Tanzania: dalla savana all'Oceano Indiano
di Chiara Minigutti
28/09/2019 al 13/10/2019Due settimane in Tanzania tra i parchi naturali e l'isola di Zanzibar
La Tanzania è un paese africano estremamente affascinante, ricco di storia, cultura e, soprattutto, paesaggi naturali mozzafiato. Ospita circa 120 diverse tribù che abitano il continente e comprende anche la bellissima isola tropicale di Zanzibar, rinomata per le sue spiagge infinite e le sue acque cristalline.
Sempre in Tanzania, poi, troviamo uno dei parchi naturali più grandi del mondo: il Parco Nazionale del Serengeti. Questo rende la Tanzania una meta ideale anche per coloro che sono a "caccia" di animali esotici come i leoni, i leopardi, gli elefanti e le giraffe. Preparate le vostre migliori macchine fotografiche per un safari da non dimenticare!
Questo itinerario di sole due settimane vi permette di scoprire le bellezze più rinomate del paese, ma anche qualche chicca meno conosciuta, per approfondire la conoscenza della cultura e delle tradizioni locali.
Consigli utili:
Cambio - La moneta locale sono gli scellini tanzaniani, ma non è necessario cambiarli in Italia: partite con un po’ di euro e non ci saranno problemi. Non sarà difficile cambiarli una volta arrivati in Tanzania.
Mance - Dai camerieri ai facchini negli hotel, sono tutti abituati a ricevere una mancia dai turisti. Cercate quindi di avere a portata di mano banconote di piccolo taglio.
Uso della carta - Nella maggior parte degli hotel e dei ristoranti turistici è possibile pagare con la carta, ma se solo volete farvi un giro in una zona più locale, acquistare direttamente da un artigiano o anche prendere un bus o un taxi avrete bisogno di contanti. Anche ritirare dal bancomat è possibile nei centri turistici, ma ovviamente viene applicata una commissione piuttosto salata: meglio portare con voi dei contanti da cambiare.
Internet - Anche nel cuore del Serengeti troverete un ottimo wifi negli hotel e nei campeggi. Non abbiate paura di rimanere isolati! Ma se proprio non riuscite a stare senza la connessione neanche per un secondo, potete acquistare una sim card locale a prezzi molto bassi e avere sempre un’ottima connessione dati.
Stagioni - al momento di pianificare il vostro viaggio, date un'occhiata alle stagioni tanzaniane. Infatti, nell'arco dell'anno, si alternano due stagioni secche e due stagioni delle piogge. Scegliete bene: nella stagione delle piogge le precipitazioni sono intense e potrebbero interferire con i vostri programmi.
Abbigliamento - Vestitevi come volete, ma vestitevi a strati che le giornate sono calde e le notti fresche! Portate cappelli e creme, mi raccomando, che il sole non perdona (anche tra le nuvole).
Visto - Il visto turistico costa 50$ e avete tre opzioni per farlo: in consolato dall’Italia, nell’aeroporto di arrivo oppure online. Io vi consiglio di procedere online per evitare code e ritardi all’arrivo. Dovrete compilare dei moduli, mandare qualche foto e nel giro di pochi giorni riceverete la vostra conferma tramite email. Il timbro sul passaporto ve lo mettono all’arrivo. (http://www.immigration.go.tz/index.php/en/)
Il nostro itinerario:
Il nostro viaggio comincia a Milano, con un volo per la Tanzania (aeroporto Kilimanjaro), scalo a Dubai. Da Kilimanjaro Airport raggiungiamo in un paio d’ore Arusha, la cittadina dalla quale cominciamo il nostro safari (3 parchi e un villaggio Masai) e da cui ripartiremo poi, con un volo nazionale, alla volta dell'isola si Zanzibar dove si conclude la nostra avventura.
DAY 1: Arrivo ad Arusha
Dopo tante ore di viaggio è meglio riposarsi un po'! La città di Arusha in sé non offre particolari attrazioni turistiche, ma vi consiglio di rimanere qui almeno una mezza giornata per avere l'opportunità di sbrigare tutte le faccende importanti prima di dirigervi verso i parchi: cambiare i soldi, acquistare una sim locale (se lo desiderate) e prenotare il vostro safari con un'agenzia turistica locale (a meno che, come noi, non l'abbiate fatto dall'Italia).
