SENEGAL:
Ottobre 2017, Alessia, una mia storica compagna di tanti viaggi e tante avventure, (quella con cui, nonostante dopo tre mesi di convivenza Burundese h 24 e infiniti sfanculamenti, sono rimasta amica) mi dice che ha passato la selezione, partirà per il Senegal, nel quale resterà per un anno a fare servizio civile. ..
.. e quando una tua carissima amica va in Senegal per un anno non vorrai mica non andare a trovarla?
PREMESSA:
Il Senegal non è un paese semplice, in primis ricordati che sei bianco, tutti tenteranno di spennarti (taxisti, venditori ecc) quindi FATTI VALERE.
CONSIGLI E COSE DA SAPERE:
SPOSTAMENTI: In Senegal non esistono altri mezzi per spostarsi se non quelli su ruote, potete scegliere se contrattare con un tassista local per farvi portare dove dovete andare, o se siete avventurieri e dovete fare delle tratte lunghe, quando sarete nelle città, prendere un taxi fino alla Gare Routier, la stazione dei Sept Places, macchine vecchissime a 7 posti tenute insieme da fil di ferro e chiodi, chiedete e cercate una macchina che vada dove dovete andare, e siate fiduciosi, rilassati e ottimisti, non esistono orari di partenza in queste stazioni, le macchine partono quando sono piene, non è quindi così improbabile dover aspettare ore e ore prima di partire e contando che la macchina più recente che prenderete avrà almeno 25 anni, mettete in conto che potranno succedere un sacco di avventure.
TELEFONO: fatevi un sim local, costa pochissimo!
VISTO: ve lo faranno direttamente all'arrivo in aeroporto
QUANDO ANDARE: non andate d'estate a meno che non vogliate evaporare
CIBO: posso affermare con certezza che il senegal è il posto nel mondo dove ho mangiato meglio, tra le tante leccornie non perdetevi:
Primo tra tutti il mio preferito in assoluto: il Maffè, è un semplice spezzatino servito con il riso bianco, ma il tocco di classe è la salsa di arachidi all'interno.
In secondo posizione le buonissime Fataya, frittelline triangolari ripiene di carne o pasce, uno spettacolo.
Lo yassa Poulet, pollo stufato con limone e una montagna di cipolla.
Le Thiebou Dien, riso con pesce aglio e cipolle.
Potrei continuare ma mi verrebbe troppa fame, ricordatevi però che non sarà un vero pasto senegalese se non sarà accompagnato da un bicchiere di Bissap, sciroppo di Karkadè gustosissimo.
VACCINI: si, ci sono un paio di vaccinazioni consigliate e no, non sono un medico quindi non so e non voglio dirvi quali, andate alla ASL e chiede al medico di medicina dei viaggi.
Iniziamo..
Atterro a Dakar, sento già, anche se probabilmente la maggior parte della gente la definirebbe puzza, profumo d'Africa, del mio continente preferito, quello che riesce a regalarmi più emozioni, il continente dei sorrisi che mi riempiono il cuore, erano solo 7 mesi che mancavo dall'Africa, ma mi sembrava passata una vita.
Ad attendermi in aeroporto c'è Alessia con Eliassi, un simpatico taxista senegalese.
Saliamo sulla sua station wagon, importata dall'Italia, al posto delle maniglie ci sono delle corde, va un solo finestrino e nello schermo vengono segnalate una serie di avarie non incoraggianti, ma noi ci fidiamo di lui e partiamo alla
scoperta di questo Senegal.
DAY 1 LAGO RETBA E BAOBAB
Sulla strada incontriamo tantissimi Baobab giganti, io non resisto e chiedo spesso ad Eliassi di fermarsi, per abbracciarli e fotografarli, nonostante gli abbia spiegato che erano i primi baobab che vedevo in vita mia, lui era parecchio sbigottito da questa mia euforia.
Ma come biasimarlo, anche io quando vedo i turisti Cinesi fare robe assurde penso siano una manica di dementi.
La nostra prima tappa è il Lago Retba, detto anche il "lago rosa", chiamato così a causa del colore della sua acqua, dovuto dalle alghe rosa che la colorano.
Un'altra particolarità di questo lago è che è uno dei più salati al mondo, in percentuale addirittura di più del Mar Morto, e grazie alla sua salinità non si riesce ad andare a fondo.
Si può stare sdraiati senza muovere un muscolo sul ciglio dell'acqua e la cosa che lo rende ancora più bello è che la sua superficie è circa 3 km2 ed al massimo è profondo 2 metri, contando le alte temperature costanti in Senegal, potrete immaginare che la temperatura dell'acqua del lago è paragonabile a quella di una sorgente termale, una vera figata.
