Parco Nazionale del Mercantour

di Giulio Dispenza

10/08/2019 al 15/08/2019

Caratteristiche


Scopo


Consigliato a


Sono appena tornato dalla Francia. Con le gambe ancora intorpidite e la stanchezza ancora serrata in ogni fibra del mio corpo, ho deciso di iniziare a lavorare al racconto della nostra piccola avventura. La porzione di territorio che abbiamo deciso di esplorare è stato il Parco Nazionale del Mercantour. Questo spicchio di terra verde, nell’angolo sud-orientale del pentagono francese, è un vero paradiso di natura incontaminata. Per non farci mancare nulla abbiamo deciso di intraprendere il nostro viaggio in sella alle biciclette. Questo, ora che ci penso, è stato il primo viaggio in bikepacking della mia vita. Uno stile per me e i miei amici tutto nuovo in cui affrontare la vacanza. Al nostro ritorno tuttavia siamo tornati con un’unica certezza: questo non sarà di certo l’ultimo, ma il primo di una lunga serie di viaggi in bicicletta.

Ma andiamo con ordine. Deciso il tragitto da compiere e soprattutto il periodo per far coincidere le ferie siamo partiti la mattina del 10 agosto alle 4 e mezza del mattino dalla stazione di Genova Brignole: direzione Ventimiglia. Per evitarci il classico traffico della riviera ligure di agosto l’idea è stata infatti quella di saltare la prima tappa e far partire il nostro trip direttamente dal confine italo/francese.

 

Tappa 1: VENTIMIGLIA – VALBERG

Arrivati alla stazione a circa le 8 del mattino siamo saliti in sella alle bici, caricate con gli appositi bagagli (circa 6 km di roba), dirigendoci verso la Costa Azzurra. Giunti a Menton abbiamo svoltato a destra iniziando la scalata verso le montagne francesi. La cosa più suggestiva di quando si viaggia in bicicletta è quella di assaporare il cambiamento del paesaggio. Una trasformazione lenta egraduale: passando da un panorama costiero, come quello della Costa Azzurra, fino ad arrivare a delle fantastiche strade che si snodano in mezzo a pini di un colore verdissimo. Questo è quello che abbiamo gustato passando da Sospel (paese raggiungibile dopo aver svalicato il Col de Castillon 702 msl) fino alla vetta del Col de Turini posto a 1640 metri sopra il livello del mare.

Dopo aver scattato le consuete foto sotto il cartello che indica il nome del valico, ci siamo lanciati in picchiata verso il paesino di Saint-Martin-Vésubi. Ovviamente oltre la fatica accumulata dopo poche ore di sonno e circa millecinquecento metri di dislivello, a metterci i bastoni tra le ruote è stato il caldo. Percorrendo la vallata un vento secco e caldissimo ci costringeva a numerose soste per idratarci nelle fontanelle che trovavamo lungo la strada. Pochi chilometri dopo è iniziata la terza asperità di giornata: il Col Saint-Martin. Una volta arrivati sul passo ci siamo concessi una meritata pausa pranzo di circa un’ora per mangiare e far riposare le gambe.

Decisi di rimetterci in sella ci siamo buttati in discesa verso Saint-Sauveur-sur-Tinée per iniziare l’ultima scalata della giornata.Stretta in una gola sempre più ripida, il percorso del Col de la Couillole è una strada molto stretta che si inerpica con pendenze piuttosto aspre. La fatica però viene tutta ripagata una volta arrivata in vetta e iniziata la discesa verso la meta di Valberg. Luogo di villeggiatura sia estiva che invernale, Valberg è il classico paesino di montagna francese. Ricco di locali, ristoranti e attività dove passare intere settimane con la famiglia o gli amici. Il posto ideali quindi per un lungo e meritato riposo.

 

Tappa 2: VALBERG – BARCELONETTE

 

Dopo una bella mangiata e soprattutto una profonda dormita la mattina seguente abbiamo ripreso il nostro viaggio. Questa volta ad accoglierci è stato un celo azzurrissimo. I primi trenta chilometri di percorso sono stati tutti interamente in discesa lungo le bellissime Gorge du Cians. Strettissime gole di un colore rossastro, considerate da molti come uno dei luoghi più suggestivi delle Alpi Marittime. Il consiglio che vi posso dare è quello di non fare le gallerie ma prendere le deviazioni per godervi a pieno le gole con il corso d’acqua sottostante.

Usciti dalle strette ci siamo immessi nella statale D6202 giungendo dopo qualche chilometro nel paesino di Entrevaux. Tipico borgo in pietra con la fortezza che sovrasta la valle. Fermatevi assolutamente per camminare nei vicoletti della cittadina e,se avete tempo, andate in cima alla cittadella per godervi la vista.

