farvi le treccine, sappiate che, dopo un mese, quando le scioglierete, i vostri capelli saranno come nell'ultima foto. 

 

 

Una Toubab in Senegal

SENEGAL:

Ottobre 2017, Alessia, una mia storica compagna di tanti viaggi e tante avventure, (quella con cui, nonostante dopo tre mesi di convivenza Burundese h 24 e infiniti sfanculamenti, sono rimasta amica) mi dice che ha passato la selezione, partirà per il Senegal, nel quale resterà per un anno a fare servizio civile. ..

.. e quando una tua carissima amica va in Senegal per un anno non vorrai mica non andare a trovarla?

PREMESSA:

Il Senegal non è un paese semplice, in primis ricordati che sei bianco, tutti tenteranno di spennarti (taxisti, venditori ecc) quindi FATTI VALERE.  

CONSIGLI E COSE DA SAPERE: 

SPOSTAMENTI: In Senegal non esistono altri mezzi per spostarsi se non quelli su ruote, potete scegliere se contrattare con un tassista local per farvi portare dove dovete andare,  o se siete avventurieri e dovete fare delle tratte lunghe, quando sarete nelle città, prendere un taxi fino alla Gare Routier, la stazione dei Sept Places, macchine vecchissime a 7 posti tenute insieme da fil di ferro e chiodi, chiedete e cercate una macchina che vada dove dovete andare, e siate fiduciosi, rilassati e ottimisti,  non esistono orari di partenza in queste stazioni, le macchine partono quando sono piene, non è quindi così improbabile dover aspettare ore e ore prima di partire e contando che la macchina più recente che prenderete avrà almeno 25 anni, mettete in conto che potranno succedere un sacco di avventure. 

TELEFONO: fatevi un sim local, costa pochissimo! 

VISTO: ve lo faranno direttamente all'arrivo in aeroporto

QUANDO ANDARE: non andate d'estate a meno che non vogliate evaporare

CIBO: posso affermare con certezza che il senegal è il posto nel mondo dove ho mangiato meglio, tra le tante leccornie non perdetevi: 

Primo tra tutti il mio preferito in assoluto: il Maffè, è un semplice spezzatino servito con il riso bianco, ma il tocco di classe è la salsa di arachidi all'interno. 

In secondo posizione le buonissime Fataya, frittelline triangolari ripiene di carne o pasce, uno spettacolo. 

Lo yassa Poulet, pollo stufato con limone e una montagna di cipolla. 

Le Thiebou Dien, riso con pesce aglio e cipolle.

Potrei continuare ma mi verrebbe troppa fame, ricordatevi però che non sarà un vero pasto senegalese se non sarà accompagnato da un bicchiere di Bissap, sciroppo di Karkadè gustosissimo. 

 

VACCINI:  si, ci sono un paio di vaccinazioni consigliate e no, non sono un medico quindi non so e non voglio dirvi quali, andate alla ASL e chiede al medico di medicina dei viaggi. 

 

Iniziamo.. 

Atterro a Dakar, sento già, anche se probabilmente la maggior parte della gente la definirebbe puzza, profumo d'Africa, del mio continente preferito, quello che riesce a regalarmi più emozioni, il continente dei sorrisi che mi riempiono il cuore, erano solo 7 mesi che mancavo dall'Africa, ma mi sembrava passata una vita.

Ad attendermi in aeroporto c'è Alessia con Eliassi, un simpatico taxista senegalese.
Saliamo sulla sua station wagon, importata dall'Italia, al posto delle maniglie ci sono delle corde, va un solo finestrino e nello schermo vengono segnalate una serie di avarie non incoraggianti, ma noi ci fidiamo di lui e partiamo alla
scoperta di questo Senegal.
 
DAY 1 LAGO RETBA E BAOBAB
 
Sulla strada incontriamo tantissimi Baobab giganti, io non resisto e chiedo spesso ad Eliassi di fermarsi, per abbracciarli e fotografarli, nonostante gli abbia spiegato che erano i primi baobab che vedevo in vita mia, lui era parecchio sbigottito da questa mia euforia.
Ma come biasimarlo, anche io quando vedo i turisti Cinesi fare robe assurde penso siano una manica di dementi.
 
La nostra prima tappa è il Lago Retba, detto anche il "lago rosa", chiamato così a causa del colore della sua acqua, dovuto dalle alghe rosa che la colorano.
Un'altra particolarità di questo lago è che è uno dei più salati al mondo, in percentuale addirittura di più del Mar Morto, e grazie alla sua salinità non si riesce ad andare a fondo.
Si può stare sdraiati senza muovere un muscolo sul ciglio dell'acqua e la cosa che lo rende ancora più bello è che la sua superficie è circa 3 km2 ed al massimo è profondo 2 metri, contando le alte temperature costanti in Senegal, potrete immaginare che la temperatura dell'acqua del lago è paragonabile a quella di una sorgente termale, una vera figata.
 
Se mai ci andaste, non siate pirla come me, state attenti agli occhi, basta una goccia di acqua dentro e vedrete le stelle ed ovviamente non andate mai sott'acqua con la testa.
 
Fuori dal lago poi vi attenderanno i ragazzi dei banchetti che vendono souvenir, con dei secchi d'acqua, per togliervi il sale di dosso.
 
La sera facciamo una passeggiata alla ricerca di qualche "ristorante" in cui mangiare, troviamo un baracchetto con qualche sedia di plastica e un tavolone rivolto verso il muro, probabilmente se con noi ci fossero quei super chef che fanno i programmi in TV penso che sverrebbero, ma in questi casi il mio cervello intona sempre Tiziano Ferro... "Se non uccide, fortifica....!".
 
Dopo aver pagato pochi euro usciamo, è calata la notte, il cielo si è tappezzato di stelle, immenso, brillante e bellissimo.
 
Mi addormento presto, ripromettendomi di alzarmi in tempo per vedere l'alba sul lago, l'alba ha sempre quel qualcosa in più rispetto ai tramonti, non c'è gente in giro, puoi goderti il silenzio e da un senso di pace.
 
DAY 2 DAKAR E ISOLA DI GOREE 
 
Proseguiamo il nostro tour, in direzione Dakar, più precisamente Goree, l'isola nella quale in 300 anni sono transitati MILIONI di africani, strappati dalla loro terra e portati in Europa o America come schiavi.
Siamo entrati nel museo dove ai tempi c'era "la Casa degli Schiavi", dove venivano stipati, in attesa della loro partenza. Goree ad oggi però appare un'isoletta molto tranquilla e vivace, ci sono spiagge, ristoranti e tantissimi bancarelle.
 
Torniamo sulla terra ferma, ci fermiamo in un hotel trovato sulla strada, ci facciamo una bella doccia e tentiamo di asciugarci con i teli forniti dall'hotel, anche quest'hotel è degno di programmi tv.... ma tipo "Hotel da incubo".
 
DAY 3 SINE SALOUM , MANGROVIE 
 
La mattina presto raggiungiamo Fatick, dove a fatica (hahahaha) nel porto, che appare più una discarica a cielo aperto, troviamo un peschereccio che ci porti per un prezzo accettabile sull'altra sponda, fino al Delta del Sine Saloum, un labirinto di oltre 200 isolette coperte di mangrovie, dove facciamo un giro in canoa, è davvero uno spettacolo.
 
Scendiamo su qualche isoletta, troviamo delle piccole comunità intente a lavorare, ma il toubab (persona bianca) suscita sempre curiosità, molti smettono di lavorare e vengono a chiederci cosa facciamo li.
Giochiamo con i bambini e compriamo delle palline alimentari insacchettate, non meglio definite, da regalargli, ci salutano e proseguiamo il nostro viaggio.
 
DAY 4 JOAL FADIOUTH
Una tappa immancabile in un viaggio in Senegal è anche Joal Fadiouth, Joal paesino sulla costa, che collega con un lungo ponte di legno, Fadiouth, un villaggio di pescatori Cristiani, situato sull'isola delle conchiglie, che è ricoperta totalmente da gusci di conchiglie e li non bisogna perdersi un giro all'interno del cimitero misto Cristiano - Musulmano.
 
DAY 5 MBOUR - 
 
Poco prima di partire ho conosciuto Valeria, fondatrice di un'associazione che ospita e offre pasti caldi ai bambini talibè (vengono chiamati così i bambini di strada) le sue storie e l'amore con cui le racconta mi appassionano.
Decido che avrei trascorso qualche giorno all'interno della struttura, che si trova a Mbour città non distante da Dakar, Valeria mi dice anche che per quei giorni potrà ospitarmi a casa sua Oumar, un suo caro amico senegalese che collabora con lei.
 
Arrivo a Mbour, è sera, Oumar ci accoglie a casa sua, è buio non si vede granché, vedo solo il suo sorriso e capisco subito che diventeremo grandi amici, è stato in Italia anni fa, parla italiano benissimo (se aveste bisogno di una guida in Senegal scrivetemi, lui è l'uomo che fa per voi).
 
Le case in Senegal sono spesso dei grandi complessi dove ci sono spazi comuni (cucina/bagno/giardino ecc.) e poi piccoli appartamentini privati di 1/2 stanze.
Oumar ci presenta gli abitanti della sua comunità, sono tutti molto gentili e ospitali e da subito la inizia a definire casa "nostra" e in effetti mi sentivo proprio a casa.
 
DAY 6 - 7 E 8  TRAVOLTA DAI BAMBINI
 
La mattina dopo andiamo alla "Maison des enfantes", i bambini che arrivano a fare colazione saranno almeno 100, c'è un via vai incredibile, sono tutti molto incuriositi dalla nostra presenza, ma non serve molto tempo per entrare in confidenza, organizziamo partitelle di calcio, balliamo e soprattutto sorridiamo.
 
Nonostante mi venga raccontata la storia di questi bambini abbandonati al loro destino, mi stupisce il fatto che non gli manchi il sorriso.
Scopro che i bambini Talibè (testualmente Discepoli), sono stati abbandonati dalle famiglie, che li "affida" ai Marabut, capi delle Darah, le scuole Coraniche, ma nonostante tutti sappiano il loro triste destino, le famiglie non sembrano preoccuparsene.
 
I talibè vagano per strada tutto il giorno chiedendo l'elemosina e cercando cibo, vivono in condizioni igieniche precarie e vengono trattati disumanamente dai Marabut che spesso li picchiano anche.
Poco prima di partire dall'Italia, Valeria mi aveva detto che in struttura c'è un vecchio computer dove i talibè ogni tanto guardano dei cartoni animati, scopro che sono appassionati dei cartoni della Disney, ma che purtroppo sono anni che guardano sempre i soliti 4/5 film in loro possesso.
 
Decido di comprare una chiavetta USB e scaricare una quarantina di film Disney in francese.
Il mio primo giorno alla Maison faccio vedere ai bimbi la chiavetta e gli spiego che li dentro ci sono tanti film nuovi.
 
"Scoppia" letteralmente un casino immenso, una sessantina di bambini che urlano, mi abbracciano, sono felicissimi, mi dicono che non vedono l'ora di vederli tutti.
 
Rifletto, rifletto tanto, è incredibile pensare di averli resi dei bambini così felici con così poco.
 
Nel frattempo mi immagino la stessa scena in una scuola italiana e penso alle ipotetiche reazioni dei bambini "io li ho già visti tutti", "a me non piacciono i cartoni Disney", "questi però sono quelli vecchi"... e mi assale la tristezza.
 
L'ultima sera a casa di Oumar dobbiamo mantenere la promessa fatta nei giorni precedenti, avevamo promesso alla comunità una cena italiana, cerchiamo in giro tutto quello che può servirci per fare delle tagliatelle al ragù.
 
Ci organizziamo nel migliore dei modi per cucinare su un solo fornello.
La serata trascorre in allegria con tutti i membri di questa bellissima comunità, mangiamo le tagliatelle e nell'ilarità generale, insegniamo a tutti a fare la scarpetta nel piatto.
 
Le nostre giornate alla Maison passano velocissime, arriva in un batter d'occhio l'ultimo giorno, salutiamo i bimbi con un po' di magone, sperando che sia solo un arrivederci.
 
DAY 9 - 10 - 11 SAINT LOUIS
 
Andiamo in direzione Gare Routier, la stazione dei Sept Places, cerchiamo la macchina che va a Saint Louis, sarà un altro lungo e scomodo viaggio. 
 
Saint Louis era già nella lista delle cose da vedere, ma ho scoperto che questo era il week end che tutti i senegalesi aspettano, in questi giorni ci sarebbe stato un Festival di Musica Jazz, la città brulicava di turisti e senegalesi appassionati arrivati appositamente da altre città, ci sono palchi sparsi per il centro e un bellissimo clima festoso, conosciamo gente per strada che ci invita a casa loro a prendere il the, qua è tutto così semplice, fai amicizia in un attimo.
 
Insieme a dei nuovi amici una sera, decidiamo anche di andare a ballare (cosa che non mi succedeva penso dal 2012) rimango basita, i muri delle discoteche sono tappezzati di specchi e tantissimi senegalesi ballano da soli guardandosi riflessi allo specchio... ammazza se hanno l'ego a palla sti cioccolatini!
 
Le giornate trascorrono tra musica, the a casa di gente sconosciuta che ti invita nel giardino di casa loro, e allegria. 
 
Volevamo fare un salto anche al parco Djoudj, ma non siamo riuscite, dicono però sia molto bello.
 
DAY 12 IL DESERTO 
 
Ripartiamo, sempre in sept places, in direzione Lompul, dove ci aspettano il deserto e i cammelli su cui facciamo un giro, dormiamo nelle tende in mezzo al nulla e facciamo la pipì in un water su cui mentre sei seduta puoi guardare le stelle, cosa si può desiderare di più?
 
Pensavo fosse già tutto perfetto, ma poco dopo arriva la sera e sorge la luna, è piena!
 
Illumina tutto, io e Alessia facciamo una passeggiata nel deserto al chiaro di luna, di sicuro è una di quelle esperienze che difficilmente potrò dimenticare ed è certamente il miglior modo per poter dire arrivederci a questo bellissimo paese.

Cusco: cosa vedere in 3 giorni

Nel cuore delle Ande peruviane, a 3.400 m. di altezza, troviamo la bellissima città di Cusco, antica capitale dell’Impero Inca e tuttora una della città più importanti del Perù. Vi sono giunta la prima volta nel 2015, con l’intenzione di fermarmi 6 mesi per fare volontariato, ma alla fine sono rimasta due anni. Questa città e la sua cultura mi hanno profondamente affascinato, così come hanno fatto i paesaggi naturali delle valli che la circondano: selvaggi, indomiti, bellissimi.

Se vi accingete a visitare il Perù per la prima volta, non potete non fare una capatina a Cusco. A detta di molti, è una delle città più belle che possiate visitare. Inoltre, la sua vicinanza a Machu Picchu la rende praticamente una meta obbligatoria. Tuttavia, non pensate che Cusco sia solo una “fermata” da fare prima di arrivare alle famose rovine inca. Questa città è una destinazione a sé, un luogo che vale la pena esplorare con calma per assaporarne l’essenza, e come direbbero alcuni, per assorbirne “las buenas vibras”.

Giorno 1 - Acclimatarsi e perdersi tra le vie del centro di Cusco

L’arrivo a Cusco è sempre un po’ delicato. La maggior parte dei visitatori fa fatica ad abituarsi all'altezza: a 3.400 m sul livello del mare c’è meno ossigeno ed il nostro corpo se ne accorge. Sentirete un po’ si spossatezza, affanno ai primi sforzi e magari un leggero mal di testa. Se i sintomi sono questi, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Cercate di bere tanta acqua, un bel tè di foglie di coca e godetevi una passeggiata tranquilla tra le vie del centro, senza esigervi troppo.

Il quartiere di San Blas è uno dei più belli per perdersi tra edifici in stile coloniale e cafés dal carattere bohemio. Se ve la sentite, arrivate a piedi fino al mirador, il punto panoramico, e godetevi per la prima volta lo spettacolo di Cusco dall'alto. Con uno stesso biglietto cumulativo, potrete visitare sia la chiesetta di San Blas, con il suo famoso pulpito scolpito nel legno, che la Cattedrale di Plaza de Armas.

Scendendo da San Blas verso Plaza de Armas, non potete assolutamente dimenticare di fare una foto con la famosa Pietra dei 12 Angoli, un esempio emblematico degli altissimi livelli tecnici dell’architettura inca. Il muro con la pietra è oggi parte del Museo Arcivescovile.

Dalla piazza principale, potete giungere facilmente a Avenida El Sol, una delle strade principali del centro di Cusco, caratterizzata dalla presenza di banche ed edifici governativi. Nei pressi, si erge l’edificio storico più bello ed importante della città: il Qoricancha, o Tempio del Sole, oggi in parte distrutto perché sovrastato dalla chiesa di Santo Domingo, di epoca coloniale. Questo tempio rappresentava il centro della spiritualità inca, il luogo di culto più importante per rendere omaggio al Sole (Inti) e osservare i movimenti degli astri. Si dice che fosse tutto coperto di lastre d’oro... Potete purtroppo immaginare cosa ne fecero gli spagnoli qualche secolo fa.

Per la sera, vi consiglio una cena leggera in uno dei ristoranti del centro, e magari un bel cocktail fatto con il liquore nazionale, il pisco, consumato in uno dei due cocktail bar principali della zona: il “Museo del Pisco” o “La República del Pisco”.

Giorno 2 - Alla scoperta del Valle Sagrado

Il secondo giorno a Cusco è perfetto per una gita nel famoso “Valle Sagrado”, una valle fertile e bellissima, popolata prima ancora dell'arrivo degli inca per il suo clima mite. Le pendici dei monti si vestono di un verde brillante durante la stagione delle piogge (ottobre-maggio) per poi diventare gialline durante la stagione secca (giugno-settembre).

La visita del Valle Sagrado, viste le distanze, si fa solitamente con i pullman delle agenzie di viaggio, in comitiva o tour privati. Si parte al mattino presto da Plaza de Armas o dintorni, per poi dirigersi fuori città. Il tour solitamente include le città e le rovine inca di Pisaq, Ollantaytambo e Chinchero per poi concludersi verso sera. C’è chi sceglie di fare questo tour a metà, per poi fermarsi ad Ollantaytambo e prendere direttamente il treno per andare a Machu Picchu.

Al di là dei paesaggi naturali di questa valle, il tour è molto interessante dal punto di vista culturale. Sarà possibile ammirare le vestigia dei 3 centri inca già citati (una zona abitata, una fortezza militare ed un palazzo della nobiltà), ma anche assistere ad una dimostrazione delle abilità artigianali delle tessitrici andine, che realizzano bellissime sciarpe, borse e cinture in lana di alpaca. Tenete presente che queste dimostrazioni sono molto turistiche e che non sempre i prodotti venduti hanno un buon rapporto qualità prezzo.

Il tour del Valle Sagrado è solo una delle gite fuori porta a cui si può partecipare. Una buona alternativa è il tour che include le rovine di Moray (un impressionante centro inca per la sperimentazione agricola) e le miniere di sale a cielo aperto di Maras (che regalano foto stupende, data un’occhiata ad Instagram!). Questo si può anche realizzare in bici o a piedi, ma sempre con l’aiuto di un’agenzia.

In serata, se ancora ne avete le forze, potete cedere alla tentazione di provare una delle discoteche ad entrata libera di Plaza de Armas dove, intorno alle 9 di sera, vengono impartite lezioni di salsa gratis!

Giorno 3 - Le rovine di Cusco, antica capitale dell’Impero Inca

Il terzo e ultimo giorno vi suggerisco di dedicarlo alle rovine della città di Cusco e al mercato di San Pedro. In mezza giornata potrete realizzare il così detto City Tour, ovvero un bel giro delle rovine di Sacsayhuaman, Quenqo, Pucapucara e Tambomachay.

Tra queste, il sito archeologico che merita di più è Sacsayhuaman, la fortezza che proteggeva la città di Cusco. Al di là dell’interessante e coinvolgente esperienza storico-culturale della visita, c’è anche da divertirsi scivolando sugli scivoli di pietra, frutto di un’erosione secolare, ed esplorando la parte superficiale dei tunnel che, si dice, collegavano la fortezza al tempio di Coricancha, nel centro di Cusco. Adesso sono stati messi in sicurezza ed è impossibile smarrire la strada, ma pare che dei turisti fossero scomparsi dopo essersi persi in questi tunnel!

Sacsayhuman si trova proprio affianco al Cristo Blanco, un’emblematica statua di Gesù, stile Rio De Janeiro, curiosamente donata al Perù dalla Palestina. Da qui potrete godere della migliore vista di Cusco e fare foto spettacolari.

Una volta tornati in centro, tocca il momento souvenir. Andate al "Mercado de San Pedro", a circa dieci minuti a piedi da Plaza de Armas e lasciatevi stupire dalla miriade di persone e merci ordinatamente esposte sulle bancarelle. Il mercato si divide in tre parti: una dedicata alla vendita degli alimentari, la seconda che si occupa invece di tipici souvenir peruviani e cusqueños, e la terza riservata ai ristorantini che preparano piatti tradizionali e succhi di frutta.

Sono d’obbligo due raccomandazioni: contrattate sul prezzo dei souvenir, se potete, ed evitate di mangiare nel mercato, perché c’è sempre il rischio di prendersi una fastidiosa infezione. Se però desiderate un menù tipico, allora fate un salto, per pranzo, in una "picantería", ovvero una trattoria peruviana.

Il menù non è adatto ai vegetariani, ma se vi piace la carne e volete provare qualcosa di nuovo, allora chiedete "anticuchos" (spiedini di cuore di manzo) o "cuy al horno" (porcellino d’india al forno)! Se siete fortunati, potrete anche assistere gratuitamente ad uno spettacolo di danze andine, messo in scena da ballerini che indossano abbigliamento tipico, diverso per ogni danza. Preparatevi, perché alla fine chiedono sempre a qualcuno nel pubblico di raggiungerli sul palco!

In giro per la Thailandia

Mai sono rimasta così affascinata da una città quanto di Bangkok. Ragazzi che spettacolo! Una città in continuo movimento, via vai di gente ad ogni ora, sembra che non dorma mai. È la città dove tutto può accadere, compreso incontrare, per caso (tra più di 8 milioni di persone), un vecchio amico conosciuto a Delhi due anni prima che sorseggiava una birra proprio nel locale dove anche io stavo sorseggiando una Chang, nella popolosissima e vivissima Khao san Road, dove troverete negozietti e bar per tutti i gusti.

Solo che Bangkok, merita minimo 3/4 giorni di visita, per visitare i maggiori punti d’interesse tra cui consiglio:

- il Grande Palazzo Reale (500 bath a persona), che, nonostante l’alta affluenza di turisti, è un ottimo punto di partenza per la visita della città sia per l’importanza che rappresenta, essendo stata la residenza dei re di Thailandia, sia per la varietà e magnificenza delle costruzioni e cortili al suo interno; 

- il Buddha sdraiato al Wat Pho (troverete un sacco di “Wat” ovvero di templi buddisti), al costo di 200bath a persona. Personalmente sono rimasta colpita dall’enormità del Buddha, in effetti cosa potevo aspettarmi da una costruzione alta 15 metri e lunga 46?!;

- La Golden Mountain (Wat Saket) al costo di 50bath a persona;

- China Town, dove troverete molti ristorantini e, mi raccomando, non risparmiatevi con l’assaggio dello street food alle bancarelle.

- Il Floating Market, assolutamente da fare! È sicuramente diventato molto turistico, ma se non siete mai stati in un mercato galleggiante, il Damnoen Saduak è l’opportunità giusta.

È consigliato arrivare al mercato entro le 7 del mattino (soprattutto per coloro che non amano la folla che dalle 9 si scatena) e soprattutto a stomaco vuoto perché vorrete e dovrete qui lasciarvi tentare dai prodotti che i mercanti preparano a bordo delle loro lunghe barchette a remi. Il costo di una barca per il giro del mercato va dai 200 bath per una a remi agli 800 bath per quella a motore.

Inoltre, sarà importantissimo riuscire ad abituarsi e immergersi nella loro cultura, distante dalla nostra ma, oltremodo affascinante. Dovrete infatti imparare che se siete donna non riuscirete a stringere la mano ad un monaco buddista, rifiuterà! Non per maleducazione, ma per il semplice fatto che non è loro permesso avere contatto fisico con il sesso femminile, l’ho provato in prima persona e vi assicuro che sentirlo dire è un conto ma viverlo direttamente fa un certo effetto. Per questo consiglio vivamente di prendere parte alle Monk’s Chat, avrete l’occasione di incontrare un monaco buddista per una chiacchierata (lo sapevate che l’unico loro pasto della giornata è la colazione??..almeno così mi hanno detto)!  Imparerete anche che è importante l’abbigliamento nei luoghi sacri (nel Palazzo Reale per esempio) ovvero gambe e spalle rigorosamente coperte.

Inoltre, utile sapere che i tuk tuk qui sono tanto comodi quanto “furbi”. Assicuratevi di essere il più chiari possibile e non spaventatevi se invece che dove avete chiesto, vi ritrovate in un negozio di tappeti! Da buoni commercianti cercano di far girare l’economia locale e farvi acquistare i loro articoli, voi acquistate se interessati oppure declinate, ringraziate e fatevi portare a destinazione, fa tutto parte del contesto, siete turisti, aspettatevi di essere trattati come tali! Altrimenti ottima soluzione sono gli autobus: potete acquistare il biglietto a bordo e, anche se meno comodo vi assicuro che risparmierete un sacco!

Noi, per evitare di incappare in spese superflue e non sapendo minimamente come muoverci, come prima cosa abbiamo chiesto di portarci al TAT (Tourism Authority of Thailand), per cercare di recuperare qualche mappa e informazione turistica affidabile e a costo zero. Ma, nonostante la nostra richiesta, ci siamo ritrovati in un Tourist Center che aveva come sigla esterna TIT…per questo vi dico di essere il più chiari possibile, in caso contrario, decidono loro cosa capireJ (1° consiglio: non lasciare nulla al caso con loro!).

Ormai in questa agenzia, abbiamo incontrato Mr. Mark il quale, cercando di rispettare i nostri budget (30€ al giorno), ci ha organizzato la visita del nord della Thailandia in un quarto d’ora con partenza programmata già per due giorni dopo. Devo ammettere che tutto è andato benissimo, dalle Guesthouse ai vari spostamenti (2° consiglio se volete affidarvi ad un’agenzia, fatelo in loco, risparmierete e poi, chi meglio di loro conosce il territorio?).