Se mai ci andaste, non siate pirla come me, state attenti agli occhi, basta una goccia di acqua dentro e vedrete le stelle ed ovviamente non andate mai sott'acqua con la testa.
Fuori dal lago poi vi attenderanno i ragazzi dei banchetti che vendono souvenir, con dei secchi d'acqua, per togliervi il sale di dosso.
La sera facciamo una passeggiata alla ricerca di qualche "ristorante" in cui mangiare, troviamo un baracchetto con qualche sedia di plastica e un tavolone rivolto verso il muro, probabilmente se con noi ci fossero quei super chef che fanno i programmi in TV penso che sverrebbero, ma in questi casi il mio cervello intona sempre Tiziano Ferro... "Se non uccide, fortifica....!".
Dopo aver pagato pochi euro usciamo, è calata la notte, il cielo si è tappezzato di stelle, immenso, brillante e bellissimo.
Mi addormento presto, ripromettendomi di alzarmi in tempo per vedere l'alba sul lago, l'alba ha sempre quel qualcosa in più rispetto ai tramonti, non c'è gente in giro, puoi goderti il silenzio e da un senso di pace.
DAY 2 DAKAR E ISOLA DI GOREE
Proseguiamo il nostro tour, in direzione Dakar, più precisamente Goree, l'isola nella quale in 300 anni sono transitati MILIONI di africani, strappati dalla loro terra e portati in Europa o America come schiavi.
Siamo entrati nel museo dove ai tempi c'era "la Casa degli Schiavi", dove venivano stipati, in attesa della loro partenza. Goree ad oggi però appare un'isoletta molto tranquilla e vivace, ci sono spiagge, ristoranti e tantissimi bancarelle.
Torniamo sulla terra ferma, ci fermiamo in un hotel trovato sulla strada, ci facciamo una bella doccia e tentiamo di asciugarci con i teli forniti dall'hotel, anche quest'hotel è degno di programmi tv.... ma tipo "Hotel da incubo".
DAY 3 SINE SALOUM , MANGROVIE
La mattina presto raggiungiamo Fatick, dove a fatica (hahahaha) nel porto, che appare più una discarica a cielo aperto, troviamo un peschereccio che ci porti per un prezzo accettabile sull'altra sponda, fino al Delta del Sine Saloum, un labirinto di oltre 200 isolette coperte di mangrovie, dove facciamo un giro in canoa, è davvero uno spettacolo.
Scendiamo su qualche isoletta, troviamo delle piccole comunità intente a lavorare, ma il toubab (persona bianca) suscita sempre curiosità, molti smettono di lavorare e vengono a chiederci cosa facciamo li.
Giochiamo con i bambini e compriamo delle palline alimentari insacchettate, non meglio definite, da regalargli, ci salutano e proseguiamo il nostro viaggio.
DAY 4 JOAL FADIOUTH
Una tappa immancabile in un viaggio in Senegal è anche Joal Fadiouth, Joal paesino sulla costa, che collega con un lungo ponte di legno, Fadiouth, un villaggio di pescatori Cristiani, situato sull'isola delle conchiglie, che è ricoperta totalmente da gusci di conchiglie e li non bisogna perdersi un giro all'interno del cimitero misto Cristiano - Musulmano.
DAY 5 MBOUR -
Poco prima di partire ho conosciuto Valeria, fondatrice di un'associazione che ospita e offre pasti caldi ai bambini talibè (vengono chiamati così i bambini di strada) le sue storie e l'amore con cui le racconta mi appassionano.
Decido che avrei trascorso qualche giorno all'interno della struttura, che si trova a Mbour città non distante da Dakar, Valeria mi dice anche che per quei giorni potrà ospitarmi a casa sua Oumar, un suo caro amico senegalese che collabora con lei.
Arrivo a Mbour, è sera, Oumar ci accoglie a casa sua, è buio non si vede granché, vedo solo il suo sorriso e capisco subito che diventeremo grandi amici, è stato in Italia anni fa, parla italiano benissimo (se aveste bisogno di una guida in Senegal scrivetemi, lui è l'uomo che fa per voi).
Le case in Senegal sono spesso dei grandi complessi dove ci sono spazi comuni (cucina/bagno/giardino ecc.) e poi piccoli appartamentini privati di 1/2 stanze.
Oumar ci presenta gli abitanti della sua comunità, sono tutti molto gentili e ospitali e da subito la inizia a definire casa "nostra" e in effetti mi sentivo proprio a casa.