Come vedrete, il nostro itinerario sul continente prevede: safari nel Parco Tarangire, visita al lago Natron e alla comunità Masai, safari nel Serengeti (2 giorni) e safari nel cratere del Ngorongoro.
Se una volta sbrigate tutte le incombenze importanti avrete ancora tempo, potete fare un giro in città, visitare il museo locale, oziare in uno dei caffè del centro o fare un giro al mercato.
DAY 2: Dal Tarangire al Lago Natron
Secondo giorno sveglia presto e tutti sulla jeep! Partiamo subito alla volta del Parco Tarangire, il parco degli elefanti, a poca distanza da Arusha. Qualcuno a questo punto si chiederà: “Ma non potrei fare sto giro da solo, senza affidarmi ad un'agenzia?” Si potresti, ma ci sono alcuni aspetti che dovresti considerare. Il primo è che dovresti affittare una macchina fuoristrada, una bella robusta e affidabile perché le strade che ti attendono sono tutt'altro che facilmente percorribili! Il secondo è che, nei parchi, sarebbe difficile per te scovare gli animali selvatici. Le guide, oltre all’esperienza, hanno un trucco: quando una fa un bell’avvistamento avvisa tutte le altre affinché nessuno nei dintorni se lo perda.
Ad ogni modo, il Parco Tarangire ci regala fin da subito avvistamenti magnifici, accogliendoci con lo spettacolo di gnu e antilopi che corrono davanti alla nostra macchina. E poi facoceri, avvoltoi, zebre e giraffe a volontà, ma soprattutto elefanti: magnifici, maestosi, regali! Avanzano lenti, padroni della savana. E infatti ci raccontano una cosa curiosa: dove ci sono tanti elefanti, tendono a non esserci leoni, che sono molto infastiditi dalla presenza dei pachidermi.
Ad ogni modo, la nostra visita al parco è breve (solo mezza giornata) e poi si riprende il cammino verso il lago Natron: 100km di sterrato attraverso una landa arida, ma non senza vita! Osserviamo infatti diversi villaggi, zebre, antilopi e giraffe.
Durante una breve sosta sul ciglio di un antico cratere abbiamo modo di fare la conoscenza di un piccolo gruppo di artigiane Masai che vendono accessori fatti di fil di ferro e perline. Contribuire all’attività degli artigiani vuol dire contribuire al benessere della comunità quindi, se lo desiderate, acquistate qui i vostri souvenir, ma non dimenticate di negoziare sul prezzo. Da queste parti è la norma e non viene considerato sconveniente.
Dopo diverse ore di sobbalzi, polvere e paesaggi desertici, arriviamo finalmente al lago Natron dove possiamo rinfrescarci nella piscina del camping e riposarci in un “campo tendato” (ovvero una struttura semi-permanente a metà tra una tenda e un bungalow, decisamente confortevole). In questa zona le opzioni di alloggio sono limitare: la più spartana è il campeggio classico, poi ci sono i campi tendati ed infine i lodge.
DAY 3: Lago Natron e villaggio Masai
Una cosa che ci ha molto colpito di questa destinazione è che la gestione delle attività turistiche è affidata esclusivamente alla comunità Masai. Il loro Ufficio Turistico offre diverse gite con prezzi variabili tra i 10 e i 100 dollari. Noi abbiamo scelto la visita al villaggio e al lago dei fenicotteri rosa, e poi la passeggiata sul fiume fino alle cascate di acqua dolce, entrambe di mezza giornata.
La passeggiata nel villaggio è interessantissima: si possono osservare le tradizionali boma masai, recinzioni circolari che proteggono uomini e animali dai pericoli della notte. Dal villaggio, le rive del lago distano circa mezz'ora (nella stagione secca). Attraversando a piedi una prateria popolata da zebre, giraffe e mucche, giungiamo finalmente a uno dei laghi salati più famosi dell'Africa, luogo di nidificazione dei fenicotteri rosa. Il paesaggio è stupendo: sul blu scuro delle acque del lago risaltano i colori caldi dei fenicotteri che a centinaia, forse migliaia, affollano le rive del lago.