La prima tappa organizzata è stata Ayutthaya, antica capitale thailandese che dista un’oretta da Bangkok, dove sorge il Parco storico che l’Unesco ha riconosciuto come patrimonio dell’umanità e famoso per le imponenti rovine tra cui avrete già visto in foto la testa del Buddha incastonata tra le radici di un albero! Il giro del Parco è consigliato a piedi o in bici ed il biglietto d’ingresso si paga in base a quanti templi volete visitare, un templio 50 bath, 6 templi 220 bath. Per quanto riguarda il soggiorno, noi siamo stati accolti con molta disponibilità al Baan Eve, dove nonostante il nostro basso budget, ci siamo trovati bene.

Ad Ayutthaya, oltre a quelli nel Parco, ci sono molti altri templi visitabili, noi siamo stati al Wat Panan Choeng, dove abbiamo assistito ad una messa buddista e al Wat Phra Si Sanphet che, ai tempi, era talmente grandioso che ne venne riutilizzato il “design” per il nuovo templio reale realizzato in seguito a Bangkok.

Per girare le cittadine, affittare uno scooter è una buona soluzione se avete poco tempo a disposizione, noi l’abbiamo preso qui per 24h ore al costo di 300bath. Assicuratevi di lasciare il passaporto al noleggiatore, perché io, avendolo solo mostrato e rimesso in borsa, ho scatenato l’ira del proprietario che la sera stessa si è presentato in ostello con fare molto aggressivo (inizialmente abbiamo pensato tutti ad una rapina) e accusandoci di essere dei ladri. Fortunatamente, con le mani che tremavano, siamo riusciti a convincerlo che eravamo in buona fede e tutto si è risolto per il meglio.

La seconda tappa del nostro tour è stata Sukothai, circa 4/5 ore a nord di Ayutthaya, anch’essa è stata capitale thailandese. Qui abbiamo avuto il piacere di soggiornare alla Vitoon Guesthouse, dove siamo stati accolti da super sorrisi e che si trova in posizione strategica per la visita del Sukothai Historical Park. Il Parco è bello da girare in bici, che potete affittare subito fuori dal parco per circa 30bath, e se volete evitare di pagare il biglietto d’ingresso, sappiate che dopo le 18 è gratis! Se volete concedervi una buona pausa noi abbiamo provato il Coffee Cup, troverete molta scelta tra piatti locali e in più è molto vicino all’ingresso del parco.

La terza e ultima tappa nel nord, è stata Chang Mai dove abbiamo soggiornato al Backpacker’s Meeting Place, un ostello molto giovanile che definirei anche un luogo di incontro dove potrete conoscere un sacco di persone da tutto il mondo! Grazie all’ostello abbiamo potuto organizzare sul momento sia la visita in giornata a Chang Rai e il giro del Triangolo d’Oro (Thailandia, Laos, Myanmar), sia una giornata con gli elefanti che consiglio assolutamente fare. A me è rimasta nel cuore, ci siamo presi cura degli elefanti, li abbiamo nutriti e lavati a mani nude nel fiume, una sensazione indescrivibile! Noi abbiamo scelto di fare questa esperienza perché sapevamo essere un’esperienza positiva sia per noi che per gli elefanti dato che il progetto a cui abbiamo preso parte è volto alla cura degli elefanti e non allo sfruttamento, nessuna catena o sella è stata utilizzata su di loro, eravamo solo noi loro e la natura, ma purtroppo non è così ovunque.

Per il rientro, abbiamo optato per il treno notturno che da Chang Mai arriva a Bangkok in circa 10/13 ore. Questa soluzione è ottimale per il risparmio di tempo, per il basso costo (con 30€ a testa abbiamo acquistato una comoda cuccetta in 2^ classe, con tanto di tendina per una dormita in tutta tranquillità!) e perché l’esperienza sul treno thailandese è da fare, questo non si discute! È consigliato prenotare online per scegliere il posto che preferite (amt.12go.asia), anche se noi siamo riusciti ad acquistare il biglietto il giorno stesso direttamente alla biglietteria senza problemi. 

Dopo una decina di giorni di tutto organizzato, abbiamo pensato di essere pronti per l’organizzazione autonoma del viaggio verso le isole del sud del paese. Ma forse, inizialmente, ci siamo un po' sopravvalutati dato che dalla stazione di Bangkok abbiamo acquistato il biglietto del pullman che ci avrebbe portato nel porto di Champong per il traghetto verso Koh Samui, ignari del fatto che nel tragitto ci avrebbero mollato per strada alle due di notte nel mezzo del nulla nell’attesa di una camion che ci ha poi lasciati nel porticciolo dove abbiamo schiacciato un pisolino sulle panchine finchè, all’alba, un traghettino ci ha finalmente trasportati sull’isola (3° consiglio, se non siete troppo portati per l’avventura, qualche domanda in più sul biglietto che state acquistando non guasta!).

Sulle isole quello che consiglio è di noleggiare uno scooter e girarle il più possibile, essendo piccole ci mettete poco a passare da una sponda all’altra…ah assicuratevi di prendere un scooter abbastanza potente per due persone perché alcune strade sono un’impresa da percorrere!

Mi raccomando se riuscite, cercate di raggiungere i punti panoramici segnalati sulle mappe perché il più delle volte oltre che la vista mozzafiato troverete ad accogliervi anche un piccolo baretto con birrette fresche che, sorseggiate sotto le stelle, non hanno prezzo!

A Koh Samui, la più grande delle tre isole, immancabile è l’escursione al Parco Marino di Ang Thong (raggiungibile anche dalle altre isole)! Noi lo abbiamo fatto tramite un tour organizzato sul posto che è durato tutta la giornata. Farete snorkeling nell’acqua cristallina, conoscerete nuove persone e scatterete foto uniche. Portatevi anche un paio di scarpe chiuse perché per godere della vista dall’alto del parco marino dovrete fare una piccola “scalata” alla fine della quale sono certa vi dimenticherete dello sforzo appena fatto, il panorama ripaga tutto! Noi lo abbiamo fatto in ciabatte infradito e, anche se ovviamente ce lo avevano vietato, siamo riusciti ad arrivare in cima sani e salvi eludendo la guida, e vi assicuro che ne è valsa veramente la pena!

A Koh Panghan, potrete sbizzarrirvi tra spiagge, camminate nella natura e, se capitate nel periodo giusto, scatenarvi al Full Moon Party, festa in spiaggia che si tiene una volta al mese. Se lo doveste mancare, vengono organizzati anche altre due feste durante il mese, il Black Moon e Half Moon; noi siamo riusciti a partecipare al Black Moon dove abbiamo assistito a spettacoli e ballato tutta la notte insieme a ragazzi provenienti da ogni parte del mondo.

Da un’isola all’altre si ci sposta comodamente con i vari traghetti che tutto il giorno vanno avanti e indietro dalle isole per circa 10€ a testa, non c’è particolare bisogno di prenotare in anticipo ma se preferite, il sito che vi h segnalato in precedenza per i treni è valido anche per traghetti e nel caso anche per bus.

Koh Tao, è la più piccola delle tre isole e per questo personalmente l’ho apprezzata di più. La abbiamo girata in lungo e in largo (dove accessibile) e non siamo mai rimasti delusi, ogni angolo è una piacevole sorpresa.

Li alloggi li prenotavamo di volta in volta tramite booking.com e siamo stati sempre bene, ovviamente la scelta è ampia, per tutti i portafogli. Ricordo con piacere il Baan Talay a Koh Tao, anche se da raggiungere la sera col motorino nel buio totale è una bella impresa, ma la tranquillità e la vista sono assicurati.

Per quando riguarda il cibo, la Thailandia offre molte opzioni, troverete di tutto, dal riso, pizza…agli spiedini di insetti fritti (scorpioni, cavallette e chi più ne ha più ne metta!) io mi sono pentita di non averli assaggiati perché in molti mi hanno detto che non sono così male! Quindi, se vi capita, voi provateli! I miei piatti preferiti in assoluto sono stati il Pad Thai e il Khao Niao Mamuang tra i dolci; in entrambi il riso è il protagonista, ma come non potrebbe esserlo nel paese che occupa il 6° posto a livello mondiale per la produzione di riso? La maggior parte delle risaie si trovano nella zona est del paese ma che purtroppo non ho avuto tempo di visitare.

La Thailandia è un paese che vi metterà davanti tante situazioni diverse ma sempre con estrema cordialità!

Alla scoperta della città perduta: Machu Picchu

La prima volta che accarezzi con lo sguardo le forme irregolari delle rovine di Machu Picchu e la sagoma della montagna di Wayna Picchu, nella quale si può scorgere il profilo di Viracocha, Dio Creatore, provi un'emozione indescrivibile. Era proprio così che la vedevi sui libri di storia, sulle guide turistiche, sui blog di viaggio! E adesso sei lì, ad ammirare l’unica città inca scampata alla sete di distruzione delle truppe spagnole durante la Conquista. Machu Picchu è un luogo unico e merita a pieno titolo di essere annoverato tra le 7 Meraviglie del Mondo Moderno.

Dove si trova Machu Picchu

Machu Picchu è, a tutti gli effetti, il nome di una montagna che sorge a circa 3 ore di viaggio da Cusco, antica capitale dell’impero inca e moderna capitale del turismo peruviano. Trovandosi alle porte della selva, la Foresta Amazzonica, gode di un clima temperato e umido che favorisce la crescita di una vegetazione lussureggiante ed il proliferare di uccelli dai colori sgargianti. Questo a volte fa dimenticare di trovarsi a 2.400 m. sul livello del mare!

Overtourism a Machu Picchu: come cavarsela

Ogni anno, più di un milione di turisti visitano le misteriose rovine, sedotti dalla fama e dal fascino di questi luoghi. Per ridurre il rischio di sovra-sfruttamento del sito archeologico, il governo peruviano ha imposto misure di controllo che includono la presenza di due turni di visita giornalieri di 6 ore ciascuno ed il divieto di portare con sé certi oggetti, come gli ombrelli o i bastoni da passeggio. 

Per avere la meglio su questa folla con la quale inevitabilmente condividerete la vostra esplorazione di Machu Picchu conviene scegliere bene il momento della vostra visita. È necessario prenotare con qualche mese di anticipo per avere piena disponibilità di giorni e orari.

Quando visitare Machu Picchu

Un’ottima soluzione è senza dubbio quella di andare al mattino presto in modo da essere già lì alle 6:00 quando aprono i cancelli. Questa è stata la mia strategia per ben due volte e non ho dubbi a consigliarla!

Con un po’ di fortuna, vi godrete una delle albe più belle della vostra vita, basta che non sia nuvolo. Una volta entrati, aspettate sul versante dell’ingresso il sorgere del sole, come faranno quasi tutti gli altri turisti. I raggi che spuntano piano piano dal crinale orientale, bagnando di luce le mura dei templi e degli edifici della nobiltà inca, sono uno spettacolo incantevole. E visto che tutti gli altri visitatori saranno lì con voi a scattare foto, questa è l’unica opportunità che avete per immortalare Machu Picchu senza il brulicare di turisti e guide.

Cosa visitare a Machu Picchu

Machu Picchu è un sito archeologico molto grande che comprende la Cittadella, la Porta del Sole (porta d'ingresso per chi fa l'Inca Trail), il Ponte Inca, il punto panoramico di Machu Picchu Mountain e l'Osservatorio di Wayna Picchu, tra gli altri. Le distanze sono troppo lunghe per vedere tutto in sole 6 ore, quindi dovrete scegliere. Per Machu Picchu Mountain e Wayna Picchu è necessario prendere un altro biglietto che va ancora più a ruba di quello per l’ingresso generico. A Wayna Picchu, il punto più sacro dell’intera cittadella, entrano solo 400 persone al giorno, divise in due turni. 

Al di là del fattore tempo, bisogna considerare che la salita a Wayna Picchu è tutt’altro che facile, con punti in cui più che un sentiero sembra trattarsi di una strada ferrata. Un discorso simile si può fare per la Montagna Machu Picchu, mentre raggiungere il ponte inca è relativamente facile, trattandosi per lo più di un sentiero in piano.

Ad ogni modo, meglio fare poco e bene. Se avete poco tempo e poche energie, concentratele sulla Cittadella!

Visite guidate a Machu Picchu

La visita guidata, solitamente, comprende solamente la parte della cittadella, ma le guide faranno in modo di accompagnarvi all’ingresso per le altre parti del sito archeologico, se avete comprato il biglietto. Non è obbligatorio entrare con una guida, ma la presenza di un esperto è un fattore non trascurabile. Io sono entrata una volta senza e una volta con: le spiegazioni della guida mi hanno incuriosito incredibilmente e la visita è stata decisamente più interessante.

Inoltre, tutte le guide di Machu Picchu sono autorizzate. Parlano praticamente tutte le lingue del mondo e se viaggiate con un piccolo gruppo (dalle sei persone in su) vi conviene ingaggiare una guida per un tour privato, magari in italiano.

I misteri di Machu Picchu

La storia di Machu Picchu è tutt’ora avvolta in un alone di mistero. Chi vi risiedeva? Sicuramente non era gente comune, perché il ritrovamento di templi e di edifici nobili denota la presenza di persone molto importanti. E perché hanno lasciato Machu Picchu, l’unico luogo che era sfuggito all'invasione spagnola? Forse per andare a difendere la capitale. Quello che sappiamo è che Machu Picchu non durò molto tempo: non avevano ancora finito di costruirla completamente quando fu abbandonata. 

La sua ubicazione è così difficile da raggiungere che gli spagnoli non si accorsero mai della sua presenza. Bisogna aspettare l’inizio del ‘900 per arrivare al momento della sua così detta “scoperta scientifica”, ovvero il giorno in cui l’accademico Hiram Bingham la trovò per caso grazie all’aiuto di contadini del posto e ne diede notizia al mondo, sulle pagine del National Geographic. 

Infatti, dal basso è praticamente impossibile scorgere Machu Picchu! Cosa che desta numerose domande sul processo di costruzione. Dove hanno trovato le pietre? Hanno trasportato fin lassù quei monoliti giganteschi? E come facevano ad approvvigionarsi dei viveri necessari? Sicuramente, la presenza di centinaia di schiavi è parte della risposta, ma non è tutto.

Machu Picchu era una cittadina autonoma e auto-sufficiente. Un sistema di acquedotti distribuiva l’acqua fresca di una sorgente a tutta la città, mentre le terrazze coltivate fornivano gli alimenti necessari. Questo rendeva innecessario il trasporto quotidiano di merci dal basso.

Machu Picchu era sicuramente un luogo d'élite, un rifugio privilegiato per l’alta società ad un passo dal Sole e dal mondo degli Dei.   

Montserrat, la montagna ed il monastero

Una visita a Montserrat mette d'accordo sia gli appassionati di trekking che quelli di storia. Gli uni si cimenteranno in spettacolari passeggiate sulle pendici di una delle montagne più caratteristiche della Spagna. Gli altri faranno volare la fantasia con la leggenda del Sacro Graal, secondo alcuni custodito nell'abbazia. Qualunque sia la vostra motivazione, non perdete l'opportunità di scoprire uno dei luoghi più maestosi della Catalogna!

Dove si trova Montserrat

Il massiccio di Montserrat si erge alle spalle di Barcellona, nel comune di Monistrol de Montserrat. È famoso per le sue bellezze naturali, soprattutto per la particolarissima conformazione geologica, e per la presenza di un antico monastero, originariamente costruito nel lontano 800 d.C.

Montserrat, una montagna peculiare

Dichiarata parco naturale nel 1987, Montserrat offre al visitatore uno spettacolo a dir poco magnifico! Già da fondo valle si riescono a scorgere i suoi picchi rocciosi, incorniciati dalla ricca vegetazione mediterranea. Non è tanto l’altezza dei picchi ad affascinare, quanto la loro forma...peculiare, direi! Infatti, le rocce del massiccio di Montserrat si trovavano originariamente in fondo al mare, ma sono emerse milioni di anni fa in seguito a violenti sconvolgimenti geologici.

Ecco perché le pareti hanno quell’aspetto, liscio, come se fossero state levigate… e ci regalano uno tra i paesaggi più suggestivi della Catalogna. 

Montserrat, monastero e abbazia benedettina

Nell’800 d.C., alcuni monaci benedettini eressero un piccolo monastero che, nei secoli, sarebbe cresciuto moltissimo, diventando oggetto di lotte di potere e scenario di eventi d’importanza storica. Questa comunità religiosa si è guadagnata la devozione di innumerevoli fedeli e generose donazioni grazie soprattutto all’effigie della Madonna che ha dato il nome all’abbazia: la Mare de Deu. Questa statua di legno è oggetto della venerazione di numerosissimi credenti, che la chiamano affettuosamente la moreneta, visto il colore scuro della pelle della Vergine.

È ancora possibile ammirare questa statua medievale, custodita all’interno della basilica. La coda per avvicinarsi alla statua e chiedere una grazia, però, è spesso lunghissima! Curiosamente, ne esiste una copia, anch’essa veneratissima, nella città di Alghero, Sardegna, un'antica colonia catalana. 

Come arrivare a Montserrat

Per arrivare a Montserrat da Barcellona bisogna prendere una delle linee ferroviarie catalane, il “Ferrocarril”, dalla stazione di Plaça Espanya. Soprattutto se viaggiate nel week-end, cercate di arrivare almeno 15 minuti prima della partenza del treno; altrimenti, dovrete probabilmente viaggiare in piedi.

Il tragitto sul ferrocarril dura circa un’ora. La vostra destinazione è Monistrol de Montserrat. Il paesino è grazioso e vale la pena fare un giro nel centro storico. Ci sono anche un paio di ristoranti molto tradizionali dove purtroppo non sono riuscita a mangiare perché già pieni.

Trekking o cremallera?

Da buona amante delle passeggiate, non ho avuto dubbi: trekking! Ma per chi volesse evitare la faticosa ascensione o per chi non avesse tempo da perdere, esiste una comodissima cremagliera che vi porterà su fino al monastero e ancora più in alto. Parte direttamente dalla stazione e ci mette solamente 20 minuti. Niente male, ma volete mettere la soddisfazione di arrivarci con le proprie gambe?

Se vi ho conviti, dovete prepararvi ad un percorso in salita (da moderata a difficile) di circa due ore. Quando sono andata io, non c’era né sole né caldo, ma il percorso è praticamente tutto esposto, senza alberi o ripari, quindi munitevi di acqua e cappellini.

Per raggiungere il sentiero dell’ascensione, è necessario attraversare il paese. Lungo il percorso troverete sempre cartelli e segnali che vi indicheranno il cammino. Il rischio di perdersi, quindi, è praticamente nullo. Ci sono sì diverse biforcazioni, ma alla fine si arriva su al monastero. 

Ai più allenati potrebbe interessare che il sentiero è anche adatto al trail running. I catalani sono gente molto sportiva, e durante la mia passeggiata sono stata superata da due ragazzi che andavano su di corsa. Davvero bravi!

Man mano che ci si avvicina ai caratteristici picchi di Montserrat, il panorama diventa sempre più affascinante. Godetevi ogni pausa ed ogni curva del cammino. Ne vale la pena!

La visita al monastero di Montserrat

Il monastero è molto frequentato da turisti e fedeli che arrivano camminando, in macchina o con la cremagliera. È un luogo vivace: troverete produttori locali intenti a vendere i loro prodotti sulle bancarelle, ristoranti e bar. Monaci stranamente se ne vedono pochi in giro, anche se ce ne sono molti che vivono attualmente nel monastero.

Vale la pena fare un giro nella basilica, ammirare le sue navate e decorazioni, ed osservare da lontano l’antica statua della Mare de Deu. Dico da lontano perché la coda per avvicinarsi è veramente infinita!  

Ed il Sacro Graal? Neanche Heinrich Himmler, leader nazista ossessionato dalla ricerca di questa potente reliquia, è riuscito a trovarlo... ma potete sempre provarci!

 

 

 

 

 

No, IO a New York non ci andrò MAI!

... c'è un sogno che accomuna molte persone e probabilmente questo sogno si chiama

New York

 

PREMESSA:

Io per anni ho sempre fatto parte di quella piccola percentuale di persone che non la sognava minimamente... anzi, l'ho sempre un po' snobbata! Mia madre invece, al contrario mio, la sognava da una vita... e come si fa a dire di no alla mamma ed al suo sogno se ti propone di andarci?  Anche se, devo essere sincera, una volta tornata, mi sono ricreduta e ammmetto che ha davvero un suo fascino.

Ebbene... pensate che ci vogliano migliaia di euro per un viaggio nella grande mela?SBAGLIATE DI GROSSO, anche questa volta sono qui per smentirvi, con la speranza che qualche piccolo consiglio possa esservi d'aiuto.

Come prima cosa bisogna cercare un volo economico, ormai a/r per la city si trovano a meno di 400€. Io l'ho pagato 330€ con 2 mesi di anticipo partendo da GENOVA.Cercate di essere un po' elastici con le date e sicuramente troverete dei gran prezzi.

Per quanto riguarda invece l'alloggio, io vi consiglierei (sempre se avete un "low budget") di cercare nel New Jersey, ebbene si, cambierete stato ogni sera, ma in realtà si tratta solo di prendere la metro per 10 minuti da Manhattan, attraversare in sotterranea il fiume Hudson ed arrivare a Newport, cittadina davvero tranquilla, pulita e dalla quale la mattina, complice il fuso orario che vi farà svegliare presto, godrete un'alba su Manhattan davvero impagabile. Sappiate però che la metro per il N. Jersey ha dei biglietti diversi rispetto a quella di Manhattan, mi sembra costino 3$ a tratta.

Ma soprattutto i prezzi delle stanze a Newport sono dimezzati rispetto al centro, in 2 abbiamo speso 600€ per 7 notti in un grattacielo al 34 piano per una stanza con bagno.

CONSIGLI E COSE DA SAPERE:

  1. gli americani... siate pronti, non credevo ma gli americani amano gli italiani... appena direte che siete italiani vi rispoderanno con un "MAAMMA MMIAA" e vi vi racconteranno di avere almeno un parente italiano e la sua storia...
  2. la sanità non è prevista per noi italiani, se succedesse qualcosa dovremmo pagare profumatamente, vi consiglio di stipulare un'assicurazione online, che con circa 30€ vi toglierebbe da ogni, speriamo remotissimo, problema
  3. Lo so, sono monotona ma registratevi SEMPRE sul sito del Ministero degli esteri "Dove siamo nel mondo".
  4. Forse la più importante ricordatevi di fare l'Esta, che è il permesso di ingresso negli USA, costa 20 dollari, si fa online in pochi minuti e dura 3 anni.
  5. Acquistate online un pass per le principali attrazioni, io mi sono trovata benissimo con il "New York City Pass" che dura 9 giorni, costa 113,80€ e da diritto ad entrare (evitando la coda) a:
  • The Metropolitan Museum of Art;
  • Terrazza panormica dell'Empire State Building;
  • A scelta nella terrazza panoramica del Top of the Rock o al Museo Guggenheim;
  • Museo americano di storia naturale;
  • A scelta una crociera fino alla Statua della Libertà e visita ad Ellis Island o una crociera Circle Line;
  • A scelta il Memoriale e Museo dell'11 settembre o Intrepid Sea Air e Space Museum.

Ci sono altri pass che danno diritto ad entrare in molti altri posti, ma a mio parere per il prezzo che hanno, non ne valgono la pena.

 

 

Ora però parliamo di cosa fare in città.

Una volta arrivati all'aeroporto (che probabilmente sarà il JFK) prendete "l'Air Train" e poi la metro. L'air train vi porterà fino alla stazione di "Howard Beach" o a "Jamaica Station" da li bisogna cambiare e prendere la metro, vi consiglierei di fare l'abbonamento alla metro, per una settimana costa circa 32 dollari + 1 dollaro per l'emissione della MetroCard, e secondo me ne vale davvero la pena, perchè le distanze sono davvero grandi.

Le cose che sicuramente vi consiglio di fare:

MUSEI:

  • Il memoriale dell'11.9 vi lascerà senza parole, la vastita di Memorial Plaza e le enormi vasche dove prima si ergevano le torri gemelle. Dentro il museo potrete ripercorrere tutto quello che è successo quel giorno, ci sono un sacco di reperti e testimonianze dei sopravvissuti;
  • Visitate il MET (Metropolitan Museum of art) il 4° museo più grande al mondo e non perdetevi assolutamente la zona degli egizi, a mio parere la più bella;
  • Il MOMA, sicuramente uno dei più famosi musei di arte moderna;
  • Se aveste già visto gli altri musei e beccaste una giornata piovosa o se facesse davvero freddo (o come è successo a me entrambe le cose) potete anche fare un giro al American Museum of natural history (dove hanno girato una notte al museo, tanto per intenderci)sinceramente però non credo che sia una tappa immancabile di un viaggio nella city... tenetelo come tappa buchi!

PANORAMI:

  • Salite sui grattacieli (inclusi nel pass ci sono Empire e Top of The Rock). Con il City pass, per l'Empire c'è la possibilità di entrare una volta di giorno e un bonus per salire nuovamente la sera stessa dell'ingresso diurno, ne vale davvero la pena in entrambi i casi, quindi godetevela. Per salire invece sul Top of the rock, c'è più coda, ci si presenta alle biglietterie automatiche con il pass e alle macchinette è possibile prenotare la salita in ascensore per un orario prestabilito, altrimenti la macchinetta darà il primo orario disponibile (a volte può essere anche ad un paio d'ore dal momento della richiesta) cercate quindi di prenotarlo per l'ora del tramonto e di sicuro non ve ne pentirete;
  • Prendetevi almeno mezza giornata, per esplorare e godervi "Central Park"come un vero Newyorkese, possibilmente affittate una bicicletta e, se il tempo lo permettesse, fatevi anche un bel pic-nic , non perdetevi anche la statua di "Alice nel paese delle meraviglie" e quella di "Balto".