DAY 6 - 7 E 8 TRAVOLTA DAI BAMBINI
La mattina dopo andiamo alla "Maison des enfantes", i bambini che arrivano a fare colazione saranno almeno 100, c'è un via vai incredibile, sono tutti molto incuriositi dalla nostra presenza, ma non serve molto tempo per entrare in confidenza, organizziamo partitelle di calcio, balliamo e soprattutto sorridiamo.
Nonostante mi venga raccontata la storia di questi bambini abbandonati al loro destino, mi stupisce il fatto che non gli manchi il sorriso.
Scopro che i bambini Talibè (testualmente Discepoli), sono stati abbandonati dalle famiglie, che li "affida" ai Marabut, capi delle Darah, le scuole Coraniche, ma nonostante tutti sappiano il loro triste destino, le famiglie non sembrano preoccuparsene.
I talibè vagano per strada tutto il giorno chiedendo l'elemosina e cercando cibo, vivono in condizioni igieniche precarie e vengono trattati disumanamente dai Marabut che spesso li picchiano anche.
Poco prima di partire dall'Italia, Valeria mi aveva detto che in struttura c'è un vecchio computer dove i talibè ogni tanto guardano dei cartoni animati, scopro che sono appassionati dei cartoni della Disney, ma che purtroppo sono anni che guardano sempre i soliti 4/5 film in loro possesso.
Decido di comprare una chiavetta USB e scaricare una quarantina di film Disney in francese.
Il mio primo giorno alla Maison faccio vedere ai bimbi la chiavetta e gli spiego che li dentro ci sono tanti film nuovi.
"Scoppia" letteralmente un casino immenso, una sessantina di bambini che urlano, mi abbracciano, sono felicissimi, mi dicono che non vedono l'ora di vederli tutti.
Rifletto, rifletto tanto, è incredibile pensare di averli resi dei bambini così felici con così poco.
Nel frattempo mi immagino la stessa scena in una scuola italiana e penso alle ipotetiche reazioni dei bambini "io li ho già visti tutti", "a me non piacciono i cartoni Disney", "questi però sono quelli vecchi"... e mi assale la tristezza.
L'ultima sera a casa di Oumar dobbiamo mantenere la promessa fatta nei giorni precedenti, avevamo promesso alla comunità una cena italiana, cerchiamo in giro tutto quello che può servirci per fare delle tagliatelle al ragù.
Ci organizziamo nel migliore dei modi per cucinare su un solo fornello.
La serata trascorre in allegria con tutti i membri di questa bellissima comunità, mangiamo le tagliatelle e nell'ilarità generale, insegniamo a tutti a fare la scarpetta nel piatto.
Le nostre giornate alla Maison passano velocissime, arriva in un batter d'occhio l'ultimo giorno, salutiamo i bimbi con un po' di magone, sperando che sia solo un arrivederci.
DAY 9 - 10 - 11 SAINT LOUIS
Andiamo in direzione Gare Routier, la stazione dei Sept Places, cerchiamo la macchina che va a Saint Louis, sarà un altro lungo e scomodo viaggio.
Saint Louis era già nella lista delle cose da vedere, ma ho scoperto che questo era il week end che tutti i senegalesi aspettano, in questi giorni ci sarebbe stato un Festival di Musica Jazz, la città brulicava di turisti e senegalesi appassionati arrivati appositamente da altre città, ci sono palchi sparsi per il centro e un bellissimo clima festoso, conosciamo gente per strada che ci invita a casa loro a prendere il the, qua è tutto così semplice, fai amicizia in un attimo.
Insieme a dei nuovi amici una sera, decidiamo anche di andare a ballare (cosa che non mi succedeva penso dal 2012) rimango basita, i muri delle discoteche sono tappezzati di specchi e tantissimi senegalesi ballano da soli guardandosi riflessi allo specchio... ammazza se hanno l'ego a palla sti cioccolatini!
Le giornate trascorrono tra musica, the a casa di gente sconosciuta che ti invita nel giardino di casa loro, e allegria.
Volevamo fare un salto anche al parco Djoudj, ma non siamo riuscite, dicono però sia molto bello.
DAY 12 IL DESERTO
Ripartiamo, sempre in sept places, in direzione Lompul, dove ci aspettano il deserto e i cammelli su cui facciamo un giro, dormiamo nelle tende in mezzo al nulla e facciamo la pipì in un water su cui mentre sei seduta puoi guardare le stelle, cosa si può desiderare di più?
Pensavo fosse già tutto perfetto, ma poco dopo arriva la sera e sorge la luna, è piena!
Illumina tutto, io e Alessia facciamo una passeggiata nel deserto al chiaro di luna, di sicuro è una di quelle esperienze che difficilmente potrò dimenticare ed è certamente il miglior modo per poter dire arrivederci a questo bellissimo paese.