La gita del pomeriggio, seppur non altrettanto spettacolare è decisamente avventurosa e divertente. Dopo aver percorso il fiume controcorrente per circa 20-30 minuti, arriviamo ad un piccolo laghetto che raccoglie l'acqua di queste meravigliose cascate naturali. Meno male che possiamo farci un bel bagno rinfrescante prima di tornare giù!
DAY 4: Arrivo al Serengeti
Il quarto giorno torniamo a bordo della nostra jeep per percorrere un lungo tratto di sterrato che ci porterà sino alle porte del famoso Parco del Serengeti. La strada è veramente accidentata: incredibile che un piccolo autobus la percorra tutti i giorni per portare gli abitanti delle zone rurali verso Arusha e altri centri urbani. Ma fra qualche anno non sarà più così! Una superstrada asfaltata a quattro corsie è già in costruzione e sarà una vera rivoluzione per l’economia locale. Speriamo solo che venga gestita in modo sostenibile!
Ad ogni modo, dopo circa 5 ore arriviamo alle porte del Serengeti (solo uno dei tanti ingressi) ed è come entrare in un altro mondo! La bellezza dei paesaggi è sconvolgente e l'emozione di vedersi circondati dagli animali della savana indescrivibile. Una mandria di gnu sta migrando verso nord, una vecchia giraffa mangia lentamente i germogli di un'acacia, una mamma facocero porta di corsa i suoi piccoli lontani dalla strada e una famiglia di elefanti si dirige svogliatamente verso una pozza d'acqua! Per la mia generazione, cresciuta con Piero Angela ed il “Re Leone”, questo è un sogno fatto realtà!
Facciamo anche un primo breve incontro con il re di tutti gli animali, il leone! Certo che per essere il re di tutti gli animali non ha l'aria di essere molto occupato! La pigrizia sembra essere un tratto distintivo di tutti i felini, compresi i leoni. Troviamo infatti 4 esemplari maschi (un adulto e tre giovani) placidamente addormentanti all'ombra degli alberi.
Prima che faccia buio, la nostra guida ci accompagna verso quella che sarà la nostra casa nel parco naturale: un lodge con vista sulla pianura sottostante. I lodge sono un alloggio piuttosto comune nel parco, ma c’è anche una soluzione più economica e più avventurosa: il campeggio. Ma noi non ci possiamo lamentare: dalla nostra finestra vediamo gli erbivori pascolare nella pianura sottostante e di notte ci avvolgono tutti i rumori della savana!
DAY 5: Safari nel Serengeti
Il giorno successivo è all'insegna del safari: sveglia presto e via con la jeep! La fortuna ci assiste e gli avvistamenti sono incredibili: 3 leopardi appollaiati sui rami delle acacie, diversi leoni mezzi assopiti, erbivori di tutte le taglie e, la scena più bella, due giovani ghepardi con la loro preda (una zebra). Questi ultimi avevano appena mangiato ed avevano la pancia così piena che non riuscivano quasi a camminare!
Durante la gita impariamo una cosa importante riguardo al Serengeti e cioè che non è stato creato “solamente” per proteggere le specie animali, ma anche per proteggere un delicato ecosistema basato su un ciclo annuale di migrazioni. Numerosi erbivori non sono stanziali, ma migrano da nord a sud seguendo le piogge. Così facendo alimentano i carnivori di tutto il parco e permettono all'erba di rigenerarsi fino al loro prossimo arrivo. Anche qui però i cambiamenti climatici si fanno sentire e ultimamente ci sono state delle alterazioni al delicato equilibrio delle migrazioni.
DAY 6: Il cratere del Ngorongoro
Sarengeti e Ngorongoro sono uno accanto all'altro! Il Ngorongoro è, di fatto, un'area di conservazione, non un parco naturale e quindi è permesso alle tribù locali di vivere al suo interno ed allevare i loro animali. Dove assolutamente non possono andare è nel famoso e pittoresco cratere del Ngorongoro! Formatosi in seguito al collasso di un antico vulcano, il cratere ospita tutte le specie della savana ed un grande lago salato abitato dei fenicotteri in certe stagioni dell'anno.