ATTIVITA' VARIE:

·Da dove iniziare se non con una passeggiata sul magnifico Ponte di Brooklyn e con una altrettanto magnifica vista della city dall'altra sponda del fiume;

·Fatevi una passeggiata su quella che penso essere la via più famosa del mondo, la 5th avenue, e già che passate di li fate un salto alla Saint Paul Chapel e anche nella Sinagoga più grande del mondo, uno dei posti non molto turistici ma che a me ha davvero lasciato a bocca aperta, sia per la gentilezza delle persone che ci hanno fatto fare un piccolo tour GRATUITO del loro luogo di culto, sia per l'immensità e la pace che ho provato in questo posto;

·In un'altra mezza giornata fate un giro in battello fino alla Statua della Liberta e ad Ellis Island principale punto di ingresso dove sbarcavano gli immigrati che arrivavano negli Stati Uniti, rivivete quei momenti grazie al museo all'interno dell'isola. I battelli partono da Battery Park;

·La domenica mattina, tra le 10 e le 12 aggiratevi tra le vie di Harlem, quartiere afro-americano a nord della city, dove in tantissime chiese troverete dei Cori Gospel che vi faranno venire i brividi;

·Fate un passo a Washington Square Park;

·Visitate la stazione centrale e fate un giretto nella vicina Union Square;

·Se il tempo lo concede fatevi una passeggiata sulla HIGH LINE una sezione di ferrovia sopraelevata ormai in disuso;

·Immancabile una visita nella immensa Cattedrale di Saint Paul enorme e architettonicamente veramente bella;

·Vicino alla High Line c'è il Chelsea market ospitato in una ex fabbrica dove avrete veramente l'imbarazzo della scelta per tutte le leccornie che troverete;

·Come non fare una passeggiata sotto il Flatiron Building, un'icona di NY;

·Un altro super must è Time square, se potete andateci anche di sera, è il momento sicuramente più .. illuminante diciamo;

·Nella zona di Time Square troverete i moltissimi teatri di Broadway, io ho avuto la brillante idea di spendere 180 euro (A TESTA) per andare a vedere la versione originale del musical di "The lion king"... sappiate che oggettivamente tutti quei soldi non li vale assolutamente, pensavo e speravo di uscire dal teatro veramente stupita, mentre invece ne sono uscita delusa e povera;

·Cercate di non essere stordite come me, andate a Wall Street, li troverete ill New York Stock Exchangee non dimenticatevi di andare a vedere il simbolo di Wall street, il super toro, che io mi sono completamente dimenticata di guardare (si, se vi state chiedendo se sono veramente babbucchiona, la risposta è si);

·Come non pensare a Kevin MC Callister mentre girovagate a NYC? All'inizio di Central Park troverete anche l'Hotel Plaza, l'hotel più incredibile del mondo dicevano in "mamma ho perso l'aereo".. e anche se da fuori non è niente di che, il Plaza l'hai da guardà... solo per il grande impatto emotivo che quel film ha avuto sulla nostra adolescenza;

·Visitate anche la Saint Paul Old Cathedral e il suo cimitero, vi sembrerà di essere in un mondo parallelo, un silenzio ed una pace che di certo non vi faranno sembrare di essere nella Downtown di Manhattan;

·Se vi avanza del tempo fate anche un giretto a Little Italy e a China Town fate un salto al Mahayana Temple, verrete catapultati in un attimo in un altro continente;

SHOPPING:

  • Dedicate un po' di ore allo shopping, andate da MACYS, il più grande dei grandi magazzini al mondo e sbizzaritevi, troverete borse, scarpe e vestiti, soprattutto dei grandi brand americani, a delle cifre davvero irrisorie;
  • lucidatevi gli occhi da Tiffany sulla 5th in un attimo vi sembrerà di essere Audrey Hepburn o meglio Holly in "Colazione da Tiffany";
  • Fate un giro a Union Square, su cui affaccia altro grande magazzino "DSW" in cui sbizzarririsi con lo shopping, da li godrete anche di una splendida vista dell'Empire;
  • Century 21 è un must per del sano shopping newyorkese;
  • Per ultimo ma non ultimo, il mio preferito, Bloomingdale's che io ho letteralemente saccheggiato;
  • E anche se non volete comprare niente fate un giro in uno store LEGO, mi sembrava di essere una bambina la mattina di Natale, avrei comprato tutto;

A NATALE:

  • Se per caso come me capitaste li nel periodo natalizio non perdetevi la zona del Rockfeller Center, con i suoi super addobbi, il sottofondo musicale perenne di "Mamma ho perso l'aereo", il suo mega giga albero e non dimenticate i vari mercatini di Natale sparsi per la città;
  • Ma soprattutto durante natale è d'obbligo anche un tour nella zona di Dyker Heights a Brooklyn ... rimarrete davvero a bocca aperta. E' una specie di folle gara tra chi addobba di più la propria casa... date un occhio alle foto e rimarrete sbigottiti.. immaginate poi a vederle dal vivo;

Ultimo consiglio, (tanto lo so che vi ho convinti ad andare)... non dimenticatevi di sbranarvi almeno una decina di hot-dog nei classici baracchini ambulanti. 

 

Rainbow Mountain: la montagna dei 7 colori

Ci sono paesaggi montani boscosi, brulli, innevati, rocciosi… In Perù ce n’è addirittura uno arcobaleno! È quello della Rainbow Mountain del distretto dell’Ocongate, a poche ore da Cusco. “Scoperta” pochi anni fa, è già diventata uno dei must per tutti i turisti della zona. Ma non tutto è andato nel migliore dei modi...

La “scoperta” della Rainbow Mountain

Chiamata dai locali Vinicunca e dai turisti Montagna dei Sette Colori (o Rainbow Mountain), questo spettacolo della natura è improvvisamente diventato famoso 3 o 4 anni fa. All’epoca vivevo a Cusco e ricordo che, da un giorno all’altro, le vetrine delle agenzie di viaggi cominciarono improvvisamente a riempirsi di immagini nuove, che rappresentavano una montagna a strisce colorate. Era la Rainbow Mountain, apparsa a causa del disgelo di un antico ghiacciaio e divenuta rapidamente famosa per il suo peculiare aspetto.

I locali intuirono il potenziale turistico di questa scoperta, ma si racconta che fu il post di un Instagrammer, uno dei primi visitatori stranieri, a consegnare il Vinicunca alla fama mondiale.

Ma poi, perché la Rainbow Mountain è colorata? La colorazione della montagna si deve ai minerali che si sono accumulati quando questa era ancora coperta dalla neve perenne del ghiacciaio.

Gita alla Rainbow Mountain

Per visitare la Rainbow Mountain, conviene affidarsi ad un’agenzia locale, che potrà fornire trasporto, guida e pranzo. Non è possibile arrivare con i mezzi pubblici in giornata. L'unica opzione alternativa è quella di affittare una macchina, ma bisogna avere mano ferma e sangue freddo per guidare sulle Ande peruviane! Inoltre, vista la lunghezza del viaggio, bisogna anche considerare la stanchezza al volante. La minima distrazione, su strade di quel tipo, può essere fatale.

I tour per la Montagna Colorata partono solitamente nel cuore della notte, tra le 3 e le 5, per permettere ai turisti di affrontare l’ascesa della montagna nelle prime ore del mattino, pranzare nel paesino sottostante e tornare a Cusco in serata. L’autobus o l’auto dell’agenzia vi accompagnerà fino al parcheggio alle falde della montagna, vi offrirà probabilmente una colazione calda, e poi sarà il momento di cominciare a camminare!

Il percorso che separa il parcheggio dalla cima non è lunghissimo, ma è in salita e l’altezza lo renderà particolarmente faticoso. Vi troverete infatti a quasi 5.000 m. sul livello del mare e l’aria rarefatta vi provocherà un bel fiatone fin dai primi passi! La passeggiata durerà un po’ più di un’oretta, a seconda del passo.

Una volta giunti sulla cima, vi troverete circondati (purtroppo) da una moltitudine di turisti, tutti intenti a fare una bella foto con lo sfondo della montagna. Aspettate con pazienza il vostro momento, che di un momento solo si tratterà, perché altri turisti staranno già reclamando il proprio spazio! A quel punto, per sfuggire al vento freddo delle cime andine, non vi resta che cominciare la discesa. 

Munitevi di acqua e vestiti belli caldi, perché il freddo può essere intenso! Ma allo stesso tempo occhio al sole, che a 5.000 metri picchia come non mai!

Vi ho forse intimorito parlando del freddo e dell'altezza? Tanquilli, esiste un'alternativa alla camminata in salita! Potrete ingaggiare un arriero che, in groppa alla sua mula, vi porterà su senza il minimo sforzo.

Rainbow Mountain: un’attrazione poco sostenibile

La fama repentina della montagna e l’avidità di coloro che ne hanno gestito l’apertura al pubblico hanno forse irrimediabilmente rovinato un’attrazione unica, affascinante e spettacolare. Adesso mi spiego meglio.

Appena scoperta, la montagna veniva visitata da un numero ridotto di turisti che pagavano un prezzo molto modesto alla comunità rurale per accedere al sentiero di ascensione. Fin dai tempi della mia prima visita, nel 2016, ho potuto osservare la presenza di alcuni servizi, come i bagni, o l’accompagnamento con la mula. Questi, a detta di molti, non erano sostenibili (ad esempio, i bagni inquinavano le falde acquifere sottostanti), ma fino a che il numero dei turisti non è aumentato l’impatto negativo non era visibile.

Sono tornata nel 2018 e sono rimasta colpita dalla rovina e dall’imbruttimento del paesaggio. Diverse parti del sentiero hanno ceduto e si trovano adesso mezze affossate. Il parcheggio, prima ubicato a fondovalle, è stato spostato più in alto, per favorire i turisti accorciando il percorso di trekking. E la presenza di un’infinità di ambulanti rende la montagna più simile ad un mercato che ad una vetta andina incontaminata.

La gestione incompetente e disonesta di questa risorsa ha portato velocemente alla saturazione. La bellezza quasi fiabesca dei paesaggi risulta deturpata e solo un intervento repentino di salvaguardia potrebbe salvare la montagna, l’ambiente e l’economia delle comunità della zona.

Alternative alla Rainbow Mountain

Quindi che fare? Venire fino in Perù e poi non vedere la famosa montagna colorata non sembra essere un'opzione... Fortunamente ci sono delle alternative. Io ve ne suggerisco due.

La prima è quella di scegliere il percorso dell'Ausangate, invece che la gita in pullman di un giorno. L'Ausangate è un massiccio sovrastato da un maestoso ghiacciaio. In compagnia di una guida potrete percorrere in tutta sicurezza le sue pendici, realizzando un trekking di circa 3 giorni che vi porterà a raggiungere la Rainbow Mountain da dietro. 

Così facendo, potrete accampare nelle vicinanze l'ultima notte e visitarla nelle prime ore del mattino, prima dell'arrivo dei turisti. Questa è un ottima strategia per vivire la montagna in tutta la sua incontaminata bellezza e godersi il panorama senza rispettare code e turni. Il trekking dell'Ausangate, però, non è adatto a tutti: richiede una buona forma fisica e buone capacità di adattamento a condizioni estreme, come il freddo o il vento.

La seconda opzione che vi suggerisco, invece, è ancora più family-friendly della normale gita alla Rainbow Mountain. Però la vostra meta non sarà più il famoso Vinicunca, ma una cima relativamente vicina, chiamata Palccoyo. Anche queste pendici sono "magicamente" striate con i colori dell'arcobaleno! Ma Palccoyo non è così famoso. 

Questo renderà la vostra visita molto più piacevole! Inoltre, per raggiungere il punto panoramico dal quale osservare la montagna, non dovrete cimentarvi con un'impervia salita, ma seguire un percorso breve e relativamente pianeggiante.

Provenza

Senza dubbio la Porvenza è una delle regioni più affascinanti della Francia.  E’ vero: è difficile far emergere la zona more beautiful in una nazione così polivalente come quella transalpina. Tuttavia il Dipartimento della Provenza-Alpi-Costa Azzurra a mio avviso ha qualcosa di magico. Sarà per quel misto tra mari e monti che a noi liguri ci fa sentire vicini a casa. Sarà per le sue fantastiche croisette in riva al mare o per le acque cristalline dei suoi laghi. Sarà forse la sensazione di trovarsi negli stessi luoghi dove venne ambientato parte del romanzo  Les Misérables di Victor Hugo o dove Van Gogh compose la maggior parte dei suoi dipinti. Ma la Provenza con i suoi paesini in pietra coloro granito che si scaldano sotto il sole di giugno al profumo della lavanda, la rende, secondo me, una delle regioni assolutamente da non perdere della Francia.

DAY 1 - MENTONE

La prima sosta è stata quella di Mentone. Cittadina al confine con l’Italia (solo 8 km da Ventimiglia), Menton è un paesino di mare caratteristico della Provenza: un mix accattivante che raccoglie qualche tocco di glamour in stile Cannes e Saint Tropez senza perdere la sue caratteristica d’antico borgo francese. La sera passeggiare tra i ristoranti e le bancarelle di Rue Sain Michel prima di fare un salto al classico Casino ha reso il nostro soggiorni molto piacevole.

DAY 2 - CANNES

Il giorno dopo siamo partiti alla volta di Cannes. Insieme a Saint Teopez formano un duetto perfetto per buttarsi all’interno della vita più chic della Costa Azzurra. Cannes, oltre a essere affascinate per la sua favolosa croisette in riva al mare, è diventata nota a livello mondiale soprattutto per il famoso festival del cinema che, insieme a Venezia e Berlino, forma uno degli eventi cinematografici più importanti al mondo. Tutto questo l’ha resa una delle città più famose e visitate della Francia.

DAY 3 - GOLE DEL VERDON

Dopo aver passato due notti sulle splendide coste del Sud abbiamo cambiato direzione arrampicandoci a nord nell’entroterra della Provenza. Dopo un lungo e tortuoso viaggio, con strette strade che si snodano lungo le montagne sempre più alte, ci siamo trovati di fronte uno spettacolo mozzafiato. Il Lago di Sainte-Croix è un bacino artificiale creato nel 1973 per far fronte alla copiosa richiesta di acqua da parte della popolazione e dei campi di irrigazione della Provenza Occidentale. La creazione di questo lago ha dato vita alle affascinanti Gole del Verdon. Dopo aver pernottamento nel paesino di Moustiers-Sainte-Marie, ci siamo recati sulle sponde del lago per affittare il pedalò e iniziare la nostra escursione nelle profonde Gole del Lago. Le acque verdi cristalline, e le rocce a picco creano uno mix di colori e paesaggi, a mio avviso, tra i più belli d’Europa.

DAY 4 - NIMES

Finite le nostre escursione di carattere naturalistico ci siamo rimessi in macchina in direzione ovest verso la città di Nîmes. Cittadina di 150 mila abitanti, Nimes, insieme ad Avignone formano i due più importanti centri culturali della regione. Città fondata dall’Impero Romano fu per moltissimi secoli il centro urbano più importante della Gallia.  Il suo bellissimo Anfiteatro, la Maison Carrée e il Ponte del Gard le hanno infatti attribuito l’appellativo di Roma francese. Nimes oggi è una fiorente cittadina, zeppa di turisti, ristoranti, locali e hotel, perfetta per passarci un paio di giorni in tranquillità

DAY 5 - AVIGNONE

Poco dopo ci siamo rimessi in macchina alla volta di Avignone. A soli quaranta minuti di macchina da Nimes, Avignon è la seconda città più popolosa dell’entroterra francese nota soprattutto per essere stata un’antica città papale. Fu proprio qui che papa Giovanni XXII nel 1316 decise di farne la propria sede. Il monumento simbolo della città è infatti il Palazzo dei Papi, maestosa costruzione medioevale che ancora oggi attrae migliaia di turisti da tutto il mondo. Quello che vi consiglio e di rilassarvi al fresco in uno dei tavolini con la vista sulla piazza adiacente al palazzo.

DAY 6 - MONT VENTOUX

Il Mont Ventoux è il gigante della Provenza. Con i suoi 1912 metri sopra il livello del mare sovrasta tutta la regione potendo godere di una vista che, nelle giornate limpide, arriva fino al mare. Ma andiamo con ordine. Per due notti abbiamo deciso di alloggiare nel paesino di Malaucene, piccolo borgo ai piedi della montagna. La mattina seguente dopo un’abbondante colazione abbiamo fatto un tour di tutti i paesini adiacenti. I più caratteristici sono Montbrun-les-Bains e Sault dove è possibile ammirare nei mesi primaverili le immense caratteristiche distese di lavanda.  Prima di arrivare all’inizio della salita per la montagna abbiamo percorso la tortuosa ma bellissima strada delle Les Gorges de la Nesque dove abbiamo fatto l’incontro di quale innocuo cinghiale. Arrivati nei pressi del centro abitato di Bèdoin abbiamo preso l’imbocco della salita. I primi nove chilometri sono tutti interamente al coperto sotto l’ombra del bosco della montagna. Arrivati a quota di circa mille duecento metri si  è iniziato ad aprirsi davanti ai nostri occhi un paesaggio a metà tra fiabesco e lunare. Usciti dal bosco è possibile vedere la cima della salita con il suo caratteristico edificio (stazione metereologica). Arrivati in cima la vista e l’aria pulita di montagna (per quelli che hanno fatto la salita in bici come noi) ripaga certamente tutta fatica fatta.

DAY 7 - BARCELONETTE

Dopo due notti trascorse sui pendii del Mont Ventorux ci siamo rimessi in viaggio verso le alpi. Dopo 130 km siamo arrivati nel paesino di montagna Barcelonette. Cittadino di poco meno di 3 mila abitanti, Barcelonette è una rinomata località sciistica invernale nonché luogo molto frequentato dai tursisti anche durante la stagione estiva. Oltre alle numerose piste da sci del comprensorio Pra Loup, la città si trova nei pressi del Parc National du Mercantour uno dei pià antichi e meglio custoditi della nazione. Quello che vi consigliamo è di recarvi in bici o con la macchina nella sommità della Cima della Bonette (2802 metri sul livello del mare) nota soprattutto per essere la terza strada asfaltata (dopo il Pico del Veleta in Spagna e la Cima Ötztaler in Austria) più alta d’Europa.

Sitges e la costa del Garraf

I ricchi barcellonesi comprano qui le loro ville estive, mentre noialtri ci accontentiamo di una breve gita per goderci le sue spiagge e la sua animata vita notturna! Sto parlando di Sitges, ridente località balneare a sud di Barcellona, che gode di un clima fantastico in tutte le stagioni dell’anno. Ben 4 km di spiagge sabbiose, sport acquatici, un centro storico traboccante di locali alla moda, un elegante lungomare e bellissimi edifici modernisti: avete bisogno di altre ragioni per fare una gita a Sitges?

Benissimo, ve ne do un’altra! Che ne dite di un trekking in riva al mare, immersi nei bellissimi paesaggi naturali che circondano la cittadina? La costa del Garraf tra Sitges e Vilanova i la Geltrú offre numerose calette selvagge, accessibili sono a coloro che sono disposti ad indossare scarpe comode e fare una bella passeggiata!

Sitges: feste, sport e cultura

La cittadina di Sitges si trova a poco più di mezz’ora da Barcellona (in treno), sulla bellissima costa del Garraf. Vanta un centro storico fantastico, con facciate moderniste ed edifici storici affascinanti come la chiesa barocca di San Bartolomé y Santa Tecla, che si erge a pochi metri dalla spiaggia, dominandola dall'alto. 

Ma Sitges non deve la sua fama all’architettura, o almeno non solamente. La cittadina è conosciuta soprattutto per i suoi eventi culturali (il carnevale ed il Festival Internacional de Cinema de Cataluña) e la sua vita notturna, fortemente “LGBT friendly”. 

Sitges ha ben 3 diversi porti turistici dove praticare qualsiasi sport acquatico. Imperdibili poi i suoi ristorantini in riva al mare ed i suoi bar da cui ammirare il tramonto con un bicchiere di sangría o tinto de verano. Occhio però che i ristoranti migliori sono quelli più difficili di scovare, per cui non esitate ad addentrarvi tra i vicoletti del centro! 

Insomma, Sitges è perfetta per una passeggiata lenta e oziosa in una giornata di sole! E per una notte di divertimento in riva al mare!

Oltre Sitges

Sitges è un luogo veramente pittoresco, da cartolina. Quell’aria da paesino di pescatori, ma con quel tocco di eleganza… questa cittadina ha un non so che di terribilmente affascinante! È una meta ideale per godersi le bellezze della costa catalana, per rilassarsi in compagnia, senza allontanarsi troppo da Barcellona. 

Ma se anche a voi non amate le spiagge affollate ed i ristoranti un po’ troppo costosi, potreste correre il rischio di “snobbare” questa meta. Non lo fate! E adesso vi dico perché.

La costa del Garraf

Sitges è il punto d'accesso alle bellissime spiagge del Garraf, che possono essere scoperte solamente a piedi, percorrendo un sentiero di circa 8 km tra Sitges e Vilanova i la Geltrú, un’altra bella località balneare catalana.

Il sentiero si snoda parallelamente alla ferrovia, addentrandosi nella profumata macchia mediterranea e toccando diverse spiaggette di ciottoli, separate da maestose scogliere. È un sentiero adatto a tutti, facimente percorribile e ben tenuto. Peccato che, invece, l’accesso alle spiagge sia un po’ difficile in certi casi. Ma si può fare!

Il sentiero comincia a sud di Sitges, dove finisce il lungomare e comincia il campo da golf. Da quel punto in poi è impossibile perdersi. Bisogna solo seguire il sentiero, camminando tra la costa e la ferrovia. Potrete godervi un panorama bellissimo, tipicamente mediterraneo!

Vi consiglio di fare questa gita con scarpe comode, per non scivolare e per non farvi male con le pietre del sentiero. Portatevi anche un po' d'acqua che vi aspettano diversi km di sentiero esposto al sole! Senza contare le pause per le nuotate, in meno di 2 ore potete arrivare da Sitges a Vilanova.

Le spiagge nudiste di Sitges

Non l'avevo detto? Sitges è famosa per le sue spiagge nudiste! La più conosciuta è la bella “Platja de l'home mort”, nudista e gay. È la prima spiaggia che troverete partendo da Sitges ed è servita da un bel xiringuito, un baretto da spiaggia. Essendo una spiaggia integralmente nudista, difficilemente vi troverete a vostro agio con un costume addosso.

Ma se il naturismo non fa per voi, niente paura: basta proseguire sul sentierino per trovare altre cale ancora più belle, ancora più selvagge e ancora più isolate! Piccole e poco frequentate, sono tutte circondate da cespugli di macchia mediterranea e scogliere. E, ovviamente, sono bagnate dalle acque turchesi del Mediterraneo!

Vilanova i la Geltrú

La nostra passeggiata di conclude a Vilanova i la Geltrú. La raggiungerete attraverso la sua spiaggia più settentrionale che dovrete attraversare per arrivare alla marina e alla passeggiata. La stazione ferroviaria per il vostro ritorno a Barcellona si trova nei pressi. A proposito: anche la spiaggia di Vilanova è belissima! E completamente sabbiosa.

Sorprendentemente Giordania

Avete una settimana a disposizione e non sapete dove andare? Andare dall'altra parte del mondo in così poco tempo non è fattibile?

Non scervellatevi troppo... la soluzione è già qui e si chiama

GIORDANIA 

PREMESSA:

Pensate che possa essere un paese pericoloso? Siete decisamente fuori strada,  preparate le vostre orecchie a sentire infinite volte la frase "welcome in Jordan", ve la diranno tutti quelli che incontrerete sulla vostra strada (polizia compresa che vi farà evitare i posti di blocco e no, non dovrete pagare nessuna mazzetta).  Rimarrete piacevolmente colpiti dalla gentilezza che contraddistingue i Giordani, che non vi negheranno mai un sorriso! 

La Giodania è piccola ma concentrata, se siete amanti della natura, è di certo il viaggio che fa per voi. 

Credete che la Giodania sia solo Petra? La Meravigliosamente meravigliosa meraviglia del mondo moderno? Bene preparatevi a leggere perchè sono certa che vi convincerò del contrario. 

 

CONSIGLI, COSE DA FARE E SAPERE PRIMA DI PARTIRE: 

SPOSTAMENTI: Innanzi tutto bisogna decidere come spostarsi, io ho optato per un auto a noleggio, se presa con anticipo, per una settimana, dovrebbe costare circa 200/250€. In alternativa potrete anche prendere un auto con un driver ma a quanto mi hanno riferito altri viaggiatori, per una settimana il costo è sui 550€ (tutto compreso), al contrario del noleggio, non avrete di certo ansie di qualsivoglia danno alla macchina, come invece accade nel caso del noleggio.
Come ultima opzione c'è anche la possibilità di spostarsi con i mezzi pubblici, io però ve li sconsiglio, non perchè non siano efficenti, questo non posso saperlo, ma perchè sareste meno liberi di vagare liberamente e di certo perdereste molte chicche che invece con la macchina potreste scovare. 
 
- MONETA: è il dinaro giordano, 1 dinaro equivale a circa 1,20€
 
- Ricordatevi che il giorno festivo è il venerdì
 
- acquistate il "Jordan Pass", è un pass che costa circa 100€ e vi da la possibilità di non pagare il visto e accedere a gran parte delle attrattive delle Giordania, tra cui Petra e molte altre, visitando il loro sito, potrete decidere se acquistare il pass con 1-2-3 ingressi a Petra. 
 
- assicurazione sanitaria, con 25 euro a settimana vi togliete tutti i pensieri. 
 
- patente internazionale, al momento del noleggio potrebbero non chiederla, ma visto che costa 40 euro e dura 2 anni, io vi consiglierei di farla per essere più tranquilli. 
 
- registratevi sul sito del Ministero degli Esteri "Dove siamo nel Mondo".
 
- portatevi un ombrello, l'impermeabile e la crema solare, il tempo cambia mille mila volte al dì.
 
- se avete il sonno leggero portatevi dei super tappi per le orecchie, ricordatevi che sarete in un paese musulmano e nel caso aveste una moschea vicina a dove dormirete e si, quasi sicuramente la avrete, dai megafoni dei minareti, il muezzin delle 4 e mezza del mattino vi farà svegliare quasi sicuramente e i tappi potrebbero miracolosamente salvare il vostro sonno.
 
- preparatevi a mangiare come a Natale, i Giordani vanno molto fieri della loro cucina e insisteranno per farvi provare un sacco di cose buone, ovviamente tra gli imperdibili ci sono humus e falafel in prima fila di cui sicuramente come me, ne mangerete a kili e soprattutto lasciatevi ispirare da i peggio baracchetti che incontrate per strada,  che generalemente sono quelli che regalano più gioie. 
 
- Portatevi dei palloncini e delle caramelle sempre nello zaino, i bambini per strada spesso giocano con sacchetti della spazzatura/aquiloni o con materiali di recupero, basta un palloncino e li farete davvero felici. 
 
- Quando entrerete in un bagno non stupitevi se troverete una piramide di rotoli di carta igienica sullo sciacquone, qui è molto cool, anche se poi in realtà una volta usata la carta dovrete buttarla in un secchio e non nel wc perchè i sistemi fognari non altrettanto cool. 
 

L'ITINERARIO: 

La Giordania è una nazione stretta e lunga, le strade che collegano il nord al sud sono 3, io vi consiglio di optare, anche se è la più lunga e tortuosa, per la strada dei Re, che offre dei panorami davvero incredibili.

DAY 1 AMMAN: 

Quasi sicuramente il vostro aereo atterrerà ad Amman, diciamo che non è la città più bella del mondo, se riuscite dedicatele una giornata, andate a vedere la Cittadella che custodisce i resti dell'imponente Tempio di Ercole di epoca Romana ed è situata sul colle più alto della città da cui è possibile ammirare uno splendido panorama. 