Dopo aver scalata il Col de Toutas Aures (1100 slm) siamo scesi verso il Lac de Castillon. Luogo ideale per una sosta è perfetto goderselo con i piedi immersi nelle acque azzurre del lago, sorseggiando una birra. Rimessi in viaggio, anche se la tentazione di fermarci tutto il giorno sulle rive del lago era fortissima, ci siamo diretti verso nord. Il seguente paesino che abbiamo incontrato è stato quello di Colmars. Da non confondere con l’omonimo dell’Alsazia, è forse uno dei centri abitati più belli del Mercantour. Tutto in pietra, con le mura medioevali che lo circondano, una volta entrati sembra di essere tornati indietro nel tempo. Purtroppo non abbiamo potuto fermarci troppo per rispettare la nostra tabella di marcia ma vi consiglio vivamente di fermarvi almeno per un pranzo.

Passato Colmars la strada ha iniziato lievemente a inerpicarsi. Giunti ad Allos è iniziata ufficialmente la salita più impegnativa della giornata: il Col d’Allos appunto. Posto ad oltre duemila metri di altitudine, salendo il tracciato ha iniziato a farsi sempre più stretto e ripido. Passando tra le piste da sci e sotto le seggiovie in un paesaggio sempre più spoglio di vegetazione si arriva infine in vetta al passo. Anche qui, purtroppo, vista l’ora (ormai erano quasi le 19) e le temperature che a quell’altitudine pur essendo agosto non sono molto piacevoli, ci siamo diretti in discesa verso Barcellonette. Cittadina di circa 3 mila anime, Barcelonette merita una sosta anche più lunga di una semplice notte. Ricca di locali, bar e ristoranti la città ha una curiosissima storia.I suoi abitanti, circa due secoli fa, andarono in Messico per far fortuna e vendere le lane che tessevano in Francia. Fatti i soldi nel nuovo mondo, decisero di tornare in patria e costruire le proprie case. Questo è il motivo per la quale tra Barcelonette e Jausiers (centro abitato a circa 10 km) si trovano moltissime ville patrizie di grande bellezza. Barcelonette quindi ancora oggi vanta un gemellaggio con la Valle del Bravo in Messico dove i francesi andarono ad avviare le loro attività commerciali.

 

Tappa 3: BARCELONETTE – ISOLA 2000

 

Primo giorno di pioggia. Al nostro risveglio ad accoglierci un celo terso con nuvoloni minacciosi che coprivano le punte delle montagne. La temperatura era decisamente più bassa rispetto alle mattine precedenti, quindi abbiamo deciso di infilarci un una brasserie per goderci una tipica colazione francese. Intorno alle nove del mattino siamo partiti alla volta del Col de la Bonette situato a 2802 metri sul livello del mare. Cima simbolo delle Alpi francesi, la Bonette si è guadagnata la fama internazionale per essere riconosciuto come il valico stradale asfaltato più alto d’Europa. La salita ufficialmente inizia da Jesaure e si snoda all’interno della valle. Inizialmente abbiamo affrontata la scalata sotto una leggera pioggerellina ma man mano che si saliva di quota il celo diventava sempre più sereno. Arrivati in cima alla vetta ad accoglierci un panorama fantastico con una vista a quasi 360 gradi su tutto il Parco del Mercantour.

Purtroppo la nostra sosta in vetta al valico è durata poco per via delle temperature rigide e il forte vento che rischiava di farci addirittura cadere durante la discesa. Arrivati ai piedi della montagna in prossimità del paesino di Saint-Etienne-de-Tineé ci siamo concessi una meritata pausa pranzo. Giusto il tempo di digerire una pizza, ci siamo rimessi subito in sella percorrendo la vallata in discesa verso il comune di Isola per poi svoltare a sinistra e iniziare la seconda scalata di giornata, il Colle della Lombarda. Salita di circa 22 km molto ripida soprattutto all’inizio, la Lombarda è una delle salite simbolo del Giro d’Italia: entrata ancor di più nella leggenda quando nel 2016 in quei tornanti Vincenzo Nibali riuscì a staccare il rivale colombiano Esteban Chavez conquistando la maglia rosa che portò fino a Milano. Giunti a circa 4 km dalla vetta ad aspettarci nel paese di Isola 2000 un forte temporale e una pioggia battente che ha dato alla nostra avventura quel pizzico di wild style che ci voleva. Giunti a al nostro albergo solo una doccia calda e una cena abbondante hanno rivitalizzato le nostre gambe. 


#bike #biketrip #bikepeaking
Giulio Dispenza lo ha valutato