Solitamente la visita al Ngorongoro non è molto impressionante dopo il Serengeti, ma per noi non è stato così! Infatti abbiamo avuto la fortuna di fare altre tre esperienze per noi inedite: ammirare un rinoceronte nero (fino a poco tempo fa in gravissimo pericolo di estinzione, oggi in ripresa), osservare due leonesse a caccia di gnu (anche se poi non hanno preso niente!) e goderci lo spettacolo di una cucciolata di leoncini che giocavano con le femmine del branco!
È consigliabile passare la notte in uno degli hotel che costeggiano il cratere: è vero, sono un po' cari, ma la vista di cui potrete godere al tramonto e all'alba è impareggiabile!
DAY 7-8: Di nuovo ad Arusha
E così si conclude la nostra esperienza di safari, un'esperienza emozionante e che sicuramente speriamo di ripetere in futuro! Il ritorno ad Arusha è senza complicazioni: dal Ngorogoro c'è una bella superstrada asfaltata che ci riporta in città in 2-3 ore!
Se la città di Arusha non offre granché dal punto di vista turistico, i suoi dintorni sono pieni di attrazioni interessanti. Una ve la consigliamo in particolar modo: la visita ad una piantagione organica di caffè! Oltre al tour per scoprire tutto il ciclo di produzione del caffè, il nostro ospite aveva previsto anche un lauto pranzo tanzaniano (stufato di agnello, riso, spinaci, insalata, platano fritto e frutti tropicali) che abbiamo apprezzato moltissimo.
Per muovervi in città il mezzo di trasporto più comodo è il taxi ovviamente, ma se avete un po' di spirito dell'avventura vi troverete bene anche sugli autobus, i mitici dala-dala! Un biglietto per un breve viaggio extra-urbano costa circa 30 centesimi di euro!
Per l’acquisto degli ultimi souvenir, fate un giro al Masai Market. È il tipico mercato turistico dove verrete “assaliti” da venditori ansiosi di avervi come clienti, ma è il posto migliore per trovare qualche regalino carino a buon prezzo. In particolare, date un’occhiata ai dipinti, alla sculture e agli onnipresenti accessori fatti con le perline.
Per mangiare vi consigliamo un grill restaurant locale! Si mangia benissimo, sarete circondati dai locali e proverete l'ebbrezza di mangiare con le mani! Le specialità del grill sono le carni alla brace e gli stufati accompagnati da riso e/o chapati, una specie di naan tanzaniano: buonissimo! Vegetarian allert: tranne gli spinaci, i fagioli e le insalate non ci sono molti cibi vegetariani.
DAY 9-10: Zanzibar, arriviamo!
E così si conclude la nostra esperienza sul continente, l'antico Tanganica! La parte continentale della Tanzania diventa infatti uno stato indipendente negli anni '60 con il nome di Tanganica e sarà solamente dopo l’annessione di Zanzibar che il nome verrà trasformato in Tanzania.
I voli per Zanzibar partono dal piccolissimo aeroporto di Arusha. Arusha è il primo aeroporto 100% "manuale" che vedo in vita mia: niente rulli trasportatori, niente bilance elettroniche, niente gate di partenza. I passeggeri, una volta passato il controllo sicurezza, siedono comodamente in un'unica sala d'aspetto ai lati della pista di atterraggio, aspettando che un responsabile annunci a gran voce la loro destinazione.
In poco più di un’ora, il nostro aereo ci trasporta in un altro mondo: Zanzibar, isola dalla storia tanto affascinante quanto sanguinaria, conosciuta nel nostro paese soprattutto per le sue spiagge bianchissime e per l’azzurro cangiante del mare. L’atmosfera che si respira a Zanzibar è diversa da quella del continente: la chiamata dei muezzin, i veli che coprono il capo delle donne, la presenza di abitanti di etnia indiana, i cibi più speziati e le vespe che sfrecciano per le strade rendono l’ambiente un po’ diverso. Capiamo subito di trovarci in un luogo che non condivide la stessa storia e le stesse tradizioni di Arusha.