Scendendo a piedi dalla Cittadella, in una ventina di minuti potrete arrivare al Teatro Romano, risalente al 161 d.c. e che possedeva più di 6.000 posti a sedere. Li affianco troverete anche l'Odeon, costruito sempre nello stesso periodo ma con "soli" 500 posti a sedere. 

Visitate la Moschea King Abdullah I, moschea in stile ottomano, ricostuita nel 1924 su un sito di un'antica moschea, la sua imponente cupola turchese e i suoi minareti, sovrastano tutto quello che gli sta intorno. Vi si può accedere solo nei momenti in cui non ci sono funzioni religiose e le donne devono indossare una veste nera lunga fino ai piedi che vi forniranno gratuitamente all'ingresso. 

Per quanto riguarda la sera fate una passeggiata lungo Rainbow Street, ci sono un paio di locali carini dove bere cocktail tipici con limone, zenzero e menta.

DAY 2: JERASH

Dedicate una giornata alle rovine di Jerash, sperando però che siate un po' più fortunati di me che diciamo, non ho "beccato" proprio una giornata splendida, ma che vuoi che sia un po' di grandine! 

Arrivati a Jerash, entrate dall'Arco di Adriano e perdetevi tra l'Ippodromo, il Tempio di Giove e tutte le rovine, arrivate fino al tempio più in alto per godervi il panorama.  

DAY 3 GALLEGGIATE NEL MAR MORTO

Per questa immancabile tappa , prendete costume, occhiali e crema solare, e anche se non sapete nuotare lasciate a casa il Salvagente, qui sul Mar Morto si galleggia a bombazza e anzi probabilmente se non sapete nuotare, qui finalmente potrete imparare a farlo. 

Io ho dormito in un resort con spiaggia privata (ebbene si, non è da me..che lusso!) al costo di 45euri a testa. Valutate però che non esistono praticamente spiagge libere e in qualsiasi spiaggia vogliate entrare, l'ingresso costa circa 20€, presto fatti i conti, la differenza pagata in più in hotel è poca e le comodità offerte invece sono molte. 

Generalmente sulla spiaggia troverete una grande vasca piena dei famosi fanghi del mar morto, in cui potrete infangarvi tutti, per poi asciugartevi al sole per circa 20 minuti e entrate in acqua per toglierlo, entrambe le sensazioni saranno molto ridicole, il fango secco vi impedirà nei movimenti e vi farà sembrare dei robot, il galleggiare nel mar morto è altrettanto divertente, sembra che ci sia qualcuno che vi spinga su e soprattutto una cosa IMPORTANTISSIMA, ve ne prego.. non siate imbecilli come me, state attentissimi a non fare andare neanche una goccia d'acqua negli occhi, vi assicuro che brucia in un modo assurdo.

Vicino al mar morto potete fare anche un salto a Betania (Al maghats) dove dicono sia stato battezzato Gesù, se siete credenti può essere affascinante, se come me siete molto atei, beh evitatevela, è un percorso guidato di circa 1ora e mezza e costa circa 15 euro. La guida è frettolosa e svogliata. Diciamo quindi a mio parere non imperdibile, ripeto, a meno che non siate credenti, che allora cambia tutto. 

DAY  4 MONTE NEBO, MADABA E MA'IN

La terza tappa è sicuramente il Monte Nebo e Madaba (basta una mezza giornata per entrambi). Il monte Nebo è il luogo in cui Mosè ha intravisto la Terra Promessa ed è morto dopo un lungo viaggio dall'Egitto. Dalla cima del Monte Nebo si può ammirare un panorama bellissimo con vista su Mar Morto e Israele.

A Madaba invece non potete perdervi i Mosaici sparsi per la città, tra cui il più importante nella chiesa di San Giorgio che riproduce Gerusalemme e la Terra Santa del 6 secolo. Purtoppo però, solo un decimo del mosaico è sopravvisuto. 

Un consiglio che mi avevano dato, ma che purtoppo non sono riuscita a seguirlo (perchè aridaje pioveva di nuovo) sono le cascate termali di Ma'In, alle quali se siete ricchi potete andare a "sciallarvi" nel super hotel da 100 euro a notte a testa, se siete poveri e volete fare come i local, subito fuori dall'hotel troverete una cascatella con una piscinetta di acqua termale agggratis

Da qui si riparte per un'altra attraversata della splendida Via dei Re, prendetevi i vostri tempi, non percorretela di fretta, fermatevi ogni tanto e godetevi gli incredibili paesaggi che questa strada offre. 

DAY 5 SULLA STRADA DEI RE

Sulla strada per Petra, prima di arrivare a Wadi Musa (città di Petra), incontrerete anche 2 castelli, il Castello di Karak (che a me è piaciuto tantissimo) con i suoi mille passaggi sotterranei aperti al pubblico e il Castello di Shobak, anch'esso davvero bello, ma a mio parere, meno di Karak. Calcolate circa 1ora e mezza per visitare ciascun castello. 

Prima di arrivare alla tanto attesa Petra vi consiglio anche di fare una breve tappa a "Piccola Petra", perchè, come mi era stato consigliato, andandoci prima risulta carina, se invece decideste di andarci dopo aver visto la "Petra vera" rimarreste sicuro un po' delusi. 

DAYS 6 E 7 PETRA

Finalmente arrivati al Sud siamo alle porte di Petra, mettetevi le scarpe più comode che avete e le gambe in spalle, vi aspettano una ventina di km tra i monti. Ricordatevi di portarvi del Cibo, all'interno del sito archeologico (non ho ancora capito il perchè) praticamente non esistono ristoranti, quindi nel caso dovrete accontentarvi solo di patatine, biscotti e bibite varie, ma dopo un paio d'ore che cammini in montagna per quanto mi riguarda, io di biscotti dovrei mangiarne almeno un chilo.

La visita a Petra richiede almeno un giorno e mezzo, se volete prendervela con comodo anche 2 giorni, ci sono diversi percorsi da fare e vi consiglio sinceramente di farli tutti. 

Il più lungo è quello per arrivare al Monastero, parte dall'ingresso del Petra visitor center, attraversa tutto il siq e arriva al tesoro, l'immagine più rappresentativa di Petra, continuando, si arriva al Teatro e la strada prosegue fino al monastero. Sono circa 8km. 

Se volete un consiglio, potete farvi accompagnare con una jeep (chiedete al vostro ostello, sicuramente sapranno indirizzarvi) alla "back way" cioè vi porteranno in un punto (facendo una sterratissima e bucatissima strada) a circa 30/40 minuti di cammino dal monastero, se partite la mattina presto troverete il monastero quasi deserto ed è una gran figata. Ricordatevi però che se anche decideste di fare la back way dovrete comunque andare prima al Petra visitor centre a farvi timbrare il Jordan Pass, altrimenti ai punti di controllo nel mezzo del nulla non vi faranno passare. 

Per quanto riguarda il Tesoro invece, Dicono che l'orario migliore per vederlo sia all'incirca tra le 9 e le 11 del mattino, quando ci batte il sole. Io vi suggerisco anche di farci un salto per le 19 quando la maggior parte dei turisti non ci sarà più e potrete godervelo con un po' più di pace. 

Gli altri due percorsi che vi consiglio di fare sono:

- il sentiero che porta all'obelisco, partendo dal teatro e al ritorno scendendo sulla strada principale quasi all'inizio della via per il monastero, arrivati in cima godrete di una vista meravigliosa.

- il sentiero delle tombe reali, vi ritroverete sopra il tesoro, con una vista magnifica dall'alto e anche se sarà molto stancante, ne varrà davvero la pena.

Durante queste sfacchinate non potrete non fermarvi in qualche tenda beduina a bere un the, e nel caso lo facessero sul momento, guardate quanto zucchero ci mettono dentro e capirete il motivo per cui è così buono! I Beduini sono molto ospitali, noi eravamo molto stanchi e Mohamed ci ha detto più volte "feel home". Non ce lo siamo fatti dire due volte e dopo poco eravamo già nel retro della sua tenda a dormire sui tappeti, quando ci siamo svegliati ci ha offerto un altro the, e abbiamo fatto una merenda con relativo scambio di cibo mentre ci raccontava la sua vita sulle montagne. Di certo non potrete perdervi un'esperienza simile!  

Per quanto riguarda invece Petra by night avete 2 alternative o rimanere all'interno del sito (vedendo così il tesoro illuminato e con poca gente) oppure uscendo e rientrando nel sito, attraversando tutto il siq illuminato dalle lanterne (che altro non sono che sacchetti del pane riempiti con la sabbia e con dentro una candela). Non aspettatevi granchè.. anzi! Sinceramente a me non è piaciuto molto, un ammasso di gente, un tizio che suonava un piffero, luci tamarre sparate sul tesoro e miliardi di flash. Ricordatevi anche che non è incluso nel Jordan Pass, costa circa 20 € e, anche se rimarrete all'interno del sito, vi chiederanno il biglietto. 

DAYS 8 E 9 LE STELLE AL WADI RUM 

La nostra penultima tappa è stato l'incredibile deserto del Wadi Rum, preparatevi a guardare un tappeto di stelle (io ne ho viste pure 4 cadenti) e a deliziare il vostro palato con una squisita cena beduina, il piatto tipico sarà cotto sotto terra, si è difficile da capire, ma li lo vedrete e capirete meglio. 

Arrivati nel deserto potrete decidere se fare un tour a piedi, buttarvi giù dalle dune con lo snowboard (che forse in questo caso si chiamerà sandboard?), fare un giro a cammello o semplicemente fare un tour in jeep e godervi il paesaggio, che vi assicuro è qualcosa di veramente pazzesco, come dicono tutti, vi sembrerà di essere su Marte. 

Godetevi il tramonto in qualche punto strategico, ricordatevi da che parte è tramontato il sole e la mattina svegliatevi presto e andate a caccia dell'alba. I tramonti sono spesso belli ma anche affollati, le albe invece solitamente sono a "numero chiuso" per i non pigri ed è il motivo per cui hanno qualcosa di magico.

La mattina, dopo l'alba e la colazione, ci hanno riaccompagnato alla macchina, da li siamo partiti in direzione Aqaba, in cui però purtroppo non ho visto praticamente nulla perchè sono andata direttamente alla Frontiera per passare nella altrettanto bella Israele.... ma questa sarà un'altra stroria! 

 

 

Se il tempo con voi sarà più clemente non perdetevi il Canyoning al Wadi Mujib, dicono faticoso ma molto bello.  

 

 

 

 

Santa Teresa e le bellezze della Gallura

Nel cuore della Gallura troviamo una piccola città marinara dalla tradizione antica, come dimostra la Torre Spagnola che la protegge ancora oggi da ormai improbabili incursioni via mare. Santa Teresa è un borgo vivace e colorato che vive di turismo: pensate che i 5.000 residenti accolgono ogni anno più 60.000 turisti! E chi non vorrebbe passare qualche giorno a Santa Teresa per esplorare la bellissima Gallura?

Scoprire Santa Teresa

Come dicevo, Santa Teresa è una piccola città. Il centro è costituito da una piazza e poche stradine pedonali e ordinate, su cui si affacciano casette basse e colorate, che per qualche motivo mi hanno ricordato i paesini della Costa Brava. La maggiore attrazione storica di questo borgo è la Torre Spagnola, o Torre di Longosardo, risalente al XVI secolo.

A pochi passi dalla Torre, si estende una delle spiagge semi-urbane più belle che io abbia mai visto: la spiaggia di Rena Bianca! Come dice il nome, si tratta di un’estensione di sabbia bianca e fine, bagnata da un mare cristallino: effetto piscina assicurato! La spiaggia è libera e dotata di bagni e docce (i bagni sono a pagamento), ma è presente anche un classico stabilimento con ombrelloni e sdraio.

Centro di Santa Teresa, Torre e spiaggia sono tutte collegate da una (brevissima) passeggiata lungomare dalla quale si apprezza la bellezza della costa gallurese ed i colori cangianti del mare. Appena arrivati ci siamo subito fatti un giro qui, finendo per passare tutto il pomeriggio a rilassarci sulla meravigliosa spiaggia di Rena Bianca.

Alloggiare a Santa Teresa

A parte un paio di hotel piuttosto piccoli, chi decide di alloggiare a Santa Teresa ha fondamentalmente due opzioni: appartamento e Bed & Breakfast. Per il nostro gruppo abbiamo scelto un B&B a circa 1 km dalla spiaggia e 500 metri dal centro. L’abbiamo occupato tutto, riempiendo le tre camere a disposizione!

Ovviamente ognuno è libero di valutare i pro e i contro di una sistemazione a Santa Teresa, ma per un soggiorno breve consiglio caldamente il B&B: le colazioni servite tutte le mattine erano strepitose (torte fatte in casa, frittata appena fatta, formaggi, salumi, yogurt fatto in casa, macedonia di frutta fresca…) e spesso ai clienti viene concesso l'uso di un cucinino così da non dover sempre mangiare al ristorante.

Un consiglio: se desiderate alloggiare in pieno centro, assicuratevi che ci sia un parcheggio privato. Dov’eravamo noi i parcheggi erano tutti gratis, ma in centro, invece, bisogna pagare.

E fuori dalla zona urbana? Trovate delle bellissime spiagge sabbiose come La Liccia, sulla quale abbiamo passato uno splendido pomeriggio di svago, ma non solo! Ne parleremo nei prossimi post!

Mangiare a Santa Teresa

La Gallura ha una tradizione culinaria tutta da scoprire. Si possono gustare specialità tipicamente sarde come il porceddu (maialino al forno) o le seadas (una frittella ripiena di formaggio e accompagnata con miele), ma anche specialità legate a questa regione del nord, come la zuppa gallurese (che poi è pane imbevuto nel brodo e passato al forno col formaggio) e gli gnocchetti di Gallura, o chiusoni. E poi pesce pescato fresco tutti i giorni! Insomma, chi ama la buona cucina ha l’imbarazzo della scelta.

Il centro di Santa Teresa è pieno di locali dove pranzare e cenare. Però, a detta dei nostri padroni di casa, non tutti i locali meritano. Alcuni sono tipiche "trappole per turisti", con prezzi alti e qualità scadente. Fate quindi molta attenzione e, se potete, non andate mai a caso!

Un'esperienza che raccomando è la visita ad uno degli agriturismi delle campagne della Gallura, dove degustare i menù tipici (soprattutto quello di “terra”). Quello che abbiamo mangiato noi era abbondantissimo (troppo, in effetti) e veramente buono. Ci hanno portato tutte le specialità del posto, innaffiate con un buon vino e mirto ghiacciato per finire in bellezza. Sono un po’ carucci (tipo 45 euro a persona), ma ci si può saziare tranquillamente facendo a metà con un’altra persona.

Antiche civiltà nuragiche in Gallura: Lu Brandali

A pochi minuti di macchina dal centro di Santa Teresa, sulla strada per Capo Testa, troviamo uno degli insediamenti nuragici più interessanti dell’isola. Perché visitare un insediamento nuragico? Per scoprire una storia antica e affascinante, quasi persa nelle nebbie del tempo.

Per soli 5 euro una guida molto informata vi accompagnerà per circa un’oretta alla scoperta delle rovine di un villaggio nuragico, con il suo tempio e la sua torre di guardia. Il sito archeologico sarebbe ancora più grande di quello che oggi è possibile visitare, ma mancano purtroppo i fondi per scavare le altre aree.

Non è rimasto moltissimo: intatta c’è solo la base dei muri delle case del villaggio e del tempio. Direte: “Certo, dopo migliaia di anni...” invece sembra proprio che le costruzioni avessero retto bene fino alla fine del XIX secolo, quando, con l’annessione al Regno di Sardegna ed i conseguenti progetti di sviluppo, i locali hanno cominciato a portarsi via le pietre per la costruzione, soprattutto, delle ferrovie. Peccato…

Ma gli archeologi sono stati comunque in grado di scoprire moltissimo sulle civiltà nuragiche, sulla loro economia, sull’organizzazione sociale, sulla loro dieta e sulla loro fede, principalmente basata sul culto della Madre Terra e del Toro, animale sacro simbolo di forza e virilità. Curiosi? Fatevi un giro a Lu Brandali.

La Maddalena: spiagge da sogno

Partendo da Santa Teresa, in giornata, è possibile scoprire un arcipelago così bello da non sembrare vero: l’arcipelago di La Maddalena. Immaginate calette di sabbia bianca (o rosa!) bagnate da acque cristalline ed incorniciate da scogli arrotondati e levigati dal vento. E tutt’intorno una profumata e folta macchia mediterranea. Ve lo siete immaginato? Vi assicuro che dal vivo è ancora più bello.

Visitare La Maddalena

La Maddalena è costituita da due isole abitabili e carrabili (La Maddalena e Caprera) ed altre isolette minori tra cui Budelli, Santa Maria e Spargi, per un totale di circa 60 isole e isolotti. L’arcipelago fa parte di un’ampia area protetta che prende il nome di Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, un parco geo-marino che conserva una ricca biodiversità

Se ne venite dalla Sardegna, come noi, avete due opzioni per visitare l’arcipelago: la barca o la soluzione traghetto-macchina.

La Maddalena in barca

Le escursioni in barca durano solitamente tutto il giorno. Ci sono barche che trasportano tra i 50 e gli 80 passeggeri, mentre altre ne trasportano circa una ventina. Ovviamente, se desiderate godervi le isole in tranquillità, vi conviene optare per le barche più piccole, o addirittura per il tour privato. I tour per La Maddalena partono praticamente da tutti i porti della Gallura e della Costa Smeralda. 

Con il tour in barca si visitano le calette più inaccessibili dell’arcipelago, come Cala Soraya (Isola Spargi) o la super tutelata Spiaggia Rosa di Budelli. Su quest’ultima è impossibile sbarcare perché è un’area a protezione integrale del parco. 

La Maddalena in traghetto

Esiste poi un’altra opzione, quella per cui abbiamo optato noi. Siamo andati fino a Palau, dove abbiamo preso il traghetto per il porto di La Maddalena, imbarcando anche la macchina. I traghetti partono ogni 20-30 minuti più o meno. Una volta giunti a destinazione, avrete a vostra disposizione tutte le bellissima spiagge di La Maddalena e anche quelle di Caprera. Quest’ultima è unita all’isola maggiore da un ponte piccolo, ma carrabile che abbiamo percorso per giungere alla nostra meta: Cala Coticcio. 

Arrivare a Cala Coticcio

Cala Coticcio è un paradiso di sabbia bianca e acque cristalline, ma per raggiungerla via terra dovrete “sbattervi” un po’. Per prima cosa è necessario lasciare la macchina vicino al sentiero di accesso, nei pressi del Memorial a Garibaldi. Poi comincia l’avventura: si imbocca un sentiero escursionistico tutto in discesa (che poi ovviamente sarà salita) piuttosto scosceso e pietroso. 

Lasciate perdere materassini e palloni: meglio avere le mani libere e delle scarpe con buona tenuta! La “passeggiata” dura circa 40 minuti e ci sono dei pezzi dove bisogna letteralmente calarsi giù lungo le rocce del sentiero. Ma non temete: alla fine ci riescono bambini, persone più anziane ed anche genitori con neonati sulle spalle (li abbiamo visti). Volete arrendervi proprio voi?

La spiaggia di Cala Coticcio

Cala Coticcio è una spiaggia immersa nella natura e totalmente priva di servizi. È costituita in realtà da due spiaggette, unite da un breve sentierino roccioso e a tratti scosceso. Cala Coticcio, detta anche Tahiti, è famosa per essere così affollata che uno non sa neanche dove mettere l’asciugamano (pensate un po’… nonostante la scarpinata!). Eppure, a metà giugno, noi l’abbiamo trovata frequentata, ma decisamente poco affollata.

L’acqua sembra quella di una piscina e la sabbia è candida, ma non fine fine, perché costituita anche da minuscole conchigliette. Abbiamo passato delle ore magnifiche sdraiati al sole o all’ombra degli arbusti di macchia mediterranea. La spiaggia è piccola e non si presta a grandi partite a pallone, ma se avete una maschera portatevela perché appena vi immergerete vedrete che sotto la superficie c’è tutto un mondo da scoprire: occhiate, sogliole (e tanti altri pesci di cui non conosco assolutamente il nome), ricci, cetrioli di mare, crostacei e delle fantastiche stelle marine! 

Garibaldi e l’isola di Caprera

Per chi si fosse chiesto cosa ci facesse un memorial a Garibaldi su questa piccola isola mediterranea, ricordo che Garibaldi ha effettivamente passato gli ultimi anni della sua vita ed è poi morto proprio a Caprera. Il memorial di cui parlavo non è altro che un museo allestito all’interno dell’ex Forte Arbuticci che comprende anche la tomba dello statista e politico dell’800. Anche la sua bellissima casa (a 5-10 minuti dal Memorial) è tutt’ora visitabile (solo visite guidate).

Le spiagge di La Maddalena e Caprera

La bellezza di Cala Coticcio ci ha un po’ distratto dai nostri piani e alla fine non siamo più riusciti a visitare le altre spiagge dell’isola di Caprera e di La Maddalena. Certo, non ce ne pentiamo! Ma ci rimane un conto in sospeso con Spiaggia Capocchia d'ù purpu, Cala Spalmatore e Spiaggia Monti d'à Rena...

Vento e hippie a Capo Testa

La nostra seconda gita in zona Santa Teresa ci porta a conoscere la Valle della Luna, situata all’interno di un ventoso promontorio che per la sua forma curiosa si è guadagnato il nome di Capo Testa. Il dettaglio più peculiare di questa bella destinazione è il fatto che, dagli anni '60 fino ad oggi, la Valle è stata abitata da diversi gruppi hippie che hanno trovato rifugio tra le pittoresche conformazioni rocciose della valle. Ma andiamo con ordine.

Come arrivare a Capo Testa

Capo Testa si trova a 10-15 minuti di macchina da Santa Teresa. La strada carrabile si snoda sulla parte orientale del promontorio ed è poi improvvisamente sbarrata da un cancello in prossimità del Faro di Capo Testa, dove troviamo anche un piccolo parcheggio ed un baretto. Giunti a questo punto, dovrete lasciare la macchina dove potete, nel parcheggio o lungo la strada. 

Alla scoperta della Valle della Luna

Per raggiungere la Valle della Luna è necessario percorrere i sentieri escursionistici che dalla strada carrabile portano fino alla valle. Gli accessi sono diversi, ma sono tutti poco segnalati. Quello che abbiamo trovato noi si trova a circa 4oo metri dal parcheggio in prossimità del faro, in cima ad una lieve salita che parte da Cala Spinosa.

Il sentiero, in generale, è facilmente percorribile e si snoda tra cespugli di macchia mediterranea mentre si addentra in un paesaggio roccioso che ci fa subito capire perché la valle sia stata chiamata della Luna! Il nostro sentiero ci ha portato ad imboccare la valle dal fondo, così che l’abbiamo percorsa tutta dall’interno verso il mare. 

Il paesaggio è affascinante! Le rocce hanno preso le forme più incredibili, sembra quasi un paesaggio sottomarino (o spaziale, ovviamente). Qui e là si nota anche l’azione dell’uomo che ha effettuato scanalature e fessure che gli hanno permesso di asportare grosse porzioni di roccia.

Gli hippie della Valle della Luna

È solo in prossimità di Cala Francese che abbiamo cominciato ad osservare i primi segni della presenza degli abitanti della Valle. Alcuni si erano sistemati in una comoda tenda ad igloo, riparandosi dal vento negli anfratti tra le rocce. Altri invece avevano optato per uno stile più “hobbit”, costruendo porticine di legno e steccati per proteggere l’entrata alla “loro” caverna. Tronchi portati dalla marea e rocce hanno permesso di creare anche spazi di socializzazione e riunione. C’era persino un omaggio ad un defunto che segnava il luogo di sepoltura (abbiamo ipotizzato fosse per un animale da compagnia, ma non ne siamo sicuri). 

Non so bene perché gli hippie nei lontani anni '60 avessero scelto questa valle per soggiornare in totale tranquillità e pace con la natura. Può darsi che il motivo sia spirituale e mistico, o più semplicemente che abbiano apprezzato la pittorica bellezza di questi luoghi ed il fatto che le autorità del posto non li abbiano cacciati via. Ad ogni modo, anno dopo anno, continuano a ritornare in questa valle per assaporarne la bellezza.

Le spiagge di Capo Testa

Dopo la passeggiata nella Valle, può venire voglia di farsi un bel bagno per rinfrescarsi e godersi il paesaggio da un’altra prospettiva. A Capo Testa (come un po’ ovunque da queste parti) l’acqua è limpida e cristallina, ed invita a tuffarsi! 

Lo si può fare proprio nella Valle della Luna, dove troviamo la sabbiosa Cala Francese, ben riparata dai venti, a meno che non soffino proprio dal mare! Ovviamente, la spiaggia, selvaggia ma comunque piuttosto frequentata, non ha alcun tipo di servizio. Se ci fosse troppa gente, potete optare per un bel tuffo nella baia ad ovest rispetto alla Cala. Non c’è una spiaggia vera a propria e l’ingresso in acqua bisogno farlo dagli scogli. 

Per fare il bagno nella cala più famosa di Capo Testa, però, bisogna tornare verso la strada dove avete lasciato la macchina. Qui troverete Cala Spinosa, una bella insenatura di sabbia dorata e acque turchesi! A differenza di Cala Francese, Cala Spinosa è provvista di bar e servizi.

La maggior parte dei turisti di Capo Testa decide invece di fare il bagno nelle due lunghe spiagge sabbiose che delimitano la stretta lingua di terra che separa il Capo dall’isola principale. Questa disposizione offre grossi vantaggi tra cui quello di poter scegliere, in base al vento, in che spiaggia andare!

Il Faro di Capo Testa

Ma durante la nostra visita alla Valle della Luna il tempo era freddo e ventoso, per cui, invece di fermarci in spiaggia, abbiamo deciso di proseguire il nostro cammino fino al Faro di Capo Testa, e goderci il panorama.

Quindi, dopo aver assaporato l’atmosfera mistica della valle, abbiamo preso un sentiero che, secondo la mappa, ci avrebbe portati facilmente fino al faro. Abbiamo presto scoperto, nostro malgrado, che si trattava invece di un ripido sentierino, invaso dai cespugli! Ma, bene o male, siamo riusciti a risalirlo e a non perderlo tra la macchia mediterranea, giungendo rapidamente al faro. Abbiamo così percorso un tratto di costa stupendo che ci ha permesso di ammirare la bellezza delle scogliere a picco sul mare in tutto il loro splendore.

Sulla punta di Capo Testa si scopre che esistono 2 fari, uno nuovo e uno vecchio. È possibile passeggiare fino alla base del vecchio faro, un punto veramente ventoso, ma con una bellissima vista!

Tanzania: dalla savana all\'Oceano Indiano

Due settimane in Tanzania tra i parchi naturali e l'isola di Zanzibar

La Tanzania è un paese africano estremamente affascinante, ricco di storia, cultura e, soprattutto, paesaggi naturali mozzafiato. Ospita circa 120 diverse tribù che abitano il continente e comprende anche la bellissima isola tropicale di Zanzibar, rinomata per le sue spiagge infinite e le sue acque cristalline.

Sempre in Tanzania, poi, troviamo uno dei parchi naturali più grandi del mondo: il Parco Nazionale del Serengeti. Questo rende la Tanzania una meta ideale anche per coloro che sono a "caccia" di animali esotici come i leoni, i leopardi, gli elefanti e le giraffe. Preparate le vostre migliori macchine fotografiche per un safari da non dimenticare!

Questo itinerario di sole due settimane vi permette di scoprire le bellezze più rinomate del paese, ma anche qualche chicca meno conosciuta, per approfondire la conoscenza della cultura e delle tradizioni locali.

Consigli utili:

Cambio - La moneta locale sono gli scellini tanzaniani, ma non è necessario cambiarli in Italia: partite con un po’ di euro e non ci saranno problemi. Non sarà difficile cambiarli una volta arrivati in Tanzania. 

Mance - Dai camerieri ai facchini negli hotel, sono tutti abituati a ricevere una mancia dai turisti. Cercate quindi di avere a portata di mano banconote di piccolo taglio.

Uso della carta - Nella maggior parte degli hotel e dei ristoranti turistici è possibile pagare con la carta, ma se solo volete farvi un giro in una zona più locale, acquistare direttamente da un artigiano o anche prendere un bus o un taxi avrete bisogno di contanti. Anche ritirare dal bancomat è possibile nei centri turistici, ma ovviamente viene applicata una commissione piuttosto salata: meglio portare con voi dei contanti da cambiare.

Internet - Anche nel cuore del Serengeti troverete un ottimo wifi negli hotel e nei campeggi. Non abbiate paura di rimanere isolati! Ma se proprio non riuscite a stare senza la connessione neanche per un secondo, potete acquistare una sim card locale a prezzi molto bassi e avere sempre un’ottima connessione dati.

Stagioni - al momento di pianificare il vostro viaggio, date un'occhiata alle stagioni tanzaniane. Infatti, nell'arco dell'anno, si alternano due stagioni secche e due stagioni delle piogge. Scegliete bene: nella stagione delle piogge le precipitazioni sono intense e potrebbero interferire con i vostri programmi.

Abbigliamento - Vestitevi come volete, ma vestitevi a strati che le giornate sono calde e le notti fresche! Portate cappelli e creme, mi raccomando, che il sole non perdona (anche tra le nuvole).

Visto - Il visto turistico costa 50$ e avete tre opzioni per farlo: in consolato dall’Italia, nell’aeroporto di arrivo oppure online. Io vi consiglio di procedere online per evitare code e ritardi all’arrivo. Dovrete compilare dei moduli, mandare qualche foto e nel giro di pochi giorni riceverete la vostra conferma tramite email. Il timbro sul passaporto ve lo mettono all’arrivo. (http://www.immigration.go.tz/index.php/en/)

Il nostro itinerario:

Il nostro viaggio comincia a Milano, con un volo per la Tanzania (aeroporto Kilimanjaro), scalo a Dubai. Da Kilimanjaro Airport raggiungiamo in un paio d’ore Arusha, la cittadina dalla quale cominciamo il nostro safari (3 parchi e un villaggio Masai) e da cui ripartiremo poi, con un volo nazionale, alla volta dell'isola si Zanzibar dove si conclude la nostra avventura.

DAY 1: Arrivo ad Arusha

Dopo tante ore di viaggio è meglio riposarsi un po'! La città di Arusha in sé non offre particolari attrazioni turistiche, ma vi consiglio di rimanere qui almeno una mezza giornata per avere l'opportunità di sbrigare tutte le faccende importanti prima di dirigervi verso i parchi: cambiare i soldi, acquistare una sim locale (se lo desiderate) e prenotare il vostro safari con un'agenzia turistica locale (a meno che, come noi, non l'abbiate fatto dall'Italia).

Come vedrete, il nostro itinerario sul continente prevede: safari nel Parco Tarangire, visita al lago Natron e alla comunità Masai, safari nel Serengeti (2 giorni) e safari nel cratere del Ngorongoro. 

Se una volta sbrigate tutte le incombenze importanti avrete ancora tempo, potete fare un giro in città, visitare il museo locale, oziare in uno dei caffè del centro o fare un giro al mercato.

DAY 2: Dal Tarangire al Lago Natron

Secondo giorno sveglia presto e tutti sulla jeep! Partiamo subito alla volta del Parco Tarangire, il parco degli elefanti, a poca distanza da Arusha. Qualcuno a questo punto si chiederà: “Ma non potrei fare sto giro da solo, senza affidarmi ad un'agenzia?” Si potresti, ma ci sono alcuni aspetti che dovresti considerare. Il primo è che dovresti affittare una macchina fuoristrada, una bella robusta e affidabile perché le strade che ti attendono sono tutt'altro che facilmente percorribili! Il secondo è che, nei parchi, sarebbe difficile per te scovare gli animali selvatici. Le guide, oltre all’esperienza, hanno un trucco: quando una fa un bell’avvistamento avvisa tutte le altre affinché nessuno nei dintorni se lo perda.

Ad ogni modo, il Parco Tarangire ci regala fin da subito avvistamenti magnifici, accogliendoci con lo spettacolo di gnu e antilopi che corrono davanti alla nostra macchina. E poi facoceri, avvoltoi, zebre e giraffe a volontà, ma soprattutto elefanti: magnifici, maestosi, regali! Avanzano lenti, padroni della savana. E infatti ci raccontano una cosa curiosa: dove ci sono tanti elefanti, tendono a non esserci leoni, che sono molto infastiditi dalla presenza dei pachidermi.

Ad ogni modo, la nostra visita al parco è breve (solo mezza giornata) e poi si riprende il cammino verso il lago Natron: 100km di sterrato attraverso una landa arida, ma non senza vita! Osserviamo infatti diversi villaggi, zebre, antilopi e giraffe.

Durante una breve sosta sul ciglio di un antico cratere abbiamo modo di fare la conoscenza di un piccolo gruppo di artigiane Masai che vendono accessori fatti di fil di ferro e perline. Contribuire all’attività degli artigiani vuol dire contribuire al benessere della comunità quindi, se lo desiderate, acquistate qui i vostri souvenir, ma non dimenticate di negoziare sul prezzo. Da queste parti è la norma e non viene considerato sconveniente. 

Dopo diverse ore di sobbalzi, polvere e paesaggi desertici, arriviamo finalmente al lago Natron dove possiamo rinfrescarci nella piscina del camping e riposarci in un “campo tendato” (ovvero una struttura semi-permanente a metà tra una tenda e un bungalow, decisamente confortevole). In questa zona le opzioni di alloggio sono limitare: la più spartana è il campeggio classico, poi ci sono i campi tendati ed infine i lodge.

 

DAY 3: Lago Natron e villaggio Masai

Una cosa che ci ha molto colpito di questa destinazione è che la gestione delle attività turistiche è affidata esclusivamente alla comunità Masai. Il loro Ufficio Turistico offre diverse gite con prezzi variabili tra i 10 e i 100 dollari. Noi abbiamo scelto la visita al villaggio e al lago dei fenicotteri rosa, e poi la passeggiata sul fiume fino alle cascate di acqua dolce, entrambe di mezza giornata.

La passeggiata nel villaggio è interessantissima: si possono osservare le tradizionali boma masai, recinzioni circolari che proteggono uomini e animali dai pericoli della notte. Dal villaggio, le rive del lago distano circa mezz'ora (nella stagione secca). Attraversando a piedi una prateria popolata da zebre, giraffe e mucche, giungiamo finalmente a uno dei laghi salati più famosi dell'Africa, luogo di nidificazione dei fenicotteri rosa. Il paesaggio è stupendo: sul blu scuro delle acque del lago risaltano i colori caldi dei fenicotteri che a centinaia, forse migliaia, affollano le rive del lago.

La gita del pomeriggio, seppur non altrettanto spettacolare è decisamente avventurosa e divertente. Dopo aver percorso il fiume controcorrente per circa 20-30 minuti, arriviamo ad un piccolo laghetto che raccoglie l'acqua di queste meravigliose cascate naturali. Meno male che possiamo farci un bel bagno rinfrescante prima di tornare giù!

DAY 4: Arrivo al Serengeti

Il quarto giorno torniamo a bordo della nostra jeep per percorrere un lungo tratto di sterrato che ci porterà sino alle porte del famoso Parco del Serengeti. La strada è veramente accidentata: incredibile che un piccolo autobus la percorra tutti i giorni per portare gli abitanti delle zone rurali verso Arusha e altri centri urbani. Ma fra qualche anno non sarà più così! Una superstrada asfaltata a quattro corsie è già in costruzione e sarà una vera rivoluzione per l’economia locale. Speriamo solo che venga gestita in modo sostenibile!

Ad ogni modo, dopo circa 5 ore arriviamo alle porte del Serengeti (solo uno dei tanti ingressi) ed è come entrare in un altro mondo! La bellezza dei paesaggi è sconvolgente e l'emozione di vedersi circondati dagli animali della savana indescrivibile. Una mandria di gnu sta migrando verso nord, una vecchia giraffa mangia lentamente i germogli di un'acacia, una mamma facocero porta di corsa i suoi piccoli lontani dalla strada e una famiglia di elefanti si dirige svogliatamente verso una pozza d'acqua! Per la mia generazione, cresciuta con Piero Angela ed il “Re Leone”, questo è un sogno fatto realtà!

Facciamo anche un primo breve incontro con il re di tutti gli animali, il leone! Certo che per essere il re di tutti gli animali non ha l'aria di essere molto occupato! La pigrizia sembra essere un tratto distintivo di tutti i felini, compresi i leoni. Troviamo infatti 4 esemplari maschi (un adulto e tre giovani) placidamente addormentanti all'ombra degli alberi.

Prima che faccia buio, la nostra guida ci accompagna verso quella che sarà la nostra casa nel parco naturale: un lodge con vista sulla pianura sottostante. I lodge sono un alloggio piuttosto comune nel parco, ma c’è anche una soluzione più economica e più avventurosa: il campeggio. Ma noi non ci possiamo lamentare: dalla nostra finestra vediamo gli erbivori pascolare nella pianura sottostante e di notte ci avvolgono tutti i rumori della savana!

DAY 5: Safari nel Serengeti

Il giorno successivo è all'insegna del safari: sveglia presto e via con la jeep! La fortuna ci assiste e gli avvistamenti sono incredibili: 3 leopardi appollaiati sui rami delle acacie, diversi leoni mezzi assopiti, erbivori di tutte le taglie e, la scena più bella, due giovani ghepardi con la loro preda (una zebra). Questi ultimi avevano appena mangiato ed avevano la pancia così piena che non riuscivano quasi a camminare!

Durante la gita impariamo una cosa importante riguardo al Serengeti e cioè che non è stato creato “solamente” per proteggere le specie animali, ma anche per proteggere un delicato ecosistema basato su un ciclo annuale di migrazioni. Numerosi erbivori non sono stanziali, ma migrano da nord a sud seguendo le piogge. Così facendo alimentano i carnivori di tutto il parco e permettono all'erba di rigenerarsi fino al loro prossimo arrivo. Anche qui però i cambiamenti climatici si fanno sentire e ultimamente ci sono state delle alterazioni al delicato equilibrio delle migrazioni.

 

DAY 6: Il cratere del Ngorongoro

Sarengeti e Ngorongoro sono uno accanto all'altro! Il Ngorongoro è, di fatto, un'area di conservazione, non un parco naturale e quindi è permesso alle tribù locali di vivere al suo interno ed allevare i loro animali. Dove assolutamente non possono andare è nel famoso e pittoresco cratere del Ngorongoro! Formatosi in seguito al collasso di un antico vulcano, il cratere ospita tutte le specie della savana ed un grande lago salato abitato dei fenicotteri in certe stagioni dell'anno.

Solitamente la visita al Ngorongoro non è molto impressionante dopo il Serengeti, ma per noi non è stato così! Infatti abbiamo avuto la fortuna di fare altre tre esperienze per noi inedite: ammirare un rinoceronte nero (fino a poco tempo fa in gravissimo pericolo di estinzione, oggi in ripresa), osservare due leonesse a caccia di gnu (anche se poi non hanno preso niente!) e goderci lo spettacolo di una cucciolata di leoncini che giocavano con le femmine del branco!

È consigliabile passare la notte in uno degli hotel che costeggiano il cratere: è vero, sono un po' cari, ma la vista di cui potrete godere al tramonto e all'alba è impareggiabile!

 

DAY 7-8: Di nuovo ad Arusha

E così si conclude la nostra esperienza di safari, un'esperienza emozionante e che sicuramente speriamo di ripetere in futuro! Il ritorno ad Arusha è senza complicazioni: dal Ngorogoro c'è una bella superstrada asfaltata che ci riporta in città in 2-3 ore!

Se la città di Arusha non offre granché dal punto di vista turistico, i suoi dintorni sono pieni di attrazioni interessanti. Una ve la consigliamo in particolar modo: la visita ad una piantagione organica di caffè! Oltre al tour per scoprire tutto il ciclo di produzione del caffè, il nostro ospite aveva previsto anche un lauto pranzo tanzaniano (stufato di agnello, riso, spinaci, insalata, platano fritto e frutti tropicali) che abbiamo apprezzato moltissimo.

Per muovervi in città il mezzo di trasporto più comodo è il taxi ovviamente, ma se avete un po' di spirito dell'avventura vi troverete bene anche sugli autobus, i mitici dala-dala! Un biglietto per un breve viaggio extra-urbano costa circa 30 centesimi di euro!

Per l’acquisto degli ultimi souvenir, fate un giro al Masai Market. È il tipico mercato turistico dove verrete “assaliti” da venditori ansiosi di avervi come clienti, ma è il posto migliore per trovare qualche regalino carino a buon prezzo. In particolare, date un’occhiata ai dipinti, alla sculture e agli onnipresenti accessori fatti con le perline.

Per mangiare vi consigliamo un grill restaurant locale! Si mangia benissimo, sarete circondati dai locali e proverete l'ebbrezza di mangiare con le mani! Le specialità del grill sono le carni alla brace e gli stufati accompagnati da riso e/o chapati, una specie di naan tanzaniano: buonissimo! Vegetarian allert: tranne gli spinaci, i fagioli e le insalate non ci sono molti cibi vegetariani.

 

DAY 9-10: Zanzibar, arriviamo!

E così si conclude la nostra esperienza sul continente, l'antico Tanganica! La parte continentale della Tanzania diventa infatti uno stato indipendente negli anni '60 con il nome di Tanganica e sarà solamente dopo l’annessione di Zanzibar che il nome verrà trasformato in Tanzania.

I voli per Zanzibar partono dal piccolissimo aeroporto di Arusha. Arusha è il primo aeroporto 100% "manuale" che vedo in vita mia: niente rulli trasportatori, niente bilance elettroniche, niente gate di partenza. I passeggeri, una volta passato il controllo sicurezza, siedono comodamente in un'unica sala d'aspetto ai lati della pista di atterraggio, aspettando che un responsabile annunci a gran voce la loro destinazione.

In poco più di un’ora, il nostro aereo ci trasporta in un altro mondo: Zanzibar, isola dalla storia tanto affascinante quanto sanguinaria, conosciuta nel nostro paese soprattutto per le sue spiagge bianchissime e per l’azzurro cangiante del mare. L’atmosfera che si respira a Zanzibar è diversa da quella del continente: la chiamata dei muezzin, i veli che coprono il capo delle donne, la presenza di abitanti di etnia indiana, i cibi più speziati e le vespe che sfrecciano per le strade rendono l’ambiente un po’ diverso. Capiamo subito di trovarci in un luogo che non condivide la stessa storia e le stesse tradizioni di Arusha.

Infatti, Zanzibar ha avuto un percorso storico totalmente indipendente da quello del resto del paese. Dominata per secoli da un sultanato arabo, Zanzibar è stata un importantissimo snodo commerciale per l’Oceano Indiano, soprattutto per le spezie e la tratta degli schiavi. Un passato che Zanzibar ormai si è lasciato alle spalle, ma che ha segnato l’isola in modo indelebile.

Il nostro primo alloggio zanzibarino si trova nella bella e antica Stone Town, capitale dell’isola. Scegliamo di passare qui la prima notte per scoprire le vestigia di un ricco passato, prima di dirigerci verso le spiagge e scoprirne le bellezze naturali.

La prima sera la passiamo sulla spiaggia di Stone Town, ammirando il tramonto in mezzo ad una folla di turisti e ragazzi locali che giocano a calcio e fanno ginnastica. Poi una passeggiata tra i giardini Forodhani ed il lungomare, prima di tuffarsi nuovamente nel dedalo di vicoli e vicoletti per trovare un posto per cenare. Lo troviamo sul lato opposto della città, dove i prezzi sono più abbordabili e le porzioni più abbondanti!

La mattina dopo la dedichiamo ad una visita più approfondita di questo splendido borgo. Vale la pena passare una giornata a Stone Town, passeggiare tra gli stretti vicoli del centro, ammirare le splendide porte di legno intarsiato, osservare gli anziani che ingannano il tempo giocando a dama, i bambini che escono da scuola, le botteghe degli artigiani. La visita al mercato, poi, è un’esperienza a sé: montagne di verdure e frutti tropicali, carne e pasce esposti sui banconi e assaliti dalle mosche (sfortunatamente non ci sono sistemi di refrigerazione), l’asta del pesce per aggiudicarsi gli articoli migliori. Potete anche approfittare di questo giro per comprare spezie e tessuti, alcuni dei prodotti più popolari sull’isola.

 

DAY 10-15: Jambiani, tra spiagge e villaggi dell’interno

Ma presto si riparte per dirigersi verso le bianche spiagge di Zanzibar. La meta che abbiamo scelto è Jambiani, a poca distanza dalla più rinomata Paje, nel sud dell’isola. Jambiani è un posto tranquillo con pochissimi resort e nessun club notturno. Qui i turisti alloggiano in bungalow e mini appartamenti a due passi dalla spiaggia, che non è privata, anzi: i locali la frequentano dall’alba al tramonto per lavoro (pescatori e raccoglitrici di alghe), per gioco (si improvvisano vere e proprie partite di calcio), per sport (i giovani vanno a correre e fanno fitness sulla spiaggia) o anche solo per andare da una parte all’altra del villaggio.

Le giornate qui trascorrono tranquille tra lunghe passeggiate sulla spiaggia e lenti pasti nei ristoranti locali, dove si aspetta fino a 45-60 minuti per mangiare, perché le famiglie che gestiscono gli stabilimenti vanno a fare la spesa proprio quando ricevono l’ordine dei clienti! Non resta che rilassarsi ed adattarsi al ritmo africano: pole pole (piano piano)!

Le agenzie locali e gli albergatori offrono anche numerose escursioni per interrompere la tranquilla monotonia delle giornate di mare. Ad esempio, gite in barca a vela tradizionale fino alla barriera corallina per vedere le stelle marine, visite a piccole isole semi disabitate dove gustare i migliori frutti di mare, o anche esperienze nell’interno dell’isola come la visita alla fattoria delle spezie, al parco per la protezione delle scimmie rosse e ai villaggi per scoprire le tradizioni e l’artigianato dell’isola.

 

Partiti dalle immense pianure della savana africana, finiamo la nostra avventura tanzaniana affacciati sull’Oceano Indiano, con qualche giorno di assoluto relax. Consigliamo caldamente il nostro itinerario perché permette di scoprire diverse facce di un paese vasto e ricco di cultura.

Parco Nazionale del Mercantour

Sono appena tornato dalla Francia. Con le gambe ancora intorpidite e la stanchezza ancora serrata in ogni fibra del mio corpo, ho deciso di iniziare a lavorare al racconto della nostra piccola avventura. La porzione di territorio che abbiamo deciso di esplorare è stato il Parco Nazionale del Mercantour. Questo spicchio di terra verde, nell’angolo sud-orientale del pentagono francese, è un vero paradiso di natura incontaminata. Per non farci mancare nulla abbiamo deciso di intraprendere il nostro viaggio in sella alle biciclette. Questo, ora che ci penso, è stato il primo viaggio in bikepacking della mia vita. Uno stile per me e i miei amici tutto nuovo in cui affrontare la vacanza. Al nostro ritorno tuttavia siamo tornati con un’unica certezza: questo non sarà di certo l’ultimo, ma il primo di una lunga serie di viaggi in bicicletta.

Ma andiamo con ordine. Deciso il tragitto da compiere e soprattutto il periodo per far coincidere le ferie siamo partiti la mattina del 10 agosto alle 4 e mezza del mattino dalla stazione di Genova Brignole: direzione Ventimiglia. Per evitarci il classico traffico della riviera ligure di agosto l’idea è stata infatti quella di saltare la prima tappa e far partire il nostro trip direttamente dal confine italo/francese.

 

Tappa 1: VENTIMIGLIA – VALBERG

Arrivati alla stazione a circa le 8 del mattino siamo saliti in sella alle bici, caricate con gli appositi bagagli (circa 6 km di roba), dirigendoci verso la Costa Azzurra. Giunti a Menton abbiamo svoltato a destra iniziando la scalata verso le montagne francesi. La cosa più suggestiva di quando si viaggia in bicicletta è quella di assaporare il cambiamento del paesaggio. Una trasformazione lenta egraduale: passando da un panorama costiero, come quello della Costa Azzurra, fino ad arrivare a delle fantastiche strade che si snodano in mezzo a pini di un colore verdissimo. Questo è quello che abbiamo gustato passando da Sospel (paese raggiungibile dopo aver svalicato il Col de Castillon 702 msl) fino alla vetta del Col de Turini posto a 1640 metri sopra il livello del mare.

Dopo aver scattato le consuete foto sotto il cartello che indica il nome del valico, ci siamo lanciati in picchiata verso il paesino di Saint-Martin-Vésubi. Ovviamente oltre la fatica accumulata dopo poche ore di sonno e circa millecinquecento metri di dislivello, a metterci i bastoni tra le ruote è stato il caldo. Percorrendo la vallata un vento secco e caldissimo ci costringeva a numerose soste per idratarci nelle fontanelle che trovavamo lungo la strada. Pochi chilometri dopo è iniziata la terza asperità di giornata: il Col Saint-Martin. Una volta arrivati sul passo ci siamo concessi una meritata pausa pranzo di circa un’ora per mangiare e far riposare le gambe.

Decisi di rimetterci in sella ci siamo buttati in discesa verso Saint-Sauveur-sur-Tinée per iniziare l’ultima scalata della giornata.Stretta in una gola sempre più ripida, il percorso del Col de la Couillole è una strada molto stretta che si inerpica con pendenze piuttosto aspre. La fatica però viene tutta ripagata una volta arrivata in vetta e iniziata la discesa verso la meta di Valberg. Luogo di villeggiatura sia estiva che invernale, Valberg è il classico paesino di montagna francese. Ricco di locali, ristoranti e attività dove passare intere settimane con la famiglia o gli amici. Il posto ideali quindi per un lungo e meritato riposo.

 

Tappa 2: VALBERG – BARCELONETTE

 

Dopo una bella mangiata e soprattutto una profonda dormita la mattina seguente abbiamo ripreso il nostro viaggio. Questa volta ad accoglierci è stato un celo azzurrissimo. I primi trenta chilometri di percorso sono stati tutti interamente in discesa lungo le bellissime Gorge du Cians. Strettissime gole di un colore rossastro, considerate da molti come uno dei luoghi più suggestivi delle Alpi Marittime. Il consiglio che vi posso dare è quello di non fare le gallerie ma prendere le deviazioni per godervi a pieno le gole con il corso d’acqua sottostante.

Usciti dalle strette ci siamo immessi nella statale D6202 giungendo dopo qualche chilometro nel paesino di Entrevaux. Tipico borgo in pietra con la fortezza che sovrasta la valle. Fermatevi assolutamente per camminare nei vicoletti della cittadina e,se avete tempo, andate in cima alla cittadella per godervi la vista.

Dopo aver scalata il Col de Toutas Aures (1100 slm) siamo scesi verso il Lac de Castillon. Luogo ideale per una sosta è perfetto goderselo con i piedi immersi nelle acque azzurre del lago, sorseggiando una birra. Rimessi in viaggio, anche se la tentazione di fermarci tutto il giorno sulle rive del lago era fortissima, ci siamo diretti verso nord. Il seguente paesino che abbiamo incontrato è stato quello di Colmars. Da non confondere con l’omonimo dell’Alsazia, è forse uno dei centri abitati più belli del Mercantour. Tutto in pietra, con le mura medioevali che lo circondano, una volta entrati sembra di essere tornati indietro nel tempo. Purtroppo non abbiamo potuto fermarci troppo per rispettare la nostra tabella di marcia ma vi consiglio vivamente di fermarvi almeno per un pranzo.

Passato Colmars la strada ha iniziato lievemente a inerpicarsi. Giunti ad Allos è iniziata ufficialmente la salita più impegnativa della giornata: il Col d’Allos appunto. Posto ad oltre duemila metri di altitudine, salendo il tracciato ha iniziato a farsi sempre più stretto e ripido. Passando tra le piste da sci e sotto le seggiovie in un paesaggio sempre più spoglio di vegetazione si arriva infine in vetta al passo. Anche qui, purtroppo, vista l’ora (ormai erano quasi le 19) e le temperature che a quell’altitudine pur essendo agosto non sono molto piacevoli, ci siamo diretti in discesa verso Barcellonette. Cittadina di circa 3 mila anime, Barcelonette merita una sosta anche più lunga di una semplice notte. Ricca di locali, bar e ristoranti la città ha una curiosissima storia.I suoi abitanti, circa due secoli fa, andarono in Messico per far fortuna e vendere le lane che tessevano in Francia. Fatti i soldi nel nuovo mondo, decisero di tornare in patria e costruire le proprie case. Questo è il motivo per la quale tra Barcelonette e Jausiers (centro abitato a circa 10 km) si trovano moltissime ville patrizie di grande bellezza. Barcelonette quindi ancora oggi vanta un gemellaggio con la Valle del Bravo in Messico dove i francesi andarono ad avviare le loro attività commerciali.