Infatti, Zanzibar ha avuto un percorso storico totalmente indipendente da quello del resto del paese. Dominata per secoli da un sultanato arabo, Zanzibar è stata un importantissimo snodo commerciale per l’Oceano Indiano, soprattutto per le spezie e la tratta degli schiavi. Un passato che Zanzibar ormai si è lasciato alle spalle, ma che ha segnato l’isola in modo indelebile.
Il nostro primo alloggio zanzibarino si trova nella bella e antica Stone Town, capitale dell’isola. Scegliamo di passare qui la prima notte per scoprire le vestigia di un ricco passato, prima di dirigerci verso le spiagge e scoprirne le bellezze naturali.
La prima sera la passiamo sulla spiaggia di Stone Town, ammirando il tramonto in mezzo ad una folla di turisti e ragazzi locali che giocano a calcio e fanno ginnastica. Poi una passeggiata tra i giardini Forodhani ed il lungomare, prima di tuffarsi nuovamente nel dedalo di vicoli e vicoletti per trovare un posto per cenare. Lo troviamo sul lato opposto della città, dove i prezzi sono più abbordabili e le porzioni più abbondanti!
La mattina dopo la dedichiamo ad una visita più approfondita di questo splendido borgo. Vale la pena passare una giornata a Stone Town, passeggiare tra gli stretti vicoli del centro, ammirare le splendide porte di legno intarsiato, osservare gli anziani che ingannano il tempo giocando a dama, i bambini che escono da scuola, le botteghe degli artigiani. La visita al mercato, poi, è un’esperienza a sé: montagne di verdure e frutti tropicali, carne e pasce esposti sui banconi e assaliti dalle mosche (sfortunatamente non ci sono sistemi di refrigerazione), l’asta del pesce per aggiudicarsi gli articoli migliori. Potete anche approfittare di questo giro per comprare spezie e tessuti, alcuni dei prodotti più popolari sull’isola.
DAY 10-15: Jambiani, tra spiagge e villaggi dell’interno
Ma presto si riparte per dirigersi verso le bianche spiagge di Zanzibar. La meta che abbiamo scelto è Jambiani, a poca distanza dalla più rinomata Paje, nel sud dell’isola. Jambiani è un posto tranquillo con pochissimi resort e nessun club notturno. Qui i turisti alloggiano in bungalow e mini appartamenti a due passi dalla spiaggia, che non è privata, anzi: i locali la frequentano dall’alba al tramonto per lavoro (pescatori e raccoglitrici di alghe), per gioco (si improvvisano vere e proprie partite di calcio), per sport (i giovani vanno a correre e fanno fitness sulla spiaggia) o anche solo per andare da una parte all’altra del villaggio.
Le giornate qui trascorrono tranquille tra lunghe passeggiate sulla spiaggia e lenti pasti nei ristoranti locali, dove si aspetta fino a 45-60 minuti per mangiare, perché le famiglie che gestiscono gli stabilimenti vanno a fare la spesa proprio quando ricevono l’ordine dei clienti! Non resta che rilassarsi ed adattarsi al ritmo africano: pole pole (piano piano)!
Le agenzie locali e gli albergatori offrono anche numerose escursioni per interrompere la tranquilla monotonia delle giornate di mare. Ad esempio, gite in barca a vela tradizionale fino alla barriera corallina per vedere le stelle marine, visite a piccole isole semi disabitate dove gustare i migliori frutti di mare, o anche esperienze nell’interno dell’isola come la visita alla fattoria delle spezie, al parco per la protezione delle scimmie rosse e ai villaggi per scoprire le tradizioni e l’artigianato dell’isola.
Partiti dalle immense pianure della savana africana, finiamo la nostra avventura tanzaniana affacciati sull’Oceano Indiano, con qualche giorno di assoluto relax. Consigliamo caldamente il nostro itinerario perché permette di scoprire diverse facce di un paese vasto e ricco di cultura.