 

Tappa 3: BARCELONETTE – ISOLA 2000

 

Primo giorno di pioggia. Al nostro risveglio ad accoglierci un celo terso con nuvoloni minacciosi che coprivano le punte delle montagne. La temperatura era decisamente più bassa rispetto alle mattine precedenti, quindi abbiamo deciso di infilarci un una brasserie per goderci una tipica colazione francese. Intorno alle nove del mattino siamo partiti alla volta del Col de la Bonette situato a 2802 metri sul livello del mare. Cima simbolo delle Alpi francesi, la Bonette si è guadagnata la fama internazionale per essere riconosciuto come il valico stradale asfaltato più alto d’Europa. La salita ufficialmente inizia da Jesaure e si snoda all’interno della valle. Inizialmente abbiamo affrontata la scalata sotto una leggera pioggerellina ma man mano che si saliva di quota il celo diventava sempre più sereno. Arrivati in cima alla vetta ad accoglierci un panorama fantastico con una vista a quasi 360 gradi su tutto il Parco del Mercantour.

Purtroppo la nostra sosta in vetta al valico è durata poco per via delle temperature rigide e il forte vento che rischiava di farci addirittura cadere durante la discesa. Arrivati ai piedi della montagna in prossimità del paesino di Saint-Etienne-de-Tineé ci siamo concessi una meritata pausa pranzo. Giusto il tempo di digerire una pizza, ci siamo rimessi subito in sella percorrendo la vallata in discesa verso il comune di Isola per poi svoltare a sinistra e iniziare la seconda scalata di giornata, il Colle della Lombarda. Salita di circa 22 km molto ripida soprattutto all’inizio, la Lombarda è una delle salite simbolo del Giro d’Italia: entrata ancor di più nella leggenda quando nel 2016 in quei tornanti Vincenzo Nibali riuscì a staccare il rivale colombiano Esteban Chavez conquistando la maglia rosa che portò fino a Milano. Giunti a circa 4 km dalla vetta ad aspettarci nel paese di Isola 2000 un forte temporale e una pioggia battente che ha dato alla nostra avventura quel pizzico di wild style che ci voleva. Giunti a al nostro albergo solo una doccia calda e una cena abbondante hanno rivitalizzato le nostre gambe. 

Transiberiana

TRANSIBERIANA:

PREMESSA: 

La transiberiana è la linea ferroviaria più lunga del mondo, sono circa 9000 km di infiniti binari, sui quali si attraversano ben 7 fusi orari.

 

CONSIGLI E COSE DA SAPERE:

- ci sono 3 tratte di questa linea ferroviaria:

  1. La Transiberiana, che parte da Mosca e arriva a Vladivostock

  2. La Transmongolica che parte da Mosca e arriva a Pechino, attraversando la Mongolia.

  3. La Transmaciuriana che anchessa arriva a Pechino, ma senza attraversare la Mongolia.

 

- Quando farla? Sicuramente il periodo migliore è l'estate... inverno e Siberia nella stessa frase, fanno già venire i brividi.

- Costo: io per tutti i biglietti ho speso circa 200 euro (in terza classe).

- portatevi dei LIBRI o dei diversivi carte. giochi ecc, il panorama è molto bello ma dopo un po' diventerà monotono, io ho fatto tratte di circa 30 ore e dopo un po' a star li ci si annoia!

- Carrozze: Su ogni carrozza ci sono 2 assistenti che, appena saliti a bordo, vi forniranno un pacco contenente lenzuola, asciugamani, una federa e una coperta. Verranno a ritirarli poco prima che scendiate, (perchè loro sanno tutto, ricordatevelo!), troverete invece sui vostri letti, i materassi arrotolati e un cuscino.

Ci sono 3 differenti classi

La prima classe, scompartimento con cuccette per 2 persone;

La seconda classe, scompartimento con cuccette per 4 persone;

La terza classe è un vagone aperto con circa una cinquantina di posti letto, lungo il corridoio troverete 2 posti letti paralleli al corridoio sulla vostra destra e 4 sulla vostra sinistra.

 

- Scegliere i posti è un bel dilemma, se siete in 2, durante il giorno è meglio avere i posti paralleli al corridoio perché ribaltando un pezzo del letto inferiore vi troverete due poltroncine ed un tavolino privato, ma durante la notte, alle fermate, la gente che sale e scende dal treno, spesso vi tirerà delle involontarie valigiate in faccia, cosa che non accadrebbe se dormiste nel lato dove ci sono 4 letti, dove però durante il giorno dovrete condividere il tavolino (molto più piccolo) e il poco spazio vitale con gli altri due viaggiatori.

Io ho fatto il mio viaggio in terza classe, sia per risparmiare, sia per stare più a contatto con i local, anche se in realtà, nonostante molta gente fosse incuriosita e ci guardasse, purtroppo non siamo riusciti a interagire molto, perché quasi nessuno parla inglese (compresi gli assistenti del vagone).

Su ogni carrozza troverete anche i bagni, uno all'inizio ed uno alla fine di ogni vagone, motivo per cui è sconsigliabile prenotare i posti li affianco perché talvolta il profumo non è proprio di lavanda..

 

BAGNO: I bagni sono microscopici, un lavandino 20x20 e un wc in circa mezzo metro quadrato, i russi spesso vanno li a cambiarsi, io vi consiglio di mettervi dei vestiti comodi ed al massimo, se proprio necessario, cambiarveli sotto le lenzuola.

Cercate di andare in bagno durante le fermate (dicono che li chiudono in realtà non lo fanno mai) già che è stretto almeno se è fermo non rimbalzerete tra un muro e l'altro.

 

PRESE DELLA CORRENTE: In quasi nessun vagono troverete delle prese, non dimenticatevi quindi di portarvi un power bank carico!

 

CIBO: All'inizio di ogni carrozza troverete un boiler di acqua bollente, portatevi the, tisane ecc. ma soprattutto sappiate che il piatto tipico sulla transiberiana sono i NOODLES, quelli nella confezione di plastica, in cui basterà aggiungere l'acqua calda e diventerà una vera e propria bontà, in alternativa un altro grande must è il purea istantaneo, praticamente gli unici 2 cibi caldi che si possono fare con l'acqua calda.

Potete sempre ripiegare sui cibi in scatola, quando sarete li, tonno e fagioli tutto sommato, vi sembreranno una vera bontà.

Portatevi tante bottiglie d'acqua.

Quando il treno si ferma nelle varie stazioni e scenderete a fare due passi, verrete travolti dalle signore del posto che vorranno vendervi qualcosa da mangiare, lasciatevi ispirare dalla vista e dagli odori, tanto non sapranno mai spiegarvi cos'è, ma non abbiate timore di assaggiare.

Portatevi anche piatti e posate di plastica rigida riutilizzabili.

 

BIGLIETTI:Se non avete troppo tempo a disposizione, vi consiglio di acquistare i biglietti con anticipo, rischierete se no di non trovare posto e dover aspettare il treno successivo, oppure pagare di più, per un biglietto di categoria superiore.

 

VISTO: Il Visto per la Russia richiede un procedimento lungo e complicato. Prenotate per tempo un appuntamento al consolato (si può fissare sul sito) e leggete attentamente la lista di tutta la documentazione richiesta da presentare al momento dell'appuntamento (lettera di invito, assicurazione, prenotazione degli hotel, modulo compilato online, ecc.)

 

RICORDATEVI di scaricare le mappe offline di tutti i posti che avrete intenzione di visitare, spesso non è facilissimo trovare dei wi-fi.

 

Durante le tappe di sicuro potrete fermarvi in qualche tipico ed economico ristorantino, ecco una lista di

 

COSA MANGIARE IN RUSSIA:

Pelmeni – tortellini ripieni di carne o verdure sono il primo piatto più popolare e diffuso in Russia, generalmente al brodo, al burro, conditi con pepe nero, paprica o aneto o accompagnati con panna acida.

Blini – crespelle spesse e soffici, servite generalmente con panna acida, salmone affumicato e caviale

Manzo Stroganoff – filetto tagliato a strisce e cotto nella panna con cipolle e funghi.

Pirozhki – gnocchi di pasta acida di derivazione polacca, ripieni di qualsiasi cosa – carne, cipolla, uova, patate, cavoli

Golubtsy – involtini di cavolo, coperti di panna acida

Insalata Olivier – Creata nelle cucine dell’elegante e prestigioso ristorante Hermitage di Mosca, l’insalata russa è uno dei piatti più celebri della tradizione di questo Paese.

Plov – riso accompagnato da carne e verdure

Solyanka – minestra russa a base di carne

Borsch – zuppa di barbabietole e panna acida

Kvass - bevanda nazionale, frutto della naturale fermentazione di ogni tipo di verdura.

Kotlety - polpettine a base di carne di maiale e manzo, di origine polacca. Decisamente un piatto gustoso.

Syrniki - pancake fritti a base di ricotta mescolata a uova e farina

 

Ma Vediamo ora le tappe che ho fatto e che cosa ho visto.

 

MOSCA:

Cosa vedere:

  1. Teatro Bol'shoj, lo storico teatro di Mosca

  2. Piazza Rossa:

- Cremlino (10/18 700rubli)

La parola Cremlino significa fortezza o città fortificata. In Russia puoi trovare più di 20 Cremlini, soprattutto in antiche città medioevali che con il passare del tempo sono cresciute e la sua popolazione si è diffusa al di là delle mura.

La piazza delle cattedrali, un insieme spettacolare di 4 cattedrali nella stessa piazza. Questa piazza è famosa per essere il luogo di incoronazione e di cortei funebri di tutti i zar russi. Ancora oggi è utilizzata nella cerimonia di presa del potere del Presidente della Russia.

Il cannone dello Zar-puška, un cannone gigante di 38 tonnellate e un calibro di 890 millimetri, che è stato messo a servizio nel 1586

La Campana dello Zar, una campana enorme (dicono che è la più grande al mondo), che pesa 216 tonnellate e un diametro di 6,6 metri. Fu fusa nel bronzo tra il 1733 e il 1735, e nel 1737 si è rotto un frammento durante un incendio.

  1. Mausoleo di Lenin (aperto 10/13, durata 15 min. costo gratis). Resti mummificati di Lenin

  2. Cattedrale di San Basilio – simbolo della città (10/19 - 500 rubli

  3. Cattedrale Kazan (gratis)

  4. Grandi magazzini Gum (aperto 10/22)

  5. Cattedrale di Cristo Salvatore

  6. Gorkij Park

  7. Via Arbat (strada pedonale molto turistica)

  8. le stazioni della metro spesso sono davvero spettacolari, vi sembrerà di stare in un palazzo reale, non dentro una metro, tra le più belle c'è Arbatskaya

EKATERINBURG:

(40km prima di arrivare, accanto ai binari potrete notare un monumento bianco che segna il confine tra il continente europeo e quello asiatico)

Cosa vedere:

Da piazza 1905 (plotshad 1905 goda), potrete seguire la strada segnalata delle piastrelle rosse che scorrono nelle principali strade.

Il percorso è circolare ed è lungo circa 6,5 km e comprende 35 attrazioni tra cui le più importanti:

  • Statua Lenin;

  • Palazzo del Comune;

  • Historic Square (piazza principale – istorichesky skver , dove il fiume Iset attraversa la diga);

  • Cappella della Reverenda Martire Granduchessa Yelizateva Fyordova;

  • Chiesa del sangue (dove Imp. Nicola II, fam. e domestici furono uccisi

  • Monumento ai caduti in Afghanistan

  • Chiesa dell'ascensione

 

NOVOSIBIRSK

cosa vedere:

  • ploshchad lenina ( piazza centrale + statua di lenin + teatro dell'opera che è addirittura più grande di quello di Mosca)

  • Krasny prospekt (strada lunghissima che parte da Ploshchad, a piedi fino a cattedrale 15min) + cattedrale Alexander Nevsky

  • Traffic lights monument (monumento al primo semaforo Russo)

  • Cattedrale dell'ascensione (dentro molto bella)

  • case di legno sparse in città

  • Zona Uritskogo (via kommunisticheskaya o oktyabrskaya)

     

IRKUTSK

cosa vedere:

  • case in legno (sparse per la città)

  • central market

  • passeggiata lungo fiume Angara

  • Convento Zhamensky

  • Cattedrale di Irkutsk 

  • Listvjanka, paesino sul lago Bajkal

    per raggiungere Listvjanka prendere bus o minibus da incrocio Timiryazeva Ulitsa e Oktyabrskoy revolyuzii ulitsa (numeri 524/526) durata 1h. circa 120 rubli scendere al capolinea, chiedere a che ora ci sono i bus di ritorno.

da Listvjanka prendere aliscafo (20min.) per fare giro a Villaggio Bolshiye Koty (moltro selvaggio e bastano un paio d'ore)

 

Il tratto di treno tra Irkutsk e Ulan Ude, sarà sicuramente il più scenografico che farete. Costeggiando tutto il lago Bajkal, non potrete fare a meno di stare attaccati al finestrino, quindi ricordatevi di prenotare un treno DIURNO!!!

 

ULAN UDE:

cosa vedere:

  • Monumento a Lenin, la testa di Lenin più grossa della Russia;

  • La fontana musicale.

Io purtroppo sono stata pochissimo quindi non ho visto altro.

 

Da Ulan Ude, se percorrete la transmongolica come me, vi consiglio di attraversare il confine Russia/Mongolia in pullman, dicono che i controlli dell'intero treno siano davvero infiniti e potrebbero metterci più di un giorno, in bus invece arriverete a Ulan Batar in circa 12 ore, ricordatevi però che il bus va prenotato per tempo.

 

Arrivati a Ulan Batoor siamo andati... ah no!!!!

Questo è un altro viaggio, ma.... ve lo racconterò presto!

Stay tuned :)

 

Ravioli al vapore e Cina

CINESANDO

Premessa:

non basterebbe un anno intero per visitare tutta la Cina ed io purtroppo ho avuto solamente 11 giorni. Era l'ultima tappa del mio super bellissimo viaggio on the road, o meglio "on the train", la transiberiana, anzi la transmongolica, che termina appunto proprio a Pechino, ma di questo vi parlerò in un altro articolo.

Prima di inziare a parlarvi del viaggio, però, voglio subito darvi alcuni utili 

 

CONSIGLI:

- Moneta: 1 € = 7,88YUAN

- Fuso orario:+ 7 ore rispetto all’Italia;+ 6 ore quando in Italia vige l’ora legale

- Girare in Cina:

- Treni: acquistate i biglietti dei treni online prima della partenza, stampate le prenotazione e presentatele alla biglietteria dove le permuteranno nel biglietto cartaceo, vi consiglio di prenotare i treni con anticipo, specialmente se in periodi di punta, perchè se no, rischiate di non avere un posto a sedere e dovere stare ore e ore in piedi e purtroppo posso assicurarvi che 5 ore di viaggio in treno in piedi sono devastanti. Ricordatevi di arrivare con largo anticipo in stazione, tra code ai controlli metal detector, il cambio del biglietto e recarsi al binario spesso può occorrere anche più di un'ora.

- Aerei: In alternativa potrete anche muovervi in aereo, i voli costano davvero poco.

- In citta': Per quanto riguarda invece il trasporto cittadino le due opzioni migliori sono la metro, economicissima ed efficentissima, i taxi che costano davvero pochissimo (e vanno con il tassametro), ma bisogna valutare ogni volta il traffico, io ho fatto corse di 10/15 minuti spendendo 2 euro. Ricordatevi sempre di avere le destinazioni scritte in cinese (hotel ecc.) i taxisti cinesi spesso non sono in grado di leggere il nostro alfabeto), ovviamente essendo in asia non potrete non prendere anche l'immancabile tuc tuc, contrattate sempre sul prezzo prima di partire, vi sconsiglio invece i giri in risciò, costano davvero tanto e vi fanno fare dei giri brevi e inutili portandovi poi in posti dove vi fanno pagare l'ingresso anche solo per vedere il giardino privato di una casa.

- Telefono: non ho acquistato una sim Cinese, perchè a quanto ho capito, non è così semplice, i wi-fi si trovano spesso in giro, ricordatevi però ASSOLUTAMENTE di scaricare una VPN per il vostro cellulare, che crea una "rete virtuale privata" e che vi consentirà quindi di poter usare social e soprattutto whatsapp, cosa che altrimenti in Cina vi sarebbe impossibile, in quanto bloccati dallo stato.

- Documenti: Passaporto con almeno 6 mesi di validità. Bisogna richiedere il visto al consolato Cinese prima dell'arrivo in Cina, tranne il alcuni casi, ad esempio se il soggiorno dura meno di 144 ore e se si atterra in determinati aeroporti (si può richiedere un visto di transito).

- Frontiere: ricordatevi che se vorrete recarvi a Macao o Hong Kong e rientrare in Cina, dovrete chiedere il visto Cinese ad ingresso multiplo.

- Agosto: è periodo di festività anche per i cinesi, state attenti quindi a non essere travolti dai molteplici e gigantissimi gruppi organizzati che troverete in giro!

· Cibo: Se non siete schizzinosi potrete davvero sbizzarrirvi, tra cavallette, scorpioni insetti vari, uccellini (con tanto di testa) arrostiti, la parola d'ordine sarà soltanto una: coraggio. Ed io ovviamente non l'ho avuto!!!! Ho provato l'anatra laccata alla pechinese quella posso dirvi che era molto buona, per il resto io mi sono letteralmente rimpinzata di xiaolongbao o Jiao zi (ravioli al vapore,) i migliori sono quelli venduti nei baracchetti per strada, bao zi pagnottelle soffici e spugnose cotte al vapore ripiene (di carne o verdura, ma decisamente più buone di carne), Jian Bing è una sorta di grande crepe, gli Chuan spiedini di carne e hong shao rou brasato manzo\maiale con salsa agrodolce.

- Italiani: preparatevi ai classici stereotipi sulla pizza ecc., sappiate anche che quasi nessun cinese parlerà inglese, spesso useranno dei traduttori simultanei sul telefono per chiedervi qualcosa ovviamente riguardante la pizza.

Ma bando alle ciancie, iniziamo con il racconto delle tappe :

PECHINO:

Arrivati all'aeroporto (Capital Airport): prendete l'AIRPORT EXPRESS fino alle stazione di DONGZHIMEN (circa 40 minuti) da li si può prendere la metro fino alla propria destinazione. La metro circola dalle 5 alle 23 e, se come me arriverete in aeroporto di notte, potrete prendere il taxi (non affidarsi ai tassisti abusivi, chiedono molti più soldi) seguite la scritta taxi fino ad arrivare alla stazione dei taxi, il tragitto fino al centro durata circa 45min. tariffa notturna tra i 150 e 250 yuan (ricordatevi di portare prenotazione e mappa in cinese per raggiungere hotel)

 

DAY 1 – in giro per PECHINO

Essendo arrivati in hotel alle 3 del mattino, abbiamo optato per un giretto easy in centro ed abbiamo visto :

- gli HUTONG, sono le zone residenziali piene di vicoletti e stradine, non sono assolutamente pericolosi, io ne attraversavo uno ogni giorno per andare e tornare dalla stazione della metro, vi guarderanno incuriositi sorridete e salutate, è un gesto molto gradito.

TEMPIO DEI LAMA (Yonghe Gong). L'imperatore Kangxi lo fece costruire a fine del '600 per devozione al Buddismo Tibetano,è il più grande tempio tibetano buddishta a Pechino, ha cinque cortili uno in fila all'altro attraversando ogni volta un padiglione, nell'ultimo troverete un budda di 26 metri in legno davvero maestoso. (E' il budda in legno più grande al mondo) All'ingresso vi verrà regalato un pacchetto di incensi che potrete bruciare di fronte agli edifici sacri.

DRUM TOWER (TORRE DEL TAMBURO E DELLA CAMPANA) Sono una di fronte all'altra, risalgono al 1420, la Torre della Campana nella quale si trova un'immensa campana (la più pesante esistente in Cina) di bronzo che pesa 63 tonnellate e la torre del Tamburo che era un centro di calcolo del tempo, troverete una terrazza da cui potrete godervi la vista e all'interno potrete ammirare un tamburo originale che segnava le ore notturne. Imperdibile lo spettacolo di percussioni cinesi che avviene ogni giorno alle 9.30 10.30 11.30 13.30 14.30 15.30 16.30.

BEIHAI PARK Entrando dal cancello Sud, si incontra subito Tuancheng, la città circolare, con la sala della Luce divina (Chengguang). Attraversando il meraviglioso ponte Yongan si raggiunge l’isola del fiore di giada (Qionghuadao), dove tra le altre cose, è possibile vedere il Bai Ta, il grande stupa bianco. Poi, attraversando nuovamente il ponte Yongan o il ponte Zhishan, oppure prendendo un traghetto, si può raggiungere la parte nord del parco, dove si possono vedere i padiglioni dei cinque draghi e il muro dei nove draghi, oltre ad altri diversi padiglioni e sale

VIA SACRA DELLE TOMBE MING Via di 36 statue (animali e generali armati) che difendono le tombe degli imperatori. Le tre tombe principali sono: Chiang ling, Ding ling e Zhao Ling

- JINGSHAN PARK a fine pomeriggio andate a rilassarvi un po' in questo parco eretto su una collina artificiale con la terra ricavata dagli scavi effettuati per la costruzione della città proibita, potrete unirvi a qualche gruppo che balla danze di gruppo tipiche o che giocano con una specie di volano a cui però si gioca solo dando calci con i piedi, se vi fermerete qualche secondo a guardarli vi inviteranno a giocare o ballare con loro, a me è successo un sacco di volte! Quando è quasi l'ora del tramonto, andate nel punto più alto del parco dove si gode di una spettacolare vista sulla città proibita. Dicono sia uno dei migliori posti per vedere il tramonto a Pechino.

DAY 2 – THE GREAT WALL – LA GRANDE MURAGLIA.

Una delle 7 meraviglie del mondo, che di certo non vi lascerà delusi.

Dicono che il migliore compromesso tra vicinanza con la città, frequentazione e spettacolarità sia la parte di muraglia di Mutuanyu.

Cose da sapere:

  • Dalla stazione di Dongzhimen potete prendere il bus diretto, dura circa un'oretta, non ricordo il numero ma basta chiedere, andate molto presto, troverete meno gente, chiedete anche a che ora è l'ultimo bus perchè quando sono andata io era alle 16.30, altrimenti dovrete prendere un taxi e sarebbe una bella spesa;
  • portatevi tanta acqua (su la troverete ma costerà moltoooo di più) se avete intenzione di avventurarvi nella parte di muraglia non ristrutturata, mettere i pantaloni lungh perchè ci sono molte erbaccei;
  • Il percorso si estende per 3 km e ha 23 torri di guardia:
  • Una volta arrivati al villaggio, si prende la cabinovia e si arriva alla torre numero 14;
  • Raggiunta la muraglia potrete andare a sinistra, salire 454 scalini e godervi una vista mozzafiato, se continuate poi fino a torre 23 dopo troverete un pezzo non restaurato;
  • Tornate poi indietro, esplorate ogni cm. di ogni torre e arrivate alla torre 6.
  • scendete dalla muraglia nel modo più insolito che avreste mai immaginato: con uno scivolo (toboggan) 7/8 minuti di scivolata che vi faranno tornare bambini!

DAY 3 - PECHINO AGAIN:

- CITTA' PROIBITA, vorrei dirvi tante, tantissime cose su questo magnifico posto, ma non posso! Vi prego non siate imbecilli come me, prenotate per tempo il biglietto di ingresso, io non l'avevo letto da nessuna parte, ho dato per scontato che non servisse e quindi non sono entrata perchè era sold out in tutti quei giorni che sono stata a Pechino, il "rimpianto viaggerecci" peggiore dei miei viaggi.

-TIANMEN SQUARE, la piazza più grande del mondo

-TEMPIO DEL PARADISO, se riuscite vi consiglio di andare la mattina presto (apre alle 8 fino alle 18), specialmente nel week end, i local sparsi in giro per il parco, fanno balli tradizionali, lezioni di tai-chi, cantano, suonano, giocano a dama, carte e mille altre cose, è stato decisamente uno dei posti che più mi è piaciuto a Pechino. Accodatevi alle attività che fanno saranno felici di ospitarvi.

DAY - 4 SUMMER PALACE - IL PALAZZO D'ESTATE

Prendete la metro fino alla stazione Beigongmen e arrivate direttamente all'ingresso in alternativa potrete scendere dalla metro alla stazione di Xiyuan (Xi'ian), e camminate 600 metri, entrerete quindi dalla porta del palazzo orientale dove troverete meno persone e poca coda biglietteria. (Se andate al risparmio, anche qui ricordatevi di portare cibo e acqua, perchè i prezzi sono alti.)

COSE DA NON PERDERE:

La parte del cortile. il primo edificio che incontrerete è la Sala della gentilezza e della longevità nell quale potrete ammirare il trono, sul quale si sedeva l'imperatore per ricevere gli ospiti.

Il Giardino di Virtù e Armonia, che in realtà è un teatro, dove imperatori e imperatrici si sono goduti le rappresentazioni dell'Opera di Pechino.

La Torre dell'Incenso Buddista è l'edificio più notevole del Palazzo d'Estate, originariamente era stato progettato non come una struttura religiosa, ma come una torre imperiale a nove piani. L'altezza della torre è di 41 metri. All'interno si erge una statua di Buddha in bronzo alta 5 metri e pesa 5 tonnellate. Il tempio "quattro grandi aree", in uno stile misto sino- tibetano

Ed infinie Il lago.

 

Se tornando verso il centro vi avanza un po' di tempo, fate un salto nei negozi di elettronica a Zhongguancun

Se siete dei nerd, o semplicemente amanti della tecnologia, fate un salto in questa zona brulicante di bazar elettronici, dove potrete soddisfare qualsiasi desiderio di shopping tecnologico. Anche qui esiste una sola parola d'ordine, contrattare fino allo stremo

SHANGHAI:

Da aeroporto a centro: dall'aereporto Pudong, prendete il "Maglev Train" il treno a levitazione magnetica, può arrivare a 431km/h ce n'è uno ogni 15 min. e ci mette solo 8 ad arrivare in centro, vi sembrerà di volare. In alternativa potete prendere il taxi che, anche qui ha un prezzo accessibile.

DAY 5 SHANGHAI.

- La mattina presto prendete la metro per Nanshi, è la old town con vecchie viette dove potrete perdervi acquistando souvenir e provando un po' di street food.

- Yu Garden, è un complesso di giardini, laghetti e templi tra quali passeggiare e scattare foto, troverete la famosa Jade Rock, la pietra di giada che pesa 5 tonnellate, non perdetevi il rito e la casa del the (Huxinting) dove potrete ammirare il ponte a zigzag che dicono sia fatto così perchè allontana spiriti maligni) e il city good temple.

- Se poi avete voglia di vedere anche qualcosa di davvero strano vi consiglio il "Wan Shang Hua niao Market"(dove vendono fiori, uccelli, pesci e soprattutto una quantità di insetti vivi in scatolette trasparenti, veramente impressionante.

- People Square dove potrete ammirare lo Shanghai Museum e Shanghai Grand Teathre

- La sera non perdetevi una passeggiata lungo il Bund, dal quale potrete ammirare lo spettacolo di luci dei grattacieli, poi fate anche un passo a Nanjing Road rimarrete abbagliati delle luci al neon che illuminano a giorno questa famosa via dello shopping.

Avete voglia di street food? Fuzhou road cultural street market fateci un salto per cena, troverete un sacco di cose buone e dei bellissimi tetti a pagoda.

DAY 6 SHANGHAI AGAIN:

- Non è nulla di imperdibile, ma se volete andare in zona Bund, invece di andare con la metro potete prendere il "Bund Sightseeing tunnel" un tunnel di giochi di luce che apre h. 9, fanno anche i biglietti cumulativi per il tunnel e le terrazze panoramiche dei grattacieli. Io sono stata sulla terrazza della Shanghai Tower, che è il secondo grattacielo più alto del mondo, la vista dalla terrazza è davvero mozzafiato, ma anche l'ascensore non è da meno, ti scaraventa letteralmente in circa un minuto al 119 piano, infatti è uno degli ascensori più veloci al mondo

Passeggiando tra il Bund ammirerete poi

- Oriental Pearl tv tower una torre a forma di liuto con 5 sfere, se avete voglia di viziarvi un po', dicono che il ristorante sulla terrazza girevole sia molto figo

- Jin Mao Tower, è un'enorme pagoda, sulla quale si può salire con l'ascensore fino al 53Piano.

- World financial center o conosciuto da tutti come il "cavatappi" si può salire fino al 94°, 97° e 100° piano, nella quale troveerete anche la sky walk, una passerella di vetro.

Se avete voglia di fare un po' di crazy shopping, e non siete eccessivamente sofisticati, fatevi un giro nel "fake market" il mercato del falso più grande del mondo, il PUDONG YATAI XINYANG CLOTHING GIFT MARKET, si estende in sotterranea proprio all'interno della fermata della metro, sbizzaritevi troverete qualsiasi cosa contraffatta ma davvero perfette, a volte anche cose originali, ma anche qui la parola d'ordine è contrattare.

DAY 7 - ZHANGJIAJIE

Direzione Tienmen Mountain, le montagne di Avatar!!! La mattina, di buon'ora bisogna andare alla cable car (cabinovia), se no si crea una fila infinita.

Sappiate che si salirà parecchio ed in conseguenza in cima ci saranno 5/6 gradi in meno, copritevi!!!! In alcuni tratti, specialmente nell'utlimo, la cabinovia sembrerà quasi un'ascensore perchè praticamente sarà in verticale!

Arrivati in cima con la cable car, il percorso da seguire è molto intuitivo: si parte da una balconata di legno, si percorre sentiero indicato da frecce, se non soffrite di vertigini, si può percorrere una passerella all’altezza di 1,5 km di cui 60 metri in vetro (dovrete comprare dei sovrascarpe per non rigare e rovinare il vetro), dopo una lunga passeggiata arriverete alla "Porta del cielo", potrete decidere se scendere 999 scalini o prendere le scale mobili, arrivati potrete prendere la navetta che scende in città che dura 30 min (99 tornanti).

DAY 8 GUILIN

Per arrivare a Guilin è stata una vera impresa, abbiamo dovuto prendere un treno da Zhanhjiajie per Changsha, fermarci a dormire li in un hotel e la mattina dopo ripartire perchè non c'erano treni diretti.

Guilin è decisamente uno dei posti che più mi è piaciuto in cina, anche la città è davvero carina, il mio ostello era vicinissimo alle sponde dei laghi, da cui spuntano 2 pagode (pagoda del sole e della luna), decisamente suggestive, specialmente la sera per farsi una bella passeggiata rilassante, sempre li vicino, tutte le sera alle h.20 di fronte “hotel waterfall” l’intero lato dell’hotel si trasforma in una cascata.

Terrazze di Longji:

Chiedete al vostro ostello come raggiungerle, ogni giorno partono i pullman.

Una volta arrivati, vicino al villaggio ping, gli abitanti di yao e zhuang troverete dei local che vestono costumi tradizionali e sono contenti di farvi immergere nella loro cultura.

Andare in direzione Terrazze Guzhuang (sono quelle meno turistiche) dopo unapasseggiata di 40 minuti, arriverete la Villaggio Guzhuang (uno dei più tradizionali) che ospita anche grande gruppo di palafitte di cui alcune hanno più di 100 anni.

DAY 9 GUILIN AGAIN:

Non può di certo mancare un giro sul famoso Fiume Li, il fiume giallo.

Dalla stazione di Guilin Sud, alla quale potrete arrivare con un taxi, bisogna prendere l'autobus in direzione Yangshuo, il tragitto dura un'oretta circa, in alterntiva si può anche arrivare con una crociera, navigando sul fiume li, le barche partono dal molo vicino al ponte e il tragitto dura 4h, dicono sia molto suggestivo, ma io ho preferito il bus, perchè più veloce.

Arrivati con il bus a YANGSHUO contrattate con una moto taxi per farvi portare al fiume, il tragitto dura 6/7 minuti, una volta arrivati sulle sponde del fiume potrete fare un giro sulle montagne carsiche, affittando anche una bici (lungo il fiume c’è una pista ciclabile).

Dal fiume giallo spiccano diverse colline, le più famose sono:

  • Fiore di Loto e collina Shutong (figura studente)
  • Collina della Luna (montagna con il buco) alla base c’è ficus di 1400 anni.

Infine dopo una bella pedalata per rilassarvi un po', potete prendere una zattera di bambù e fare un giro di un'ora sul fiume per ammirarlo al meglio.

DAY 10 HONG KONG:

Per arrivare a H.K. Da Guilin abbiamo dovuto prendere un treno per Shenzen, che è la città al confine con Hong Kong, Da Shenzen north railway station in direzione Futian per 9 fermate e scendere a Futian Checkpoint, passare il confine a piedi, fare il controllo passaporti, il visto, prendere la metro nuovamente ed andare in centro.

Come raggiungere il centro dall'aeroporto:

Prendere Airport Express (durata 24 minuti per un tragitto di 36km, frequenza ogni 10 minuti) fino a Hong Kong Station,

DAY 11 HONG KONG:

- Man Mo Temple, dedicato al Dio della Lettura. 

- International Finance Centre da cui si può godere di una fantastica vista dal 55 piano, bellissima anche perchè GRATIS. Per accedere bisogna seguire le indicazioni per "2IFC" una volta entrati registrarsi mostrando il passaporto agli addetti al bancone che vi troverete davanti. Al 4 livello c'è un giardino pensile ( per accedere bisogna prendere gli ascensori vicino al supermercato city super).

- Central Mid Elevator, la scala mobile più lunga al mondo 600metri, il percorso dura 25min., non è una scala unica ma alcune spezzettate, la particolarità è che dalle 6 alle 10 va in giu dalle 10 a 00,00 va in su

- Fate un giro all' Hong Kong park, raggiungetelo dalla Bank of China tramite un sistema di passerelle pedonali sospese.

 

DAY 12 HONG KONG AGAIN

- Tram Victoria Peak. Sicuramente un must di Hong Kong, dove scattare la foto per eccellenza (da Causeway bay station prendete la metro Island Line direzione Kennedy Town per 3 fermate fino a central station poi 1km piedi).

Il tram è attivo dalle 7 a 00,00 durata 8min. Frequenza ogni 10/15 minuti. Sedetevi sul lato destro per godervi la vista. 

I biglietti si acquistano alla staz. part Garden Road Peak Tram Lower Terminus

 

Non pagate per le terrazze con vista, ci sono altri posti con vista gratis, potete anche fare una fare passeggiata di un'ora, la Hong Kong Trail.

- Zona Central (la Wall Street di H.K.) perdetevi tra le strade principali, Queens Road – Connaught Road e Charter Road

- Temple Street, mercato notturno, andate per cena e per comprare dei souvernir.

 

DAY 13 HONG KONG, THE LAST ONE

- Montane Mansion sicuramente le avrete viste in qualche foto questo complesso incombente di case, la vista migliore è da King's road, arrivate con la metro e scendete a Koo Station, da li chiedete, è una zona poco turistica, tutti sanno già che state cercando quelle.

- Avenue of stars fate un giro tra l'Hong Kong space Museum, la torre dell'orologio, il museo di Hong Kong e il terminal Star Ferry da li prendete il traghetto star ferry (per vedere skyline) direzione central o Wanchai durata 7 min. Costo 20cent euro

- Simphony of light alle h. 20 (durata 14min.) per concludere al meglio il nostro viaagio, il punto migliore per assistere a questo bellissimo spettacoli di luci è da Tsim Sha Tsui tra avenue of stars e il cultural center, preparatevi, i grattacieli sembreranno impazzire.

 

Come ho detto all'inizio ci sarebbero altre mille mila cose da vedere in Cina, l'esercito di terracotta, Suzhou, i pandaaaaa, ma sicuramente ve li racconterò nel prossimo viaggio in Cina.

 

 

 

Andalusia in 8 giorni? Se po\' fa\'!

Cerco di ripercorrere con la mente il cerchio che siamo riusciti a chiudere in una sola settimana: Malaga, Sierra Nevada, Granada, Cordova, Siviglia, Tarifa, Ronda, Malaga, con varie toccate e fuga intermedie.

Premetto che per questo viaggio ho voluto provare l’esperienza del viaggio di gruppo organizzato. Avevo una settimana libera, ero da sola, perché non provare a condividere il viaggio con altri 10 sconosciuti? Et voilà, eccomi iscritta al viaggio Andalusia di Viaggi e Avventure nel Mondo.

Iniziamo con le info utili per il viaggio.

Girare in Spagna: Consiglio di affittare macchina in loco, utile per spostarsi velocemente da una città all’altra, meno agevole all’interno delle città stesse (se possibile trovate accomodation con parcheggio incluso o vicino e da lì muovetevi a piedi). Inoltre, autostrada per la maggior parte gratuita e benzina più economica che in Italia (circa €1,25L).

Visite: Nella regione andalusa, architettura, arte e fede sono le parole chiave. Infatti, forte dell’influenza islamica e cristiana, è piazza indiscussa di cattedrali, palazzi reali e moschee che vi lasceranno a bocca aperta. In quasi tutte è richiesto di pagare un biglietto d’ingresso (dai 2€ ai 13,5€), io vi segnalerò solo quelle dove sicuramente vale la pena entrare, poi fate vobis.

Cibo: In Andalusia il pesce va per la maggiore quindi, “pescaito” per tutti! Dai “Boquerones fritos” al calamaro e polpo alla “brasa”, ce n’è per tutti i gusti. Tra i dolci tipici consiglio di assaggiare i “buñelos”, lascio a voi scoprire di cosa si tratta J

 

DAY1: Malaga.

So essere una città spagnola famosa per il turismo balneare viste le lunghe spiagge di sabbia e anche per la vita notturna. Dato il periodo dell’anno della nostra visita (Marzo), non abbiamo potuto godere delle belle spiagge e neanche della vita notturna, dato che la nostra è stata una toccata e fuga di un giorno, ma posso confermare che i localini nelle viette della città sono molti e pieni di vita.

Ci siamo quindi dedicati alla parte più storico/artistica della città.

-Museo di Picasso, in Calle San Augustin. Insieme al biglietto d’ingresso, consiglio di acquistare anche l’audioguida (tot. 7,5€ ingresso), per poter entrare più nel merito della vita e delle opere dell’artista. Tutta la visita, se fatta bene, vi porterà via circa 2 orette di tempo (www.museopicassomalaga.org).

-Alcazaba. Purtroppo al nostro arrivo era già chiusa, ma anche solo che dalle mura esterne, la fortezza testimonia quella che è stata la sua evoluzione architettonica, costruita su resti romani da un califfato, tornerà poi sotto influenza cattolica. Se solo da fuori è riuscita ad affascinare, immagino che una visita interna più approfondita possa essere un’ottima occasione per entrare nel merito della storia andalusa.

-Castello di Gibralfaro, vivamente consigliato. La presenza del castello sulla bandiera della città dimostra l’importanza della roccaforte che infatti, nel corso della storia di Malaga, ha rivestito un ruolo cruciale per la difesa della città. Oltre alla parte storica, il castello sarà anche un’ottima occasione per fare una bella passeggiata con vista panoramica sulla città.

-Catedral Nuestra Señora de la Encarnación, che ha alcune peculiarità; a parte l’imponenza dell’edificio, la cattedrale presenta una miscela di stili, tardo-gotico, rinascimentale e barocco per il lungo lasso di tempo in cui è stata costruita. Inoltre, a differenza della maggior parte delle cattedrali, ha una sola torre, la Torre Nord. Per questo motivo, viene chiamata dagli abitanti la “Manquita” ovvero la “Monca”. La cattedrale di Malaga è stata la prima delle tante cattedrali che abbiamo visitato durante il viaggio, questa vale sicuramente i 4€ della spesa del biglietto d’ingresso.

 

DAY2: Sierra Nevada.

Il secondo giorno lo dedichiamo alla visita della zona montuosa della Sierra Nevada. La catena montuosa del Parco, vanta di essere la seconda più alta d’Europa dopo le nostre Alpi, e d’inverno regala cime innevate (non a caso Sierra Nevada si traduce in italiano come “catena montuosa innevata”), d’estate panoramiche passeggiate per gli amanti del trekking.

Per ragioni di tempo abbiamo girato in auto, facendo tappa nei paesini di: Nerija, Pampaneira, Bubión, Trevélez. Purtroppo le condizioni atmosferiche ci sono state molto avverse per cui durante i tragitti in macchina non abbiamo potuto godere del panorama intorno (la nebbia ne faceva da padrona), abbiamo però approfittato della cortesia dei ristorantini famigliari del posto mangiando buonissimi bocadillos con jamon iberico e formaggio per consolarci dal mal tempo!

La sera arriviamo a Granada affamati per cui ci abbuffiamo di huevos, papas e jamon che se non sapete cosa prendere sono sempre una buona soluzione!

 

DAY3 Granada.

Tappa imperdibile a Granada è il complesso dell’Alhambra. Se avete poco tempo e non potete visitarla tutta, date priorità a Palacio De Nazaries e Generalife.

La visita porta via circa mezza giornata, per cui nel pomeriggio ci siamo dedicati ad una bella passeggiata panoramica fino al Mirador San Cristobal, abbiamo poi visitato la Cattedrale di Granada (5€ biglietto d’ingresso) e infine ci siamo spinti fino a San Nicolas dove, dalla piazza di San Nicola appunto, potrete ammirare l’Alhambra dall’alto in tutta la sua maestosità, circondata dalla Sierra Nevada e perché no gustando un tè alla menta per non rimanere al 100% coinvolti nella miscela culturale della regione.

Tips: se non avete acquistato il biglietto per l’Alhambra in anticipo online e ormai li trovate sold out sul sito, potete provare ad andare la mattina stessa alla biglietteria, ma andate molto presto. Di solito il 20% dei biglietti della giornata sono conservati per la vendita diretta la mattina stessa della visita, fino ad esaurimento scorte.

Se volete raggiungere l’Alhambra a piedi, preparatevi a camminare circa 15/20 minuti in salita. Altrimenti potete prendere i bus C30 e C32 che partono entrambi dalle statue di Cristoforo Colombo e Regina Isabel infondo a Gran Gran Via, oppure prendere un taxi (per spendere meno il più vicino è Plaza Nueva).

 

DAY4: In transito per Cordoba.

La mattina partiamo presto da Granada perché dobbiamo raggiungere Cordova prima che ci lascino senza casa per la notte, ma prima abbiamo in programma qualche tappa intermedia:

-Guadix: potrete letteralmente salire sui tetti delle così dette Cuevas, case-grotte abitate scavate nel terreno, tipiche del territorio a nord della Sierra Nevada; non a caso Guadix è stata riconosciuta come “Capitale europea delle grotte”. Noi non abbiamo avuto tempo, ma qui potete vistare anche la Alcazaba e la Cattedrale di Guadix.

-Ubeda e Baeza: cittadine Patrimonio dell’Unesco dal 2003, sono due gioiellini che potete visitare facendo molto semplicemente una passeggiata per i vicoli tra le piazze e le cattedrali. Non tralasciate di osservare i dettagli architettonici perché sono il risultato di diverse influenze: rinascimentale, arabo ed ebraico. Infatti, come tutte le città spagnole del sud, Ubeda e Baeza erano state abitate dai Romani e dai Visigoti. Successivamente sono passate nelle mani arabe per poi diventare nuovamente città cristiane con i Re Cattolici. Questo è il motivo per cui molte cattedrali che visiterete in Andalusia vengono costruite su antiche moschee.

Arrivati a Cordova, aspettiamo l’orario di cena facendo una passeggiata fino al fiume, passando per il Ponte Romano che anche per gli amanti di Game of Throns è tappa imperdibile!!

 

DAY5: Cordova.

Da Cordova sono rimasta piacevolmente colpita, forse perché non avevo alcuna aspettativa, come invece per Siviglia o Granada. A primo impatto, camminando nei vicoli della cittadina, ho apprezzato molto la luminosità data dal bianco che domina le pareti di tutte le case, ma più di tutto i lasciti delle decorazioni moresche che si possono notare in ogni dettaglio e che trasmettono un senso di un passato vissuto tra intrecci di diverse arti e fedi tanto che è possibile visitare un Ponte Romano, un quartiere ebraico (Juderia) e una moschea.

A parer mio, la visita alla Grande Moschea di Cordova, anche detta Mezquita, e all’Alcazar (5€), sono d’obbligo. La Mezquita è stata per me, una delle scoperte più affascinanti del viaggio. E’ letteralmente un “bosco di colonne” perfettamente allineate (ho adorato fotografarle) che ti fanno perdere il senso del tempo. La moschea che oggi vediamo è infatti il risultato di svariate architetture, da quella cristiana, romana, bizantina e islamica.

Tips: Visita della Mezquita di Cordoba gratuita se ingresso prima delle 9:30 (controllate però se che sia valido anche nei periodi di alta stagione).

 

DAY6: Siviglia.

Iniziamo un nuovo giorno nella splendida e soleggiata Siviglia, città che devo dire mi è piaciuta veramente tanto per vari motivi. Sicuramente la visita all’Alcazar e alla Cattedrale hanno giocato ruolo fondamentale.

-Alcazàr: il complesso dell’Alcazàr di Siviglia nasce inizialmente come fortezza difensiva per poi svilupparsi nel corso del tempo con l’aggiunta di edifici nobili per un risultato che mi ha lasciato senza fiato. Ogni dettaglio è un’opera d’arte, ogni stanza, patio, giardino è una scoperta, non mancano fontane, finestre arabe e labirinti. Sembra di tornare indietro nel tempo tanto che è facilissimo riuscire ad immaginare nobili spagnoli passeggiare per i giardini. Giratela tutta, perdetevi e non tralasciate nulla, è un luogo magico.

-Cattedrale e Giralda: come tante delle cattedrali andaluse, anche quella Siviglia è stata ricostruita sui resti di una moschea, il cui minareto è l’attuale Torre della Giralda, simbolo della città. La Cattedrale è tanto grande (è la terza chiesa cattolica più grossa del mondo) quanto imperdibile per il patrimonio artistico che rappresenta. Al suo interno giacciono i resti di Cristoforo Colombo nella tomba dedicata e nelle diverse stanze troverete tesori tra cui l’opera Santas Yusta y Rufin di Goya. L’ingresso è di 9€ e vi è la possibilità di salire in cima alla torre e godere la vista della città dall’alto.

-Plaza de España: piazza magnifica, un po' diversa da quelle viste fino ad ora. L’impatto è straordinario, e col sole è ancora più bella. Addentrandosi si può notare il canale, i ponti (che rappresentano gli antichi regni spagnoli di Castiglia, Aragona, Navarra e Leòn) e le nicchie in ceramica che rappresentano le province spagnole. Passeggiando lungo il portico, se siete fortunati potrete assistere a spettacoli di flamenco con musica dal vivo!

Tips: Per la visita dell’Alcazàr è consigliato andare presto perché nonostante abbiate il biglietto prenotato la coda d’ingresso è lunga (biglietto €9).

La salita per arrivare in cima alla Giralda è dolce ma lunga. Non essendo ripida anche i meno giovani possono salire e godersi Siviglia dall’alto.

 

DAY7: In transito per Tarifa

Il settimo giorno del nostro viaggio siamo partiti da Siviglia, meta finale Tarifa. Lungo il tragitto ci siamo fermati per visita veloce a:

-Jerez de la Frontera: visita della Cattedrale di San Salvador (biglietto 4€) con visita alla torre campanaria dalla quale si ha un discreto panorama dei dintorni. A cinque minuti a piedi dalla cattedrale si può visitare l’Alcazàr di Jerez (biglietto 4€), dove ogni ambiente è ben conservato ed è facilmente riconoscibile l’utilizzo per cui era adibito.

Jerez si trova nel triangolo dello sherry per cui è consigliato un tour in una delle “bodegas” produttrici del territorio. Noi non siamo riusciti ad organizzare il giro a causa del poco tempo a disposizione ma ho visto che un tour si aggira intorno ai 15€ a persona.

-Cadice: purtroppo anche qui il tempo di visita è stato molto breve per cui ci siamo limitati ad una passeggiata in spiaggia nonostante il forte vento e ad un giro del centro storico con visita esterna all’inconfondibile Cattedrale di Cadice con la sua cupola gialla.

-Tarifa: la città di fronte al Marocco, da qui potete prendere il traghetto e in un’ora essere a Tangeri! Se invece vi “accontentate” di rimanere in Spagna, a Tarifa non rimarrete delusi da una passeggiata nella parte vecchia della città. Entrando dall’ultima porta antica rimasta, Puerta Jerez, potete godervi vicoletti e negozietti finendo con tapas a volontà. Inoltre, dato il forte vento, potete praticare surf o windsurf, oppure godervi la lunga spiaggia di sabbia.

Nonostante marzo non sia un mese di alta stagione, la sera i vicoli si sono riempiti di gente e i locali dove bersi qualcosa in compagnia sono molti, direi che il divertimento non manca!

 

DAY8: chiudiamo il cerchio!

Il nostro ultimo giorno prima del viaggio di ritorno, è un tour de force proprio perché non ci vogliamo far mancare niente.

-Gibilterra: dopo aver parcheggiato l’auto in uno dei tanti parcheggi, preso il pulmino per attraversare “la frontiera” e la pista d’atterraggio dell’aeroporto di Gibilterra (sì, avete capito bene!!), ci accolgono nebbia e pioggia per cui dobbiamo rinunciare a salire sulla Rocca, raggiungibile sia a piedi che con funivia (per la “modica” cifra di 21€ a/r oppure 19€ solo andata! Anche se pare che a piedi non sia per niente una passeggiata, quindi munirsi di acqua). Non ci resta che passeggiare per le vie della città e, tra la pioggia e lo stile delle vie e dei negozi, possiamo dire di essere stati teletrasportati in una città inglese a tutti gli effetti!

A Gibilterra abbiamo fatto un salto veloce perché a quanto pare ci sarebbe stato da visitare anche il Faro e la Moschea dei Custodi delle Sante Moschee, quindi se vi capita fatemi sapere cosa mi sono persa.

-Jimena de la Frontera: solo io e alcuni coraggiosi decidiamo di scendere dalla macchina per un giro veloce nonostante la pioggia incessante. Fosse stato un giorno di sole, avremmo goduto di un super panorama sulla Serra Doñona e, aguzzando la vista, si poteva vedere anche Gibilterra! Peccato, lascio a voi il compito di godere del villaggio!

-Ronda: quanto mi è piaciuta! Premetto che ho un debole per le cittadine arroccate, ma non sapendo in anticipo cosa poteva aspettarmi, appena mi sono affacciata dal Ponte Nuevo mi si è aperto il cuore e mozzato il fiato allo stesso tempo. La vista mi ha lasciato una sensazione di leggerezza e libertà. Fare una bella passeggiata per la Ciudad ti fa entrare nell’anima di questa fiabesca cittadina di cui anche molti scrittori come Hemingway e Joyce hanno scritto. Plaza del Soccorro, Plaza de Toros (per storia e tradizione la più importante di tutta la Spagna), Mirador de Ronda assolutamente da fare. Noi siamo dovuti scappare per riavvicinarci a Malaga dato che l’indomani avevamo il volo di rientro ma voi, se doveste avere più tempo di noi da dedicare a Ronda, fatelo!!!

     Quello che posso dire a posteriori è che l’Andalusia è una regione magica e il giro che abbiamo fatto noi è stato ricco, abbiamo visto tanti posti ma di ognuno poco; forse qualche giorno in più o una maggiore selezione dei luoghi da visitare (e un meteo più amico) avrebbero reso il tutto perfetto.Consiglio quindi di non correre da un posto all’altro ma di fare una selezione e godervi a pieno i luoghi che avete deciso di visitare, vedrete ne varrà la pena.

BERLINO

Premessa: Quattro appassionati di cinema alla ricerca di un festival cinematografico nel mese di febbraio. Dove andare? ovviamente Berlino. La capitale della Germania nel pieno dell'inverno tedesco offre l'opportunità di immergesi in un tessuto sociale di grande spessore culturale. Il Festival del cinema Internazionale di Berlino è infatti considerato, insieme a Cannes e Venezia, una delle rassegne cinematografiche più importanti del mondo e visitarla in quei giorni, non vi lascerà per nulla delusi. 

Girare a Berlino: Berlino è la settima città d’Europa per estensione ferroviaria suburbana. Questo significa che la rete metropolitana permette di spostarsi con facilità attraverso tutta la città. Attenzione a non confondere la rete "U", metropolitana, con la "S" ferrovia. Il mio consiglio è quello di spostatevi sempre con la U che è più semplice e veloce. 

Telefono: trovandosi all'interno della comunità europea non avrete nessun problema con l'utilizzo dell'internet sul cellulare. La città offre anche moltissimi punti wifi dove è possibile agganciarsi e non consumare i preziosi Giga. 

Febbraio: A nostra sorpresa Berlino si è rivelata una città fortemente ventosa. Seppure le temperature non fossero mai andate al di sotto del 5°, la percezione percezione è stata fortemente più rigida. 

Aeroporto di Tegel. Il modo più semplice e veloce per raggiungere il centro della città dall'aeroporto di Tegel è prendere il bus 128 e scendere alla stazione Kurt-Schumacher-Platz. Da li prendere linea U6 in direzione Alt-Mariendorf e scendere allo snodo ferroviario di Friedrichstr. Da quel punto è possibile raggiungere facilmente le piazze principali Potsdamer Platz, Brandenburger Tor e Alexanderplatz. 

Aeroporto di Schönefeld. Se doveste invece nel caso atterrare all'aeroporto di Schönefeld  dovete prendere il bus X7 o 17 fino alla fermata di Rudow. Da li salire sulla linea U7 e scendere alla fermata di Hallesches Tor da dove è possibile poi collegarsi ad altre linee. 

Italiani. La Germania, insieme all’Inghilterra, è una delle nazioni in cui abitano la maggior percentuale di italiani immigrati. Quindi sarà piuttosto facile incontrare per strada o nei locali molti connazionali.

Berlino è forse la capitale europea con la storia più particolare di tutte le altre. Con un’estensione pari a quella di New York, la capitale della Germania è diventata il fulcro delle attività economico e politiche della comunità europea del XXI secolo. Come dicevamo nelle premesse la città offre un servizio metropolitana efficiente capace di trasportarvi da un estremo all’altro della città in tempi relativamente brevi.

POSTDAMER PLATZ

Avendo deciso di visitare la città durante il Festival Internazionale del Cinema, cosa che vi consiglio vivamente, l’atmosfera è molto simile a quella natalizia. Luci, addobbi e soprattutto il red carpet a Postdamer Platz dipingono la città di una tonalità travolgente. Indipendentemente dal festival recarsi nella piazza con il suo spettacolare Sony Center è una tappa d’obbligo. La piazza è oggi il centro delle attività finanziarie e culturali della città. Il mio consiglio è quello di visitare anche il Theater at Potsdamer Platz luogo dove vengono proiettate le prime delle pellicole durante la rassegna cinematografica. Se in serata siete in zona fate come noi e andate a mangiare al Beef Grill Club, locale davvero bello con prezzi accettabili.

CHECK POINT CHARLIE

Il check point charlie è sicuramente una delle attrazioni storiche più visitate della città. Facilmente raggiungibile a piedi ma anche con la metropolitana U6, è stato per tutti gli anni della guerra fredda il principale posto di blocco tra la zona est (sovietica) e ovest (americana). Per lungo tempo è stato quindi l’unico punto di collegamento tra le due potenze rivali e collegava il quartiere Mitte con quello statunitense di Kreuzberg (dove noi avevamo l’hotel).

PORTA DI BRANDEBURGO

A.A.A. tutto quello che dovete sapere

SUDAFRICA:

 

PREMESSA:

Siete indecisi sulla meta per la prossima avventura?

BENE, IL DUBBIO VE LO TOLGO IO, ANDATE IN SUDAFRICA...E' certamente uno dei posti più belli in cui io sia mai stata! 

Siete amanti della natura? 

Siete amanti degli animali? 

Siete amanti delle infinte spiagge di sabbia bianca? Siete amanti delle montagne? 

Siete amanti delle avventure o dei road trip? 

Siete amanti dell'adrenalina? 

Siete amanti di... beh insomma avete capito, 

scommetto di averne azzeccate almeno un paio e allora in SUDAFRICA fa proprio a caso vostro!

 

CONSIGLI E COSE DA SAPERE: 

VISTO: Non bisogna chiedere alcun visto prima della partenza, verrà rilasciato al momento dell'arrivo in aeroporto, gratuitamente. 

CAMBIO: è circa 1 euro = 15 rand     -     1 rand = 0,07 centesimi di euro. 

VACCINAZIONI: Forse il punto più importante che preoccupa un po' tutti, in Sudafrica NON è necessaria alcuna vaccinazione ed è una zona "MALARIA FREE", l'unica zona dove è presente la malaria è il Parco del Kruger, ma con qualche accortezza in più (repellenti antizanzare, biokill per i vestiti, zanzariera nel caso alloggiaste in qualche lodge all'interno del parco, braccialetti alla citronella ecc)  a mio parere e a parere del medico di medicina dei viaggi della ASL,  non è necessaria alcuna profilassi, ricordate anche che non esiste un vaccino contro la malaria, ma bensì una profilassi, che perlopiù copre circa all'80%, quindi non avrete la certezza matematica di non contrarla, ma con questo non voglio assumermi alcuna responsabilità, parlatene con un medico, che è sicuramente meglio. 

⦁ Fatevi una sim appena arrivati, possibilmente non in aeroporto come ho fatto io, perchè tendono a calcare un po' la mano sui prezzi, comunque ci sono sim solo per internet.

⦁ Ricordatevi sempre di registrarvi sul sito del Ministero degli Esteri "Dove siamo nel mondo" in modo che possano sapere dove siete e nel malaugurato caso accadesse qualcosa, potranno venire a recuperarvi. 

⦁ portate delle fotocopie del passaporto e metteteli in un posto dove non custodite gli originali. 

⦁ Dicono che le grandi città siano pericolose e ci sia un altissimo alto di criminalità, io sinceramente le ho vissute pochissimo, quindi non so giudicare, certo è però che ovviamente vi consiglio di usare il buon senso, cercate di non uscite dopo il tramonto e state sempre attenti a quello che vi circonda

⦁ Se siete amanti dei souvenir etnici come me, partite con la valigia vuota, potrete davvero sbizzarrirvi e ricordate la parola d'ordine è contrattare! A volte arriveranno a chiedervi il triplo del valore reale dell'oggetto, provate a fare offerte molto basse, al massimo vi manderanno al diavolo e proverete con la bancherella successiva, alla quale ovviamente proverete ad offrire poco di più (generalmente hanno quasi tutti gli stessi articoli)!

⦁ Nel caso compraste della frutta o della verdura nei supermercati, sappiate che la maggior parte delle volte, vengono vendute a numero e non a peso (non ho comprato uva o simili, non so come facciano, ma spero che per quei casi non li contino singolarmente acino per acino) 

SPOSTAMENTI: spero che siate amanti della guida, perché questo dovete saperlo, guiderete ore e ore attraversando paesaggi che certamente non vi lasceranno indifferenti, penso che viaggiare in Sudafrica senza affittare un'auto sia quasi impossibile, vi elenco qualche informazione che  potrà esservi utili per noleggiarne una! 

⦁ Preparatevi psicologicamente, in Sudafrica si guida a destra, i primi giorni sarete destabilizzati ma ci metterete davvero poco ad abituarvici (rotonde a parte quelle mi hanno veramente distrutto l'esistenza). 

⦁ Se avete in programma di attraversare il Lesotho e/o lo Swaziland, al momento del noleggio ricordate di chiedere un permesso speciale per uscire dal paese, costerà, se non ricordo male,  circa 25 euro.

Non noleggiate il navigatore satellitare (lo fanno pagare cifre folli), piuttosto fatevi una sim e usate google maps (non ho mai avuto problemi) ricordatevi che anche se il telefono non prende se il percorso è già stato impostato, il GPS funzionerà comunque, state solo molto attenti però a non chiudere l'applicazione, perchè se no, non saprete dove andare finchè il vostro telefono non avrà di nuovo campo e remimposterete la destinazione! 

⦁ Ricordatevi anche che per affittare l'automobile vi sarà richiesta una carta di CREDITO (non bancomat) intestata a VOI e la patente internazionale, da richiedere almeno un mesetto prima di partire alla Motorizzazione della vostra città, al costo di circa 40 euro. 

⦁ Portate delle copie della patente europea e della patente internazionale e metteteli in un posto dove non custodite gli originali. 

⦁ Informatevi bene sulle strade da percorrere e fate benzina ogni volta che potete, sappiate che potrà capitare di guidare per centinaia di km senza incrociare anima viva, figuriamoci un distributore di benzina, quindi armatevi di cibo, acqua e benzina e anche se la tacchetta segnasse metà serbatoio, se incontrate un distributore, fate il pieno, non si sa quando incontrerete il prossimo!

⦁ A tutti i distributori di benzina, come nei nostri autogrill, ci sono dei piccoli supermercati e sono quasi sempre presenti gli sportelli ATM dove poter prelevare denaro contante. 

⦁ Non lasciate mai i bagagli incustoditi nell'auto.

⦁ In Sudafrica esistono pochissime autostrade a pedaggio

 

⦁ preparatevi allo stranissimo accento inglese dei sudafricani, all'inizio sarà davvero difficile capirli, ma in un paio di giorni ci farete l'orecchio e tutto sarà più semplice.

⦁ Preparatevi anche a fare delle levatacce, se come me non andate alla ricerca della vita notturna, sappiate che probabilmente finirete per alzarvi alle 5.30 tutto i giorni ed andare a dormire alle 21. Spesso mangerete in macchina o nelle aree di servizio, le strade sudafricane sono piene di piccole piazzole di sosta attrezzate con tavoli e sedie sotto una capannina, tutto in cemento ma molto utili per sgranchirsi un po' le gambe e rifocillarsi. Ricordatevi quindi di essere organizzati, portatevi del cibo per i pasti e qualcosa da sgranocchiare in macchina, perché non sempre sarà facile reperirlo per strada. 

⦁ Io ho alloggiato per lo più nelle guest house, in Sudafrica è molto in voga, i sudafricani spesso adibiscono il loro garage a casetta per gli ospiti, talvolta mi è capitato proprio di condividere anche la casa con loro, un ottimo modo farsi dare ottimi spunti su cosa vedere e dove andare. 

Solitamente la cifra per una notte in una guest house si aggira sui 25/30 euro in 2, quindi anche economico, spesso vi chiederanno, o nel caso potrete provare a chiederlo voi, se con l'aggiunta di un piccolo extra, solitamente non superiore agli 8 euro, se aveste piacere di avere un pasto caldo, praticamente vi siederete al loro tavolo e condividerete la cena, o se loro avessero già cenato ve lo terranno in caldo per quando arriverete, mi sembra un ottimo modo, sia per assaggiare qualcosa di tipico, sia per socializzare, i sudafricani sono davvero gente dal cuore d'oro.

Talvolta però non è possibile richiedere la cena ed è il motivo per cui io vi consiglierei di fare una spesa e lasciarla sempre in macchina con le cose basilari che possono servire, sale, olio zucchero, caffè, della pasta (per me indispensabile), uova, verdura e qualsiasi cosa sia non deteriorabile fuori dal frigo, certe sere quei sacchetti potranno davvero salvarvi la vita. 

Mi è capitato di fermarmi in posti a dormire dove il primo supermercato/ristorante era ad almeno 50 km ed una volta entrata la scelta non era proprio vasta, quindi nelle grandi città armatevi più che potete, se poi il vostro itinerario non prevede posti assurdi come prevedeva il mio, beh li allora cambia tutto! 

 

Shalom Israel

ISRAELE: 

PREMESSA: 

Non è affatto un paese economico. Questo dovete saperlo sin dall'inizio, io ho speso tra i 30/40 euro a notte in Ostelli in camerata condivisa. 

CONSIGLI E COSE DA SAPERE:

SPOSTAMENTI: il modo migliore per girare in Israele sono i mezzi pubblici, noleggiare un auto vi costerà molto e servirà poco. I mezzi pubblici sono efficienti, puliti e PUNTUALI! 

MEZZI PUBBLICI: bisogna comprare una tessera prepagata per viaggiare sui BUS che potrete ricaricare una volta esaurita. Non fate i furbi perchè ci sono molti controlli. In alternativa ai bus potete scaricare l'app GETT per usare i taxi, potete anche prenderlo per strada ma contrattate il prezzo prima di partire.

TELEFONO: vendono Sim che durano 30 giorni a circa 30euro. Io non l'ho reputata necessaria, per 5 giorni mi sembrava un po' uno spreco. Basta organizzarsi e scaricare le mappe offline per girare la città. 

DOCUMENTI: Passaporto.  Il visto viene effettuato gratuitamente all'arrivo nel paese.

FRONTIERE: Mi avevano fatto un gran terrorismo psicologico dicendomi che avrebbero fatto un sacco di domande circa la mia permanenza in Israele. La mia esperienza è stata questa: passato il confine (a piedi) tra Giordania (Aqaba) e Israele (Eilat), all'arrivo alla frontiera mi viene chiesto cosa avremmo fatto in Israele,  rispondo che avremmo trascorso un giorno a Eilat, un paio a Gerusalemme ed un paio a Tel Aviv. Dico anche che a Eilat andremo in spiaggia a fare Snorkeling, la signora allo sportello della frontiera si sincera che scelga la spiaggia migliore per vedere i pesci, sorride, mi timbra il passaporto e mi saluta.  E pensare che prima di partire ero terrorizzata dalle ipotetiche domande. 

CIBO: 

Non potete perdere: I FALAFEL (polpettine di ceci e spezie), L'HUMUS (purea di ceci) senza ombra di dubbio il mio preferito, la PITA (il loro pane, tipo piadine) la TAHINA (crema di semi di sesamo) e i mille dolcini che troverete al ogni angolo delle città.

 

COSA VEDERE: 

DAY 1: EILAT

Parole d'ordine Snorkeling e relax in spiaggia. 

Qua vi potete meritare un po' di riposo, anche se le spiagge sono decisamente caotiche e molto frequentate, potete noleggiare tutto ciò che vi serve per andare a fare snorkeling nel mar rosso. 

Non sapete quale spiaggia scegliere? Facile CORAL BEACH

Da Eilat ci sono dei pullman che vi porteranno a Gerusalemme diretti, impiegando circa 4 ore. 

 

DAY 2, 3 e 4: GERUSALEMME.

La città vecchia si gira totalmente a piedi, preparatevi perchè macinerete un bel po' di chilometri. Non suddivido le giornate ma vi elenco le cose importanti da vedere: 

- QUARTIERE CRISTIANO è il primo in cui ci si imbatte, comincia alla Porta di Jaffa e alla Torre di David, che si trova ufficialmente già nel quartiere Armeno. Il quartiere si trova alla sinistra di David Street, ed è qui che si trovano le principali chiese di importanza per i pellegrini cristiani, tra cui la Chiesa del Santo Sepolcro.

 

- BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO è il sito più sacro alla religione Cristiana e ricorda il luogo in cui Gesù è stato crocifisso e sepolto. La chiesa originale fu costruita dall’Imperatore Costantino nel IV secolo e ampliata dai Crociati nel 1149.

E’ la Chiesa delle Chiese in quanto in essa si riuniscono ben sei diversi gruppi cristiani: i Greci ortodossi, i Francescani, gli Armeni, i Siriani, i Copti e gli Etiopi e tutti quanti condividono lo spazio e le rispettive tradizioni.

Tra i momenti più toccanti, i fedeli che pregano la lastra sulla quale è stato deposto Gesù ed il punto esatto dove è stata piantata la croce.

 

- PASSEGGIATA LUNGO I BASTIONI – RAMPANT WALKUna visione di Gerusalemme differente, dall’alto, che porta da Jaffa Gate a Herod’s Gate nella Gerusalemme est, un percorso che separa la città vecchia dalla nuova, la Gerusalemme ovest da quella est.

 

- QUARTIERE ARMENO si estenda alla destra della Torre di David, è quello più piccolo e la cosa migliore da fare è quella di passeggiare senza meta in cerca di chiesette, monasteri e scorci pittoreschi. La sua particolarità è che sembra vivere di vita propria creando una sorta di piccola città a parte. Di importanza turistica in questo quartiere ci sono la Cattedrale di St. James e il Museo Armeno.

 

- TORRE DI DAVID E SPETTACOLO DI LUCI E SUONI La Torre di David, costruita din posizione panoramica sulla Città Vecchia, affonda le radici all’epoca di Erode il Grande e fu utilizzata sia dai romani che dai crociati.

Oggi ospita il Museo della Storia di Gerusalemme al cui interno si possono osservare importanti reperti archeologici.

Ma la vera ragione per cui si decide di salire in cima alla torre è quella di godere della vista panoramica di Gerusalemme dal punto più alto della città.

Di notte la Torre di David diventa lo scenario dello spettacolo che racconta in 30 minuti di luci sulle pareti della cittadella la storia di Gerusalemme, a mio parere IMPERDIBILE

 

- MONTE SION  Il Monte Sion, piccola altura immediatamente all’esterno della città vecchia, raccoglie alcune delle più antiche testimonianza della Città Santa e rappresenta un luogo santo per ben tre religioni: cristiana, ebraica e musulmana. I cristiani vengono a pregare presso la cripta dell’Abbazia della Dormizione, dove Maria cadde nel sonno eterno e si può ammirare una statua in pietra della Madonna sul letto di morte. Adiacente si trova uno dei luoghi più importanti per la religione ebraica: la Tomba di Re David. Il Monte Zion è famoso anche in quanto si ritiene che qui abbia avuto luogo l’Ultima Cena, ed il Cenacolo.

- LA CITTA' DI DAVID, la città che il Re David face capitale del proprio regno ovvero il nucleo originario di Gerusalemme, posto sul monte vi farà comprendere l’importanza dell’acqua nella storia della città. Entrate nel Tunnel di Ezechia scavato nella roccia, nel quale scorre ancora acqua che arriva fino alle ginocchia. Il tunnel portava l’acqua dalla sorgente di Gihon alla Piscina di Siloam dentro le mura cittadine. La piscina è la stessa in cui Gesù compì il secondo miracolo, la Guarigione del cieco nato.

 

- IL MERCATO DI MAHANE YEHUDA anche chiamato “The Shuk”, è’ uno dei luoghi più frequentati di Gerusalemme e si trova fuori dalla Città Vecchia. Non perdete il succo di melograno spremuto al momento.

Da zona di mercato negli ultimi anni questa area della città è diventata anche un centro di incontro e ritrovo pieno di bar e ristoranti serali.

 

- MONTE DEGLI ULIVI un’area importante che compare spesso sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento e riveste una grande importanza per i cristiani perché è il luogo in cui venne catturato Gesù il Giovedì Santo.

Il monte degli Ulivi prende il nome dagli omonimi alberi che vi si trovano. Sparsi tra i giardini, il chiostro e la chiesa di Pater Noster, si possono ammirare oltre un centinaio di pannelli che riportano la preghiera nelle diverse lingue e dialetti del mondo. Raggiungete la terrazza belvedere e ammirate la vista più indimenticabile su tutta Gerusalemme. Guardate anche le chiese Dominus Flevit e la Basilica delle Nazioni attorno a cui si estende l’orto del Getsemani dove venne arrestato Gesù.

Il monte degli Ulivi è un luogo importante anche per gli ebrei per la presenza del cimitero in cui trovano riposo profeti importanti come Zaccaria e altri rabbini.

E’ possibile arrivare al Monte degli ulivi sia camminando da Lion’s Gate, ma la strada è tutta in salita, oppure in taxi, in alternativa con il bus N. 275 che si prende dalla Porta di Damasco.

 

- BASILICA DELLE NAZIONI E ORTO DEI GETSEMANI Scendendo per il Monte degli Ulivi, tra icone sacre e cimiteri all’aperto, si raggiunge la bella Basilica delle Nazioni, di costruzione recente, decorata con suggestivi mosaici raffiguranti Gesù nella sua sofferenza. Di fronte alla chiesa si trova uno dei luoghi più importanti del monte degli Ulivi: l’Orto dei Getsemani. Tra ulivi millenari testimoni delle storiche vicende che qui si sono succedute, questo fu il posto dove Gesù venne arrestato dopo il tradimento di Giuda. Senza dubbio, un luogo semplice ma di grande suggestione.

 

- MURO DEL PIANTO O MURO OCCIDENTALE  è il sito più sacro al Giudaismo, ma ci possono andare tutti. Si tratta del muro di contenimento fatto costruire da Erode duemila anni fa durante il rinnovamento del Secondo Tempio di Gerusaleme. Chiamato anche Muro Occidentale, chiunque può avvicinarsi a pochi centimetri e inserire un bigliettino contenente una preghiera tra le fessure delle grosse pietre. L’importante è che uomini e donne vi accedano da lati diversi (uomini a sinistra e donne a destra), pullula di indicazioni su come raggiungerlo.

Le donne devono avere spalle e braccia coperte fino al gomito e le gambe fino al ginocchio mentre gli uomini devono indossare il kipa. All'ingresso potrete prenderne uno in prestito e restituirlo prima di andarvene.

Qui si ritrovano in preghiera gli chassidim: vestiti di nero, barba incolta, cappello cilindrico dal quale penzolano le treccine, con movimento oscillante della testa si avvicinano al muro depositando tra le fessure la loro preghiera e baciando la pietra.

Terminata la visita ricordatevi di non voltare le spalle al muro ma tornate sui vostri passi camminando a ritroso

Gli ingressi sono tre, è necessario passare i controlli ai metal-detector. E’ vietato fare foto all’area sacra, ma le fanno tutti.

E’ aperto tutti i giorni dell’anno, 24 ore al giorno.

Una curiosità: periodicamente i biglietti di carta contenenti le preghiere dei fedeli vengono raccolti e sepolti in campi appositi non lontano da Gerusalemme. Insomma, non vengono ne bruciati ne gettati nella spazzatura.

 

- TUNNEL DEL MURO DEL PIANTO Una delle cose interessanti da fare a Gerusalemme, per alcuni i kotel (in ebraico) rappresentano la parte più significativa del muro.

Prenotate dall'Italia il tuor ( solo in inglese) li rischierete di non trovare posto. Se soffrite di caustrofobia NON andateci. 

 

- HARAM EL-SHARIF O MONTE DEL TEMPIO Har HaBayit o Monte del Tempio per gli ebrei, Al-Haram ash-Sharif o Nobile Santuario per i musulmani… uno dei luoghi santi più contesi al mondo.

I primi lo venerano perché qui sorgevano il Primo e il Secondo Tempio e i secondi perché ospita due degli edifici più sacri per l’Islam, la Cupola della Roccia e la Moschea Al-Aqua che lo rendono il terzo luogo sacro per eccellenza dopo la Ka’ba della Mecca e la Moschea del Profeta di Medina.

Da non dimenticare che si tratta di un luogo sacro per cui è richiesto un certo decoro, vestitevi adeguatamente.

Oggi, in base agli accordi internazionali, il sito rimane nell’area controllata da Israele, ma l’amministrazione del posto è affidata al Fondo religioso islamico (Waqf) con la Giordania che fa da garante.
In base a questi stessi accordi agli ebrei, ma anche alle altre confessioni non islamiche, sono consentite le visite ma non la preghiera, e la polizia israeliana è impegnata a far rispettare il divieto.

L’ingresso al Temple Mount è limitato a certi giorni della settimana e certi orari, cercateli sul sito, i NON musulmani non hanno diritto d’accesso né alla Moschea Al-Aqsa né alla Cupola della Roccia.

L’ingresso si trova a lato dell’entrata al Muro del Pianto lato Dung Gate. Proprio a lato dei controlli, si trova una porta di metallo che si aprirà esattamente ad orario concesso. Consiglio di arrivare con almeno 30 min di anticipo per essere tra i primi della fila.
Gli ebrei avranno precedenza e potrebbero avere possibilità di entrare circa 10 minuti prima dell’orario ufficiale.

 

- QUARTIERE EBRAICO è uno spazio pervaso di calma e tranquillità ed è anche la parte più curata della Città Vecchia. A primo impatto, nel momento in cui si entra nel quartiere ebraico è la sua organizzazione e pulizie, sembra di essere in quartiere residenziale ordinato e molte strade sono private. Facile riconoscere il quartiere per l’elevata presenza di ebrei ortodossi ed ultra ortodossi per le stradine. L’attrattiva principale del quartiere sono le sinagoghe, tra le più famose c'è la sinagoga Hurva (salite in cima all'arco per vedere panorama)

 

- L'OSPIZIO AUSTRIACO  

Un’oasi di paradiso, Salite sul tetto per vedere il panorama. 

 

- LA VIA DOLOROSA E IL MARTIRIO DI CRISTO

La via Dolorosa è il cammino della via Crucis che Gesù percorse fino raggiungere il monte Golgota dove venne crocefisso.La via Dolorosa parte dal Lion Gate, vicino al sito in cui si trovava il Praetorium di Ponzio Pilato, e segue i luoghi dell’antico Decumanus fino a raggiungere la Chiesa del Santo Sepolcro. È lunga circa 600 metri ed è il pellegrinaggio più popolare per i cristiani che seguono le quattordici stazioni: le prime nove si trovano lungo la strada e sono segnate da placche e iscrizioni, le cinque finali e la quattordicesima in cui Gesù fu deposto dalla croce e collocato nel Sepolcro, si trovano all’interno della chiesa.

 

- QUARTIERE MUSULMANO

Il quartiere più grande è quello musulmano un mix tra profumi mediorientali, caos e folclore basterà passeggiare per i suoi vicoli e sarà un po’ come camminare nella medina di un qualsiasi paese arabo.

È il più vivace e confusionario dell’intera città vecchia, .

 

- Mea Shearim – Il quartiere ultra-ortodosso

Uno dei quartieri ebraici più antichi della città fondato nel 1874. Qui vivono gli ebrei Haredi o Charedì (i timorati di Dio), che rappresentano la forma più conservatrice dell’ebraismo ortodosso.

Vestite in maniera pudica, gonne lunghe o pantaloni lunghi per le donne, ma anche maglie che coprano le braccia e il collo e  un foulard in testa.  Evitate di fare fare foto, fumare, usare cellulari o altre apparecchiature elettroniche, niente effusioni di qualsiasi tipo. Per chi non rispetta le regole le reazioni degli abitanti possono sfociare in insulti o che si venga cacciati dal quartiere.

 

- Yad Vashem, il museo dell'Olocausto. 

E’ il memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell’olocausto fondato nel 1953. Oltre al museo storico, alla galleria d’arte e a un archivio, il luogo più rappresentativo è la Sala dei Nomi. All’esterno c’è poi il Giardino dei Giusti, un giardino dedicato a chi, nel mondo, si è opposto ai crimini contro l’umanità. Il promotore è stato Moshe Bejski, salvato da Oskar Schindler, reso celebre da un famoso film.

DAYS 5 E 6: TEL AVIV

Per spostarsi da Gerusalemme a Tel Aviv potete prendere i bus che impiegheranno circa un'ora. 

A Tel Aviv verrete catapultati in una realtà totalemente differente rispetto a Gerusalemme. In molti la definiscono la Miami del medio oriente. 

Per spostarvi potete scaricare l'app LIME e usare gli infiniti monopattini elettrici disseminati in tutta la città. Specialmente per percorrere il lungo mare fino a raggiungere la old city di Jaffa. 

COSA FARE E COSA VEDERE: 

- Passeggiate sul lungomare (Tayelet) lungo 14km, sulla strada troverete mille spiagge nelle quali non potrete fare almeno un bagno in mare, ma anche palestre all'aperto e locali.

- Mangiate street food al mercato Carmel, il mercato di frutta e verdura più grande della città. (chiuso la domenica) 

- Cenate o prendete un aperitivo al porto di Tel Aviv, il posto perfetto per la night life brulicante di locali.

- Perdetevi nella Old city di Jaffa e ammirate la torre con il suo orologio. 

- Fate un giro al mercatino delle pulci di Jaffa (flea market). 

- Ultima ma importantissima cosa godetevi un tramonto sul lungomare.

 

Ci sono mille altre cose sicuramente da vedere, prima tra tutte Betlemme e la grotta della natività. Non avendo molti giorni a disposizione ho preferito rinunciare, nel caso invece voi foste andati, fatemi sapere com'è! :)